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19 maggio 2024, Italia

Quando la sveglia era suonata, quella mattina, Edoardo ed Alessia erano gia con gli occhi spalancati, in attesa. Nessuno dei due era effettivamente riuscito a dormire bene, troppo agitati per la gara della domenica, troppo agitati per la gara di casa, soprattutto dopo la pole inaspettata della Ferrari davanti a tutti gli italiani.
Alessia aveva sempre sentito parlare della magnificenza della marea rossa presente sia alla gara Imola sia alla gara di Monza, ma mai se ne era resa conto come in quei due giorni che aveva passato nel paddock. Sentiva così tanta pressione per Charles che quasi si preoccupava per lui, sentendo lei stessa gli effetti dell'ansia che probabilmente sarebbe dovuto gravare sul monegasco, visto che la vittoria dipendeva per lo più da lui e dalla squadra, non certo da una tifosa come lei.
Eppure aveva fatto veramente fatica a dormire quella notte, forse perché si aspettava grandi cose e perché non vedeva l'ora di andare effettivamente alla cena che aveva promesso a Charles.
Il monegasco sembrava essere indemoniato durante la qualifica del giorno prima; non solo nel q1 aveva quasi rischiato di fare il miglior tempo con gomma gialla usata, contro giri eseguiti su gomme rosse nuove, ma aveva anche stabilito il miglior tempo durante l'ultimo giro del q3, prendendosi la prima posizione di forza, anche nonostante la scia che Hulkenberg aveva concesso a Verstappen per chissà quale motivo.
"Se proporre a Charles una cena in cambio di una pole lo rende davvero così veloce in pista, forse dovrei pensare a uscire ogni weekend di gara."
Si ritrovò a pensare la ragazza, mentre si preparava per la giornata; si stava lavando i denti quando Edoardo entrò nel bagno, allungandosi sulle punte e sporgendosi sul lavandino per recuperare il suo spazzolino rigorosamente rosso. Alessia gli mise un po' di dentifricio sopra, poi guardò il piccolo lavarsi i denti con il più bel sorriso che gli aveva visto fare nelle ultime settimane.
Anche se il piccolo Edoardo avrebbe voluto seguire Charles e la sua Ferrari fino in capo al mondo, Edoardo aveva accettato senza troppe proteste l'idea di aspettare di rivedere Charles fino ad Imola, anche se all'inizio ne era rimasto deluso. Con il passare dei giorni, però, Edoardo era sempre più felice e ansioso: iniziava a provare l'adrenalina scorrergli nelle vene gia dai primi di maggio, quando finalmente si rese conto di essere nel mese della gara di casa, a cui avrebbe finalmente partecipato.
Sia Edoardo che Alessia furono i primi a lasciare l'hotel, non volendo attendere oltre e preferendo aspettare l'inizio della gara girando per il paddock e guardando la gara di formula 2. Alessia, a dir la verità, sperava soprattutto di incontrare un certo monegasco in giro per il paddock, magari da solo per poter avere un'occasione per parlare senza orecchie indiscrete nei paraggi, ma questa occasione non si presentò fino alle undici della mattina, quando anche Elena e Riccardo avevano raggiunto il paddock.
L'italiana non si era proprio resa conto dell'arrivo del monegasco alle sue spalle, per questo sobbalzò, facendo un balzo in avanti e voltandosi immediatamente verso chiunque l'avesse sorpresa all'improvviso. Quando riconobbe quelle iridi color smeraldo, Alessia sentì le guance farsi particolarmente calde e un sorriso ebete prese posto sulle sue labbra.
Non ce la poteva proprio fare, lui era proprio bello, troppo per riuscire ad evitare brutte figure davanti a completi sconosciuti e davanti alle loro famiglie. Mentre da una parte vi erano Riccardo, Elena ed Edoardo, infatti, dall'altra vi erano gli amici di Charles, i suoi fratelli e la madre Pascale.
Alessia si ritrovò in imbarazzo quando Charles la prese per mano, invitando lei e la famiglia a presentarsi a Pascale, Lorenzo ed Arthur.
Edoardo fu il primo a dire il suo nome, mettendosi davanti a tutti e allungando la sua piccola manina come un perfetto gentiluomo; sia Lorenzo sia Arthur sorrisero di ricambio, abbassandosi all'altezza del bimbo per poter parlare un po' con lui mentre Pascale concentrava tutta la sua attenzione sul figlio di mezzo e su Alessia.
