Venerdì 10 novembre 2023

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Jasmine ha la pelle ambrata e le forme piene. Ai tempi del liceo aveva la fissa dei fianchi troppo larghi. Ma era una fissa di molte, ingiustificata. E poi la sua famiglia che al posto di sminuire le sue ansie, le faceva una testa così sulle donne belle con i fianchi larghi, perché adatte a sposarsi e fare figli.

Ma lei è sempre stata allergica a quello che le dicevano, e al mondo che tenta continuamente di ruotarle attorno. Infatti è scappata a Milano appena finito il liceo, facendo la barista. Ora vive in un monolocale assieme a un'altra ragazza. Entrambe lavorano per agenzie d'immagine.

Non posso nemmeno dire che sia "originaria" della Riviera, perché in realtà è originaria della Tunisia. Quando viene da me è perché evita accuratamente i suoi e tutto il suo giro.

E poi è bella da far schifo, ed è intraprendente da far schifo. Aggressiva, senza peli sulla lingua. Ha fatto tornei di slam poetry e scrive pezzi comici sulle ragazze nordafricane di seconda generazione. Se io fossi lesbica sarei cotta di Jasmine.

Perché io sono il suo esatto contrario: sono fondamentalmente timida, non do confidenza, non so far ridere. Ma è grazie a lei che al liceo ho capito che potevo chiedere molto alla mia testa. Lei mi ha fatto capire quanto fosse importante la consapevolezza di sé stesse.

Una consapevolezza che vale anche per il corpo, e se ho deciso di usarlo in una certa maniera, nascondendolo al tritacarne dei social network e mettendolo in mostra nelle occasioni in cui faccio la hostess, dietro c'è un ragionamento consapevole.

Ieri sera io volevo andare a letto e lei mi teneva sveglia chiedendomi qualsiasi particolare e commentando con battute al vetriolo qualsiasi comportamento sopra le righe.

«Ecco perchè non lavorerò mai all'EICMA. Ma non ti preoccupare, ti ho ordinato il sex toy perfetto: un taser.»

Ho sorriso alla battuta, mentre lei continuava «Ecco vedi, quando lui allunga la manina, tu glielo appoggi qui sul collo e zac! Un piacere unico, mmm! Una scarica di adrenalina, o di cinquemila volt.»

Mi porta a fare colazione e poi mi accompagna in metro fino alla fermata della fiera, mi bacia e mi abbraccia e riparte correndo perché deve smaltire quello che abbiamo mangiato ieri sera con sushi da asporto. Per me è sempre prestissimo, ma la sua compagnia mi ha fatto bene.

«Venerdì è un giorno particolare» mi dice Chicca, «è il più fiacco. Non è il giorno d'apertura, e non è ancora weekend.»

In effetti ha ragione. Tuttavia le ore a cavallo della motocicletta non passano mai, se non scambiando qualche chiacchiera con chi ti è seduta di fianco, o guardando il cellulare.

Mattia: Sei all'EICMA

Lui è ancora convinto che io possa cambiare idea, riguardo al nostro rapporto ormai finito da un po'. Mi messaggia ogni tanto, anzi, troppo spesso per essere un semplice "amico". La verità è che non sa nemmeno lui cosa vuole da me. Abbiamo litigato varie volte su questo: lui vorrebbe Emma vestita da EICMA, ma la vorrebbe tutto l'anno e solo per lui. Ma nello stesso tempo non può sopportare che io all'EICMA vesta da EICMA.

E questo per me, è a dir poco inaccettabile. Dovrebbe fare pace col cervello, ma non ci riesce.

Io:

Mattia: Ci voglio riprovare

Io: Io no

Mattia: Dammi una possibilità

Io: Te ne ho date troppe

Sono sul punto di scrivergli "Non sono fatta per te" ma lo correggo in "Non ho i vestiti adatti per te" poi metto via il cellulare, torno a calarmi nella parte, accetto un biscotto alla Nutella che mi offre un signore sulla cinquantina. Sembra sincero, e io lo ringrazio sinceramente.

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