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Il tragitto in moto era stato silenzioso. Simone si era tenuto lontano ed emanava quella freddezza tipica di una persona arrabbiata, tanto che, arrivati al locale, scese senza degnarlo di uno sguardo e vi entrò.

Manuel rimase interdetto, ma doveva aspettarselo. A Simone non era mai piaciuto che qualcuno mettesse bocca sulle sue scelte, né che gli venisse detto cosa fare.
Non sapeva dire chi dei due avesse la testa più dura.

Si affrettò a seguirlo, aspettandosi tutto tranne che una bella serata, ma Matteo ci teneva e lui si era illuso di tornare un po' alla normalità.

Il locale era piccolo, ma accogliente. C'era una band che suonava musica indie e gruppetti di amici che bevevano birra e ridevano. Non ci mise molto a inquadrare il suo... Matteo stava come al solito al centro dell'attenzione mentre diceva chissà che cavolata.

"Ao" Manuel picchiettò sulle spalle di una ragazza che avrebbe riconosciuto ovunque.

Chicca si girò squadrandolo. "Toh, guarda 'n po' chi s'è deciso de venirme a trovare."

"Guarda che sei tu che te ne sei annata da l'altra parte de la città."

"Che? Nun ce l'hai più il numero mio pe chiamarme?"

"E tu?" rispose Manuel, senza perdersi d'animo.

Le conversazioni con Chicca erano sempre state un botta e risposta, ed era anche quello che l'aveva attirato di lei, però dentro di sé sapeva che la loro storia aveva sfumature molto lontane dall'amore.

C'era tanto affetto però... e Manuel non potè fare a meno di abbracciarla forte. "Ce manchi Chì."

Lei sorrise. "Anche voi, assai."

Si fermarono a parlare un po' della nuova scuola, dei nuovi compagni di Manuel, di tutto ciò che si erano persi della vita dell'altro nelle ultime settimane.

"Me piace proprio sta cosa che semo diventati amici. – lo sorprese lei, all'improvviso – Funzioniamo di più, vè?"

Manuel annuì. "So' contento pure io."

"E visto che semo amici... me spieghi che c'hai?"

Doveva aspettarselo che Chicca non avrebbe creduto alla sua maschera di allegria, lo conosceva troppo bene. "Nun c'ho niente."

Chicca sbuffò. "Manuel, ti conosco. Me sembri 'n cerbiatto in una battuta di caccia. Di solito sei il centro della festa."
Manuel si ritrasse subito. "Magari oggi non c'ho voglia. Che è, un crimine?"
"Per questo stai a guardà sempre Simone?"

Non le rispose. Il fiato gli era mancato a quell'affermazione. Sapeva che era vero, perché lo seguiva per la sala. Lo vedeva bere, ridere con gli altri – anche con persone di cui non conosceva il nome, cosa che lo faceva ammattire – e canticchiare canzoni che conoscevano entrambi.

Non gli era mai sembrato così irraggiungibile.

"Manuel, nun te voglio fa il terzo grado. Te voglio solo capì."

"Nun me capisco manco io Chì. – si lasciò sfuggire lui, con una nota di amarezza. – Lo so pure io che guardo Simone, ma non capisco perché."

"Davvero non sai il perché?" ribattè lei. "Manco a me me guardavi così."

"Senti, non me sembra il caso di parlare de ste cose mò."

"E quando? Vedi che lo so che Simone c'ha na storia con uno. Matteo me tiene informata. Voi aspettà che si sposano prima de darte na mossa?"

Manuel si sentì prudere le mani. "Ma che ne sai tu? Non sai come sto. Io ce sto a provà. Sto qua anche se c'ho sempre gli attacchi d'ansia, solo pe' sta vicino a lui mo che nun ce sta Mimmo. E me sento morì, perché vorrei fare cose che nun se fanno co gli amici, e ammetterlo sarebbe l'ennesima prova che io di me stesso non c'ho mai capito un cazzo."
Aveva il fiatone, gli occhi lucidi e il petto pesante. Aveva detto fin troppo, però per una volta si sentiva più leggero.

"Non puoi capire chi sei finchè non ci provi, sai?" Gli rispose Chicca dolcemente, lasciandogli una carezza leggera sulla guancia.

"Non posso solo provarci. Simone merita di più. Lui ha sempre avuto coraggio, si è sempre messo in gioco, anche quando facevo lo stronzo. Lui non ha paura di mostrare i suoi sentimenti... non posso dargli le briciole."

Non appena lo disse, Manuel si rese conto che era la verità. Simone non si era mai nascosto. Era lui che aveva provato a baciarlo la prima volta, che l'aveva assecondato, che si era messo da parte... e quando tra loro era successo di valicare la linea di confine, aveva accettato di far finta di nulla perchè era Manuel quello che non riusciva ad affrontare tutta quella situazione.

Simone aveva ammesso che per lui fosse stato bello, aveva ammesso che provava qualcosa, e Manuel l'aveva distrutto. Non poteva tornare da lui come nulla fosse, non finchè non si fosse sentito abbastanza sicuro tanto da riuscire a farsi avanti senza remore o impedimenti.

"'O capisco eh, però Simone è un bel ragazzo. Anzi, se te devo dì la verità, sti mesi gli hanno fatto proprio bene."

"Oh, Chì, nun te pare d'esagerare?"

"Gli occhi ce li ho pure io Manuel. E poi lo dico per te, non è uno che passa inosservato." E gli indicò poco lontano, dove un ragazzo biondo si era avvicinato a Simone con un drink in mano.

Manuel si sentì a fuoco, ma decise di avvicinarsi solo quando vide Simone guardarsi attorno, chiaro segno che vicino a quello non ci voleva stare.

Impiegò poche falcate e in quei pochi secondi la sua faccia ritornò ad essere quella dello strafottente Manuel Ferro, quello che si era messo nei giri loschi e causava le risse un giorno sì e l'altro pure.

"Forse è meglio se te ne vai. Simone è impegnato." Sputò fra i denti. Il biondo si girò lentamente verso di lui, guardandolo con sfida.
"Che? Sei così insicuro da dover marcare il territorio?"

Manuel non si premurò di correggere l'idea che si era fatta. Non aveva voglia di sottolineare il fatto che non fosse lui il ragazzo di Simone, nè si premurò di guardare quest'ultimo una sola volta. Non sapeva cosa ci avrebbe trovato nei suoi occhi, quindi fece finta di niente.

"No, ma lui è troppo gentile pe' dirte de annarte." Si avvicinò piano, con un sorriso sghembo. "A me le buone maniere nun me l'hanno mai insegnate 'nvece."

"Manuel, lascia stare." S'intromise Simone, mettendogli una mano sul braccio.

Era un piccolo contatto, ma sentì distintamente la pelle d'oca su tutto il corpo.

"é stato un piacere eh. Ciao."

Simone se lo tirò dietro, fino a portarlo fuori. Lo bloccò vicino al muro con poca fatica. Manuel si sorprendeva sempre della sua forza.

"Mo me devi spiegà che cazzo t'è preso."

E mo come te lo spiego?



Note dell'autrice:

Mi sono decisa a postare, anche se non sono convintissima.

Sono demoralizzata dopo aver visto le ultime puntate della seconda stagione. Hanno snaturato storie e personaggi, dopo una prima stagione meravigliosa. Non starò qui a fare la mia recensione, però sono veramente triste.

Sono felice che almeno qui su Wattpad esista la simuel canon. :(

Vi abbraccio,

Eleska

«ci pensi mai agli universi paralleli?»Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora