7 ~ Interferenza

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Apro il PC, clicco sul tasto di accensione. Devo porre fine a questa storia, prima ancora che arrivi al suo ultimo capitolo, perché ne sono certo, lo sento in ogni fibra del mio essere, non sarà un lieto fine e io sono già stanco di fare la parte dello spettatore passivo del dramma della mia vita.

Voglio un lieto fine, voglio riempire il vuoto. Smetterla di perdere tempo con Filippo. Non posso permettergli di spezzarmi il cuore.

Entro nel solito sito che mi ha fatto da location di incontri più o meno per un anno. Scorro la lista degli utenti che mi hanno contattato da quando ho smesso di accedervi. Ci sono dei nickname interessanti, poche foto di visi, tante di parti del corpo muscolose: petto, braccia, spalle – soprattutto spalle. Sbuffo.

Non ho voglia di uscire con Mister Muscolo, cerco solo un po' d'amore.

Mi si riempiono gli occhi di lacrime e mi mordo un labbro. L'immagine di Filippo che fa altrettanto subito dopo esserci baciati irrompe nella mia mente come un fulmine a ciel sereno. E mi sento in colpa per quello che sto facendo, come se lo stessi tradendo.

Sei stupido. Non state insieme. Non vi siete promessi nulla. È stato solo un bacio. Domani sparirà dalla tua vita.

Chiudo il PC.
Mi sento così impotente.

Il telecomando poltrisce a pochi passi da me, ma stasera non ho neppure voglia di riempire casa con voci che non conosco.

Incrocio le braccia sulla superficie del tavolo e nascondo la testa, mi copro la nuca con le mani, finisco per baciare il legno con la fronte. Mi piacerebbe scomparire, ora, adesso, subito.

-Oggi è il giorno, eh?-

-Eh?- mi costringo a spostare lo sguardo su Filippo.

È stato difficile, stamattina, sostenere il suo sguardo, parlare, sorridere, sfiorarlo accidentalmente mentre salivamo sul treno.

È stato difficile accettare il suo atteggiamento neutrale, la sua calma.

Si è comportato come se non fosse successo assolutamente nulla tra di noi, mentre a me, appena l'ho visto arrivare in stazione, mi si sono accartocciate le budella e il cuore mi è esploso in petto. Credo di essere pure arrossito, ma quando ho visto lui comportarsi come sempre ho finito per irrigidirmi, per imbarazzarmi e ho cercato in ogni modo di fare finta che non fosse al mio fianco – con risultati assolutamente fallimentari.

-Oggi devi restituire Chicco a tua sorella, no?-

Già. È l'Antivigilia di Natale. Oggi torna Stefania, stasera verrà a riprendersi Chicco. Lo stringo di più tra le mie braccia, lui, di tutta risposta, solleva il musetto verso di me e mi fissa con una certa incertezza nello sguardo. Gli occhi mi si appannano di colpo, li spalanco più non posso nella speranza di tornare a vedere chiaramente il prima possibile. Non voglio piangere in treno, cazzo, né – soprattutto – davanti a Filippo. Però, l'idea di tornare a casa, stasera, di aprire la porta verso il vuoto e il buio totale del mio appartamento mi mozza il fiato in gola. Devo distrarmi. -Com'è che non sei ancora in ferie?-

Filippo rimane impassibile davanti il mio repentino cambio d'argomento. Non sono certo che non si sia accorto della mia commozione, ma preferisco dare corda alla sua ostentata indifferenza che chiedergli conferme. -Potrei dire lo stesso di te- sorride solo con le labbra.

-Oggi è il mio ultimo giorno. Da domani al sette siamo chiusi-

Annuisce, incrocia le braccia sul petto e rivolge l'attenzione fuori dal finestrino del treno. Poggia la fronte contro il vetro e anche questa volta non mi ha risposto. Mi ha parlato di suo padre, di sua madre, ma continua a non darmi informazioni riguardanti la sua vita di adesso. Continuo a non sapere nulla di lui. Ci siamo baciati. Domani potrebbe sparire.

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