Anche se i suoi tre figli credevano il contrario, Pascale non era affatto cieca e aveva subito notato la forte intesa fra i due ragazzi, che avevano cercato di mantenere le distanze minime di sicurezza per evitare di creare fraintendimenti o far girare voci in giro per i social networks.
Nonostante Charles ne fosse ormai abituato, non voleva che l'attenzione dei fan ricadesse su Alessia o sulla sua famiglia, specialmente visto quello che gia stavano passando per via della malattia. Pascale, però, rimaneva sempre la mamma e, come tale, riconobbe subito del tenero nei loro sguardi, nel modo in cui si sorrisero e, soprattutto, nel modo in cui provavano a non farlo.
Era una guerra persa in partenza per Charles e Alessia: niente e nessuno poteva essere nascosto da mamma Pascale.
"È un piacere conoscerla, signora Leclerc." Sorrise Alessia, leggermente imbarazzata. Non sapeva bene come comportarsi, soprattutto perché non voleva creare alcun sospetto non solo in Pascale ma anche in sua sorella, che la stava osservando attentamente. D'altronde, Elena non era certo cieca e anche lei aveva notato dei comportamenti diversi nella sorella minore, soprattutto quando usciva l'argomento formula uno e, in particolar modo, quando Edoardo citava il nome del suo idolo.
La sorella più giovane diventò leggermente rossa nel presentarsi alla famiglia di Charles e lo sguardo di quest'ultimo addosso non la stava aiutando per nulla; scambiò sorrisi educati seppur imbarazzati e cercò di soppesare ogni singola parola per evitare di dire qualcosa di troppo, per evitare di far capire ad entrambe le famiglie che iniziava ad esserci del tenero fra di loro, per lo meno da parte sua.
"Oh ti prego, cara, non darmi del lei o mi sentirò tremendamente vecchia." Sussurrò dolcemente Pascale, offrendole un dolce sorriso. Alessia si fece immediatamente rossa, preoccupata di aver in qualche modo offeso la mamma di Charles; prima che potesse aprir bocca per chiedere scusa, Pascale riprese a parlare. "Chiamami pure Pascale, d'altronde ho sentito parlare molto di voi."
"D-Di noi?" Chiese a quel punto Alessia, diventando definitivamente rossa e spostando lo sguardo anche su Edoardo e sulla sorella, cercando di evitare però lo sguardo di Charles.
"Ma certo!" Sorrise Pascale, raggiante. "Charles non fa altro che parlare della vostra famiglia, mi ha raccontato di come tu, cara, hai fatto il possibile per attirare l'attenzione di mio figlio solo per far felice tuo nipote. È davvero ammirevole e molto gentile. Per di più, ho anche sentito che il piccolo in questione è molto educato e non posso fare a meno di notare che Charles aveva decisamente ragione al riguardo." Sorrise a quel punto, abbassando lo sguardo sul piccolo che era diventato leggermente rosso. Edoardo era ancora affiancato da Lorenzo ed Arthur, i due fratelli di Charles, ma non poteva certo evitare di ascoltare la loro conversazione, soprattutto se sentiva il suo nome essere pronunciato.
"Grazie!" Esclamò subito il bambino, anche se con un certo imbarazzo; nonostante ciò non si lasciò desistere e riportò lo sguardo sul più piccolo dei Leclerc. "Anche tu guidi per la Ferrari?"
Arthur sorrise leggermente e annuì, lanciando poi uno sguardo a Charles, che fece altrettanto. "Si, sono il pilota che si occupa delle simulazioni, quelle che permettono di rendere più veloce la macchina che guida Charles." Spiegò il biondo, sorridendo dolcemente.
Il piccolo si illuminò a quelle parole e sorrise smagliante. "È bellissimo!" Esclamò entusiasta, ammirando la famiglia Leclerc con gli occhi che brillavano.
