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24 maggio 2024, Principato di Monaco

Alessia si svegliò il giorno dopo e la prima cosa che fece fu sorridere, letteralmente. Svegliarsi e ritrovarsi Charles Leclerc davanti era sicuramente una vista che avrebbe fatto sorridere anche molte altre donne, ma per lei non era certo solo quello.
I sentimenti che aveva iniziato a provare per Charles avevano un ruolo fondamentale in tutto quello e lei lo sapeva benissimo.
"Buongiorno, che ore sono?" Chiese, osservando la schiena nuda del monegasco, che si stava vestendo dopo essersi fatto una doccia veloce. Indossava gia i jeans quando Alessia si svegliò, per questo nessuno dei due si ritrovò in imbarazzo o sorpreso dalla situazione.
"Le otto e venti." Rispose il monegasco con un sorriso sulle labbra; si infilò la maglia della Ferrari, afferrando il suo amato Richard Mille e i suoi braccialetti e indossandoli ai polsi. "Non volevo svegliarti, mi dispiace."
"Non mi hai svegliato tu." Scosse leggermente il capo, tirandosi su a sedere e passandosi una mano fra i capelli dopo essersi tirata la pelle. Sorrise dolcemente al monegasco e si morse il labbro inferiore, stringendo le lenzuola intorno a se e guardando il ragazzo negli occhi.
"Devi gia andare?" Chiese a quel punto la ragazza, che avrebbe tanto voluto passare ancora qualche momento insieme al monegasco. Charles annuì leggermente, donandole un sorriso un po' malinconico.
"Mi dispiace, non voglio fare tardi."
La ragazza rimase a guardarlo per qualche secondo, poi sorrise e lo guardò. "Hai ancora un po' di dentifricio ai lati delle labbra." Mentì.
Prima che Charles potesse girarsi per guardarsi allo specchio, Alessia si allungò e, gattonando verso la fine del letto, lo prese per il polso prima che potesse guardarsi e scoprire che in realtà non era vero. "Aspetta, faccio io." Disse a quel punto, invitandolo così ad abbassarsi alla sua altezza e sorridendo quando lui lo fece, anche se con un'espressione confusa.
"Ma basta che vado in bagno, ci impiego due minut-" Prima che potesse terminare la frase, Alessia avvolse le braccia intorno al suo busto e lo attirò sul letto insieme a se, facendolo cadere sul suo corpo e approfittandone per avvolgere subito le braccia meglio intorno a lui, stringendolo così in un abbraccio.
"Rischio di sporcare le lenzuola!" Protestò il monegasco, che ancora non aveva capito facesse tutto parte del piano di Alessia per cercare di farlo restare ancora un po' con lei. Charles, infatti, cercò di sostenersi sulle braccia, un po' per non schiacciare lei con il suo peso, un po' per evitare di sporcare la biancheria da letto con del dentifricio.
"Non sei sporco di dentifricio." Ridacchiò a quel punto l'italiana, sporgendosi immediatamente verso di lui e lasciandogli un bacio sulle labbra. Avevano passato gran parte della serata precedente a parlare, ridere, scherzare e, sopratutto, baciarsi. Non riuscivano proprio a farne a meno dopo il loro primo bacio, così intenso e delicato allo stesso tempo.
Charles ricambiò subito il bacio di Alessia con un sorriso, posando quindi una mano sul viso di lei e accarezzandola mentre le succhiava leggermente il labbro inferiore, facendola mugolare sotto di lui.
"Perché mi hai mentito?" Le chiese con un sussurro a fior di labbra, schiudendo lentamente gli occhi e guardandola attentamente, incuriosito e divertito da quella piccola bugia.
"Per tirarti qui sul letto con me, ovviamente." Alzò un sopracciglio, avvolgendo anche le cosce intorno al bacino di lui per poter sentire totalmente il contatto fra i loro corpi. Quanto avrebbero voluto mandare a quel paese la routine della giornata per restare sul letto a baciarsi e baciarsi senza sosta. "Davvero mi vuoi dire che non puoi dedicarmi neanche dieci minuti?" Fece il labbruccio e cercò di fare gli occhioni per convincerlo a tutti i costi. Non poteva proprio sopportare l'idea di raggiungere subito il paddock e dover tornare a fingere che nulla fra loro fosse successo, soprattutto davanti a paparazzi e telecamere.
"Solo dieci minuti." Concesse infine il ragazzo, scostandosi leggermente da lei per recuperare il cellulare.
"Cosa fai?"
"Avverto Andrea e gli dico che sono in ritardo di dieci minuti." Ridacchiò, posando subito dopo il dispositivo elettronico e tornando immediatamente da lei. Avvolse le braccia intorno alla sua vita, ribaltando la situazione e portandola sopra il proprio petto. "Sei bellissima di prima mattina." Sorrise, scostandole dolcemente una ciocca di capelli da davanti al viso e ammirandola in tutto il suo splendore.
"Ma se sono un completo disastro!" Esclamò la ragazza, scuotendo leggermente il capo e abbassando lo sguardo tutta rossa. "Di solito la mattina sono un vero e proprio zoombie, dubito che oggi sia diverso."
Charles sorrise leggermente, stringendole i fianchi e sporgendosi verso di lei per baciarle la fronte. "Svegliarmi e vedere te come prima cosa è stata una delle cose più belle da qualche mese a questa parte." Ammise il monegasco con un sorriso, ridacchiando leggermente quando vide le guance tutte rosse di Alessia; si sporse verso di lei e sorrise, baciandola.
La ragazza si lasciò subito andare, baciando Charles con passione e passando una mano fra i suoi capelli.
Sarebbero entrambi rimasti li per tutta la mattina e tutto il giorno, non riuscivano proprio più a rinunciare l'uno alle labbra dell'altro e Charles ancora non sapeva come avrebbe fatto a resistere alla tentazione di baciarla vedendola li nel paddock vestita di rosso, con i suoi colori.
Dopo il bacio, lei posò delicatamente la testa sul petto di lui ed entrambi rimasero in silenzio per qualche secondo, accarezzandosi a vicenda e ascoltando l'uno il suono del respiro dell'altra.
Alessia riusciva anche a sentire il cuore di Charles battere velocemente e per un momento si chiese se battesse così per lei; scacciò subito quel pensiero e cercò di concentrarsi solo ed esclusivamente su quel bel momento, felice.
"Sei carico per questo weekend?" Chiese la ragazza con un sorriso.
Sapeva quanto fosse importante per Charles fare bene il weekend di Monaco, sapeva quanto desiderasse la vittoria a casa sua e non poteva fare a meno di sperare con tutta se stessa che quest'anno venisse accontentato, sperava che la sfortuna non lo colpisse di nuovo come gli anni precedenti. Prima il problema ai freni nel 2018 durante il suo primo Gran Premio di casa in Formula Uno, poi l'errore di valutazione del team nel 2019, che lo aveva portato a partire dalla quindicesima posizione e, nello stesso anno, l'impatto con Hulkenberg che gli aveva causato il ritiro della vettura; l'anno successivo, poi, il gran premio non era stato disputato a causa del Covid, nel 2021 aveva perso il controllo della vettura giusto alla fine della qualifica, dopo aver conquistato la pole, causando danni irreparabili alla monoposto che non era riuscita a completare nemmeno il giro di formazione il giorno della gara. Nel 2022 aveva poi perso la posizione a causa di un errore durante il pit stop, che lo aveva fatto scalare dalla prima alla quarta posizione e, infine, nella stagione 2023 aveva subito una penalità di 3 posizioni in griglia dopo aver causato impeding nei confronti di Lando Norris nella sua McLaren a causa di una mancata comunicazione radio dal suo ingegnere di pista, facendo così partire il monegasco solo dalla sesta posizione.
La stagione 2024 era una nuova possibilità e sperava davvero che, quell'anno, Charles sarebbe riuscito a realizzare uno dei suoi sogni più grandi e a portarsi a casa quella vittoria.
"Sono sempre carico per il weekend di gara qui a casa mia, spero solo che quest'anno vada tutto bene e di riuscire finalmente a portarmi a casa la vittoria o, quantomeno, un podio."
Alessia continuò ad accarezzargli il petto, disegnando cerchi immaginari attraverso il tessuto della maglietta. "Sono sicura che ce la puoi fare. Alla fine tutte le esperienze passate sono servite a temprarti, no?"
"Beh, immagino di si." Concordo Charles, lasciando un altro bacio sulla testa della ragazza e sorridendo smagliante. "Poi quest'anno ho anche te al mio fianco, devo fare bella figura per te, no?"
Alessia sorrise, annuendo leggermente, poi si spostò leggermente per riuscire ad alzare lo sguardo verso il suo viso, appoggiando il mento sul suo petto.
"Non hai assolutamente bisogno di fare bella figura con me." Ammise la ragazza con un sorriso smagliante, rabbrividendo leggermente quando lui infilò le mani sotto la maglia di lei, accarezzandole i fianchi nudi con la punta delle dita.
"Ah no?" Ammiccò Charles, mordendosi il labbro inferiore e sorridendo leggermente nel vedere lo sguardo di lei; i suoi occhi brillavano e, da così vicino, riusciva anche a notare alcune pagliuzze dorate nelle sue iridi color nocciola. "E perché non ne ho bisogno? Dici che è una battaglia gia persa in partenza? Perché non sono uno che si arrende facilmente."
Alessia sorrise e scosse leggermente il capo, poi si sporse ancora verso di lui e lasciò un bacio a stampo sulle sue labbra.
"È tutto il contrario, è una battaglia già vinta." Ammise l'italiana, osservando i lineamenti del viso di Charles ammorbidirsi alle parole di lei; il monegasco la strinse ancora di più a sé, avvolgendo meglio le braccia intorno al suo esile corpo e sospirando.
"Mannaggia a te, mi fai venire voglia di restare qui per tutto il giorno."
"Ti chiederei di restare." Sospirò lei, scostandosi finalmente da lui e lasciandolo libero di alzarsi. "Ma so che devi andare e che hai un lavoro da svolgere, quindi non ti trattengo oltre."
Charles riuscì finalmente ad alzarsi dal letto, passandosi le mani sulla maglia per eliminare eventuali pieghe; dopo essersi sistemato i capelli e aver finito di prepararsi, si girò nuovamente verso Alessia.
La ragazza era appena uscita dal bagno e indossava nuovamente i vestiti della sera precedente; non avendo i trucchi con sé, le occhiaie e qualche impurezza della pelle, come piccoli brufoli o punti neri, erano più visibili rispetto alla sera precede, ma Charles non poteva fare a meno di pensare che fosse ancora più bella così.
"Ti porto all'albergo così riesci a sistemarti." Le disse il monegasco, afferrando le chiavi dell'auto e offrendole un passaggio verso l'hotel. Solitamente raggiungeva il paddock in bici, ma avrebbe fatto un'eccezione per quel giorno data la situazione: non voleva certo che Alessia tornasse all'hotel a piedi.
"No, non preoccuparti posso andare a piedi, non è tanto lontano."
Il monegasco alzò un sopracciglio, guardandola attentamente.
"Sono almeno venti minuti a piedi se vai a passo spedito, venticinque a passo normale." Le fece notare; Charles conosceva le strade della sua città meglio delle sue stesse tasche, sapeva che era un percorso non proprio cortissimo quello che l'avrebbe riportata verso l'hotel e, visto che lei indossava i tacchi dalla sera precedente, non credeva certo fosse il caso che si facesse venticinque minuti a piedi con i tacchi. "Ti porto io, non accetto repliche."
