Prologo

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Lariel sentiva delle voci provenire dal fondo del corridoio. Affacciandosi, la bambina aveva visto lo scorcio di un paesaggio meraviglioso: un tramonto sulla città degli elfi. Lariel si era messa a correre, ridendo, sotto alle foglie autunnali che le cadevano sui capelli, raccolti in una lunga treccia bionda. L'autunno le era sempre piaciuto: il suo compleanno, infatti, cadeva esattamente il primo giorno d'autunno. Liberandosi di una foglia secca cadutale sul naso, Lariel era tornata dentro alla dimora degli Elfi di Bosco Atro. Per lei era la sua casa, il posto dove passare il tempo. Era il suo nido, il suo piccolo rifugio personale (non era poi tanto piccolo, ma da certi punti di vista...). La treccina bionda dondolava velocemente sulle sue spalle mentre la piccola elfa scendeva giù per le scale. All'improvviso, però, il suo momento di felicità era stato interrotto. La porta principale si era aperta, cigolando con un rumore sospetto. Lariel si era indispettita: perché le guardie non richiudevano la porta? Avvicinandosi a passettini piccoli piccoli, la bambina aveva sbirciato fuori. Nessuna guardia. Lo stretto sentiero che conduceva alle porte del castello era stranamente silenzioso: non si sentiva neanche il fruscio delle foglie. Nel frattempo, Lariel combatteva con se stessa: uscire fuori a guardare o andare a riferire alla mamma? Aveva scelto la prima. Ed era corsa fuori.

Proprio nel momento in cui l'ultimo pezzo della sua veste passava dalla porta, un'ombra scura era uscita da sotto il ponte. Non aveva una forma definita, ma qualcosa nel suo incedere spaventava la piccola Lariel. Mentre la bambina cercava di urlare, l'ombra l'aveva avvolta e, senza lasciarle il tempo di reagire, l'aveva trascinata via. La povera Lariel continuava a gridare, ma nessuno sembrava sentirla. All'improvviso, dalla porta principale, era uscito il suo cuginetto Legolas. Con un grido, lui aveva cercato di afferrarla, di salvarla, ma l'ombra era troppo veloce per lui. Legolas era caduto, facendosi anche male, ma si era rialzato. Dopo un po', però, era caduto di nuovo. Ormai lei e il suo rapitore avevano girato l'angolo quando il cuginetto aveva gridato:" Lariel! Aspettami!"

Risvegliandosi, Lariel aveva constatato due cose: aveva di nuovo sognato quel momento spaventoso ed era... bagnata fradicia! Saltando al collo di Macchia di Sole ( un bel destriero pezzato ), la ragazza le aveva strofinato la criniera, ridendo. Erano passati già 200 anni e lei continuava a sognare quel momento! La cosa era sospetta. Sorridendo, Lariel si era sistemata i capelli biondi sulle orecchie a punta, nascondendole. In effetti, quando vivi in un mondo di umani e sei un'elfa, certe situazioni ti costringono a prendere delle precauzioni. Mentre si avviava per il sentiero, una fastidiosa vocina le sussurrava che quello non era un giorno normale: sarebbe accaduto qualcosa che l'avrebbe cambiata...

Che avrebbe cambiato il suo destino. 

Le avventure di LarielDove le storie prendono vita. Scoprilo ora