Nel frattempo, Alessia, che era ancora tutta rossa per l'imbarazzo, non si era nemmeno accorta di aver fatto istintivamente qualche passo verso Charles, cercando con la mano un piccolo contatto. Aveva bisogno di sentire il calore della sua mano contro le proprie dita, aveva bisogno anche solo di sfiorarlo per riuscire a calmarsi e a non agitarsi ulteriormente. Cercò quel piccolo contatto nel modo più discreto possibile e, quando effettivamente le loro mani si sfiorarono appena, entrambi si rilassarono immediatamente. Le spalle di Charles si fecero più distese e rilassate, mentre Alessia rilasciò un piccolo sospiro di sollievo, tornando ad un colore del viso normale, non più rosso come un pomodoro.
Pascale era troppo gentile per far capire che quel gesto non era affatto passato inosservato, così fece finta di nulla, anche se un sorriso le si formò sulle labbra nel vedere l'espressione del figlio.
Era da un po' che non lo vedeva cosi e non poteva che essere felice per il suo bambino, anche se, ovviamente, Charles non era più piccolo. Amava i suoi figli con tutto il cuore e per lei non sarebbero mai stati niente di meno che i suoi bambini, anche se avevano ormai più di vent'anni ed erano ormai considerati degli uomini adulti.
Proprio per questo motivo decise di trovare un modo per lasciare i due giovani da soli, spostando lo sguardo sui fratelli Lorenzo ed Arthur come per cercare manforte.
"Che ne dici Arthur se facciamo vedere e se spieghiamo ad Edoardo il tuo ruolo in Ferrari?" Chiese dolcemente Pascale, notando subito il sorriso sulle labbra del piccolo di otto anni, che annuì emozionato, chiedendo subito alla mamma e al papà se poteva andare con Arthur e la famiglia Leclerc. Elena e Riccardo accettarono immediatamente e, insieme ai due fratelli Leclerc e alla mamma Pascale, si incamminarono verso il box lasciando Charles ed Alessia dietro di loro.
"Allora..." Fu Charles a spezzare il silenzio per primo, tossendo leggermente, imbarazzato. Guardò la ragazza di fronte a lui e si ritrovò inevitabilmente a pensare a quanto fosse bella e a quanto volesse baciarla. "Sei libera stasera per quella cena? D'altronde ho fatto pole."
Alessia arrossì da testa a piedi, ma annuì leggermente e sorrise lievemente, mordendosi il labbro inferiore e torturandolo leggermente. Non vedeva l'ora, a dir la verità, che arrivasse quella sera proprio per poter uscire con il monegasco. Non sapeva dove sarebbero andati o cosa aveva pensato di fare Charles, ma qualsiasi cosa sarebbe andata bene per lei e nulla avrebbe reso quella serata brutta, non se c'era di mezzo la presenza di Charles.
"Si, stasera sono libera." Disse immediatamente la ragazza, sorridendo ancora di più quando vide gli occhi di lui iniziare a brillare di luce propria, quasi tanto quanto gli accadeva ogni volta che saliva sul gradino più alto del podio. "Ma prima dovresti pensare alla gara, no?" Disse con un sorrisino, mordendosi il labbro inferiore.
"Certo." Confermò il pilota, facendo un passo verso di lei e afferrandole un polso; la attirò con se in un luogo più appartato del paddock, facendo un segno ad Antoine, che era solito seguirlo con la sua macchina fotografica. L'amico non disse una parola, annuì semplicemente e, visto che era comunque lontano per non ascoltare le loro conversazioni private, si girò di schiena e fece finta di controllare alcune foto gia fatte in precedenza per dare il tempo a Charles di sgattaiolare via sotto gli occhi di tutti.
Il monegasco riuscì a trovare un luogo più appartato dietro ad un cassone di un qualche tipo, lontano da occhi, orecchie e obbiettivi indiscreti. La prese poi per i fianchi e la attirò a se, facendo scontrare i loro corpi e abbassando lo sguardo sul viso di lei, molto vicino al suo.
"Se vinco cosa succede? Mi merito forse un premio aggiuntivo?" Sussurrò con un mezzo sorriso, leccandosi il labbro inferiore, guardandola con uno sguardo talmente provocante che Alessia non sapeva come facesse a reggersi ancora in piedi.
"Non lo so, ma direi che ho molto tempo per pensarci durante la gara." Disse lei, alzando un sopracciglio e sorridendo nel vedere le pupille di lui farsi più dilatate; era un cambiamento forse impercettibile agli occhi di qualsiasi altro, ma non per Alessia che avrebbe passato ore ad ammirare i suoi occhi color smeraldo. "Tu nel dubbio cerca di vincere."