"Charles potrebbero vederci e lo sai. È meglio se torno a casa da sola, non voglio finire di nuovo sui social e sui giornali, soprattutto perché se ci finisco io, ci finisce pure Edoardo."
"Lo so, ma hai i tacchi...." Cercò di convincerla il ragazzo, indeciso. Capiva perfettamente il suo punto di vista e avrebbe davvero voluto sostenerla da quel frangente e accontentarla, ma non gli piaceva l'idea di lasciarla tornare da sola visto che era stato lui a chiederle di rimanere per la notte.
"Ascolta faccio cosi: cammino fino al bar che c'è fra cinquecento metri e chiamo un taxi o un uber da li, okay? Così non devi accompagnarmi tu facendo ritardo e, allo stesso tempo, non rischiamo di essere fotografati insieme. Che dici?"
Il monegasco odiava l'idea di non poter essere totalmente un gentiluomo; avrebbe preferito di gran lunga accompagnarla lui piuttosto che farle pagare un taxi, ma quella era l'unica soluzione per accontentare, in qualche modo, entrambi.
"Okay" acconsentì infine, poi si avvicinò al mobile, recuperò il portafoglio e lo aprì. "Lascia almeno che ti paghi il taxi però."
"Cosa? No!" Alessia rifiutò subito quell'offerta, un po' perché era quasi offensivo che lui le offrisse dei soldi, come se lei non potesse pensarci da sola, un po' perché davvero non ve era la necessità e si sarebbe solo sentita in debito con lui. "Posso tranquillamente permettermi di pagare il taxi da sola, Charles."
"Ma è colpa mia se devi prenderlo, per questo voglio offrirtelo..." Il monegasco cercò in tutti i modi di farla ragionare per convincerla ad accettare ma, quando vide la determinazione negli occhi di Alessia, si rese conto che non sarebbe mai riuscito a convincerla. Richiuse il portafoglio e sospirò pesantemente, riponendolo all'interno della propria tasca dei jeans. "Okay.... Mi dispiace, non volevo offenderti in qualche modo, cercavo solo di essere gentile con te."
"Charles non ti preoccupare, riconosco le tue buone intenzioni ma davvero, non ce ne è bisogno." Per convincerlo ulteriormente e fargli finalmente capire che era tutto okay, la ragazza gli si avvicinò e lo baciò di nuovo. Le loro labbra si staccarono solo pochi minuti dopo, quando entrambi dovettero riconoscere che ormai si era fatto tardi e che era meglio, per entrambi, muoversi. Charles e Alessia salutarono il piccolo Leo, che sarebbe stato recuperato qualche ora dopo dall'amico Joris come già deciso il giorno prima, e i due si separarono all'uscita del palazzo, uno partendo verso il paddock a bordo della sua bici, l'altra diretta verso il bar poco lontano da cui avrebbe chiamato il taxi come se fosse una normale turista.
Quando Alessia arrivò in albergo con in mano i fiori che le aveva regalato Charles, fu subito investita dallo sguardo della sorella.
La più piccola si guardò intorno alla ricerca del piccolo Edoardo e di Riccardo ma nessuno dei due maschietti era nei paraggi, per questo aggrottò le sopracciglia, confusa.
"Dove sono Edo e Riccardo?"
"Al paddock." Rispose Elena con un tono di voce un po' freddo; aveva le braccia incrociate sotto il seno e non distoglieva lo sguardo dal viso di Alessia nemmeno per un istante. "Noi due dobbiamo parlare"
Alessia deglutì rumorosamente e annuì.
Si, avevano decisamente tanto di cui parlare.

~•~
Eccoci con il capitolo 27!
Cosa pensate di Charles e Alessia? Secondo voi Elena cosa avrà da dire ad Alessia?
Come sempre vi ringrazio per il vostro sostegno, ci vediamo sabato prossimo con il capitolo 28!
Saragarnier

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