Strane coincidenze o incontri casuali?

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Il tranquillo galoppo di Macchia era proprio come Lariel se lo ricordava: veloce e gradevole. Il cielo era ancora rosato, segnato dai rimasugli dell'alba. Lariel non si era mai sentita così felice; purtroppo il suo vecchio amico, Gandalf, le aveva indetto un incontro lì vicino, in una specie di roccaforte abbandonata. Certo, il concetto di vicino, per lo stregone, non era molto chiaro: mancavano ancora diversi chilometri e il buio iniziava presto in quel periodo! Lariel aveva sbuffato. Come per gioco, la sua cara Macchia l'aveva imitata, ma nel suo verso Lariel aveva sentito una nota d'inquietudine.

La notte, arrivata al forte, Lariel si era accorta di essere stanca. Il suo unico pensiero era per Gandalf: se lo rivedo, lo costringo a cavalcare senza sosta una giornata intera! All'improvviso il nitrito di un cavallo era rimbombato nella valle, facendo rizzare la criniera alla sua fedele Macchia:" Ma di cosa hai paura? Di visitatori sulla nostra stessa strada? Mi conosci: se sono ostili potranno dire addio alle loro carriere di banditi!". Ma la cavalla continuava a essere inquieta. Il pericolo si stava avvicinando e  l'elfa sembrava non vederlo. Ma, con un gesto fluido, Lariel aveva sganciato il pugnale dal suo fodero segreto nella manica. Il lancio era perfetto: poco dopo, infatti, si era sentito uno strano grido e un tonfo. Armeggiando un po' con Macchia, che aveva iniziato a sgroppare, Lariel si era avvicinata al punto da cui proveniva il grido: un cavallo nero giaceva stecchito, riverso su un fianco. Il pugnale era arrivato esattamente tra gli occhi. Compiacendosi del tiro, l'elfa si era girata per andarsene... Ma altre due figure scure erano balzate fuori dall'ombra degli alberi: una era a piedi, mentre l'altra cavalcava un cavallo nero come la notte. Un altro tiro preciso: un altro cavallo a terra. Ma un'improvvisa inquietudine aveva preso il cuore di Lariel: c'era qualcosa che non andava in quegli individui. Con un balzo da felino, la ragazza si era girata verso i due contendenti e aveva estratto la spada, ma uno dei due aveva sibilato:" Arrenditi, elfa. Non sprecare la tua vita". Lariel era rabbrividita: quella voce sembrava appena uscita dal Regno dei Morti. Ma non sapeva quanto si era avvicinata alla verità. Il primo colpo era andato a vuoto, il secondo aveva fatto la stessa fine. Colpo, parata, colpo. Lariel si stava stancando in modo innaturale: i colpi di quegli esseri erano forti, e presto avrebbero trovato una breccia nella sua difesa. Infatti eccolo arrivare: il colpo le aveva lasciato un segno rosso sul fianco. Strillando di dolore, la ragazza si era gettata di lato per evitare un altra ferita, ma ormai stava per soccombere. Proprio nell'istante in cui lei se ne accorgeva, una freccia infuocata si era piantata nel collo del primo essere che, starnazzando come una gallina, si era messo a correre in cerchio. L'altro, sibilando infuriato, aveva lasciato il campo di battaglia e il suo compagno ferito. Aveva evidentemente fretta di andarsene! Alzandosi, Lariel aveva guardato il suo salvatore: indossava un cappuccio, che però gli era caduto. Girandosi, l'aveva guardato negli occhi: era un elfo. Biondo, occhi azzurri... a Lariel sembrava familiare. All'improvviso, i ricordi l'avevano assalita. E lei aveva riconosciuto lui, il suo amico, il suo compagno d'infanzia, il suo cuginetto... " Per caso sai dov'è Gandalf?", le aveva chiesto Legolas. 

Le avventure di LarielDove le storie prendono vita. Scoprilo ora