"Quello sempre." Disse con decisione, stringendole ancora di più i fianchi e avvicinando il viso a quello di lei. Lasciò un bacio sulla sua guancia, scendendo poi verso la mascella e percorrendone il contorno fino ad arrivare al collo di lei. Le scostò dolcemente i capelli con le dita, facendosi spazio e andando a baciarle un punto particolare proprio dietro l'orecchio di lei, che la fece rabbrividire fra le braccia di lui. Charles sorrise, desideroso di vederla rabbrividire di nuovo fra le proprie braccia. "Che cosa mi fai, Alessia... putaine...."
La ragazza strinse leggermente le gambe, soprattutto sentendolo imprecare in francese; dio, avrebbe voluto risentire quel suono ancora e ancora, ma non poteva permettere che si distraesse e, proprio per questo, raccolse tutta la propria forza di volontà e aggiunse distanza fra loro. I loro petti si alzavano e abbassavano velocemente nonostante non avessero fatto nulla di così eclatante; la chimica e l'attrazione che vi era fra loro erano talmente forti da farli ansimare al minimo tocco o al minimo mugolio.
Avevano l'uno un effetto intenso sull'altra che era perfino difficile spiegarlo, se non impossibile.
"Devi restare concentrato." Disse lei, facendo un respiro profondo in cerca di altro autocontrollo, soprattutto visto che il suo iniziava a gridarle in testa "spingilo contro il muro e bacialo".
"Giusto." Concordò il pilota, facendo a sua volta un respiro profondo e annuendo; si passò una mano fra i capelli e sorrise leggermente. "Allora ci vediamo stasera nella Hall alle 20, okay?"
Alessia annuì, poi lo guardò incamminarsi verso il suo box pronto per prepararsi per la gara.
Imola non era un tracciato ideale, soprattutto perché non vi erano molti punti in cui poter effettivamente fare dei sorpassi. Era fondamentale per Charles mantenere la posizione in partenza, cosa che, purtroppo, non riuscì proprio a fare. Lottò con le unghie e con i denti per tenersi quella prima posizione ma non ci riuscì; la RedBull di Max Verstappen aveva eseguito una partenza perfetta e aveva conquistato la prima posizione alla curva uno, quando Charles si era ritrovato costretto ad alzare il piede, nonostante fosse pari pari al numero uno, per evitare di distruggere la macchina e ritrovarsi fuori dalla gara.
Fu una scelta difficile da prendere, ma il monegasco sapeva meglio di tutti che, a volte, era meglio pensare a portare la macchina a casa, soprattutto se il rivale in questione era Max Verstappen nella sua RB20.
Lottò con le unghie e con i denti per riprenderlo alla fine della gara, quando improvvisamente l'olandese sembrò perdere ritmo, iniziando a commettere più errori e rischiando anche di ottenere cinque secondi di penalità per track limits.
Ci sperò fino in fondo, ma non ne fu capace.
Non riuscì a portare a casa quella vittoria, non riuscì a portare a casa la vittoria della Ferrari ad Imola e fu quindi costretto ad accontentarsi di un misero secondo posto.
Nonostante l'amaro in bocca per la mancata vittoria, Charles sapeva di essere quantomeno riuscito a difendere la seconda posizione da un'ottima McLaren, quella di Lando Norris, e che finire sul podio in Italia, con la Ferrari, era comunque una vittoria solo per tutti i tifosi che vi erano a vedere la casa.
La marea rossa che vedeva sotto di se era una vittoria.
Con la testa pronta al GP di casa, Charles non potè fare a meno di pensare che quest'anno, forse, una speranza ce l'aveva. Aveva assaporato di nuovo il dolce e soddisfacente sapere della vittoria e non voleva far altro che vincere a casa per rendere orgogliosa la sua famiglia, per rendere orgoglioso Jules, per rendere orgoglioso suo padre.
E con quei pensieri in testa, Charles sorrise, pensando infine alla bella serata che lo stava aspettando, pensando alla ragazza di cui temeva di starsi innamorando.

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Eccoci qui con il capitolo 20!
Sono un po di fretta quindi non posso commentare molto questo capitolo, spero comunque che vi sia piaciuto!
Co vediamo sabato prossimo con il capitolo 21!
Saragarnier

Make-A-Wish|| Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora