1. Nuovo inizio

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Il processo era finito da poco tempo, Simone era insieme a Dante davanti al carcere dove Mimmo era stato fino a quel momento. Simone non riusciva a stare completamente fermo, teneva le mani dietro la schiena mentre giocherellava con le dita e non riusciva a nascondere il sorriso che aveva sul volto. Dante, che era vicino a lui, notò la cosa ma evitò di fare domande. Si autoconvinse che in realtà fosse perché i due erano molto amici e Simone era felice per lui.

Dopo una quindicina di minuti Mimmo uscì dalla porta del penitenziario. Non si aspettava nessuno lì ad aspettarlo e per questo, appena vide Simone e Dante, gli corse incontro e quasi saltò imbracciò al ragazzo. Dopo un minuto si staccò, abbracciò anche Dante e guardò Simone negli occhi.
«Mimmo, - disse, mentre prendeva le mani del ragazzo e se le stringeva al petto - sei libero adesso. Te ne rendi conto? Tutto è, finalmente, finito.»
Mimmo annuì a quelle parole. I due ragazzi si guardarono negli occhi, sorridendo.

Il carcere alle loro spalle non faceva più paura e non gli importava se qualcuno li stesse guardando. Mimmo portò le braccia attorno il collo di Simone, che invece gliele avvolse intorno la vita. Avvicinarono i loro visi, trattenendo a stento i sorrisi, fino a baciarsi. Mimmo mise le mani sulle guance di Simone per accarezzarlo, come faceva sempre. Simone, invece, lo strinse forte a sè, come se non volesse farselo scappare.
Il bacio durò poco, non più di un paio di minuti, ma era il bacio con più amore che si fossero dati fino a quel momento. Entrambi erano finalmente felici, dopo molto tempo.
I loro maggiori problemi erano stati risolti e adesso erano insieme e nessuno li avrebbe più divisi.

Dante sgranò gli occhi, non si aspettava quello che era appena successo e non sapeva neanche come reagire. Rimase in silenzio, finché non fu Simone a riprendere la parola.
«Beh, papà. Mi sa che è il momento di dirtelo. Io e Mimmo stiamo insieme, da un po' di mesi.»
Dante li guardò e annuì, spostando costantemente lo sguardo da un ragazzo all'altro.

Arrivarono a casa, avevano deciso che Mimmo sarebbe stato da loro finché non sarebbe riuscito a vivere tranquillamente da solo. Era stato proposto da Simone e Dante gli aveva dato corda, anche perché non riusciva a pensare a un'altra soluzione.
Appena messo piede dentro la nonna di Simone li accolse, salutandoli e offrendo al nuovo arrivato qualcosa da bere che però venne gentilmente rifiutato.

Simone si rubò Mimmo con la scusa di fargli fare il giro della casa. Così lo portò in giro per tutte le stanze: prima la sala, la cucina, poi i bagni, le camere di Dante, Anita, della nonna... e infine la sua.
Aprì la porta e si trovarono davanti Manuel, al telefono, sdraiato sul materasso messo accanto al letto di Simone.
Si girò verso di loro e si accigliò, anche se cercò di nasconderlo, «uhm, che ci fa Napoli qua?»
Simone, dopo avergli tirato un'occhiataccia, gli spiegò la situazione e Manuel sbuffò mentre veniva cacciato dalla camera.
Simone tirò dentro Mimmo e chiuse la porta.

Subito lo strinse a sé e lo baciò, Mimmo ricambiò il gesto approfondendo il bacio. In pochi minuti i due si trovarono stesi a letto, uno sull'altro. Si guardarono negli occhi e poi Simone si sdraiò vicino a lui, nonostante ci fosse poco spazio dato il letto singolo.
«Purtroppo non possiamo, sono tutti a casa» gli ricordò.
Mimmo annuì, «però mo' nisciuno ci vieta e' fa' questo.» Si abbracciò a Simone, appoggiando la testa sul suo petto. Mimmo sorrise e Simone lo seguì, mentre passava le dita tra le sue ciocche di capelli.

Dopo un po' sentirono dei passi avvicinarsi e si misero velocemente a sedere, poco prima che la porta di aprì. Spuntò così Dante che gli avvisò di star uscendo con la nonna di Simone e che sarebbero rimasti in casa solo loro due e Manuel. Annuirono e in casa rimasero solo i tre adolescenti, Mimmo e Simone in camera mentre Manuel, sfrattato, sul divano.

«Dove eravamo rimasti?» provocò Simone.
Mimmo sorrise e quasi gli saltò addosso, gli si sedette in braccio e iniziò a baciarlo. Gli iniziò a sfilare la felpa, poi portò le mani sui bottoni dei jeans cercando di levarli. Simone lo aiutò e in poco si trovarono uno sotto l'altro e i vestiti lanciati in un angolo.

  «Dimmi se ti faccio male.»
«Non te preoccupare» lo rassicurò Mimmo mentre gli accarezzava una guancia, come faceva sempre.

Simone cercò di essere più delicato che poteva, alternava l'atto a delicati baci su tutto il corpo, facendo sussultare il corpo del partner ogni volta.
Dopo una mezz'ora si rivestirono, aiutandosi a vicenda.
Simone si sdraiò sul letto a pancia in su, mentre Mimmo rimase seduto a guardarlo. Simone rise, lo prese per un braccio e se lo tirò vicino, strappando un sorriso anche all'altro. Iniziò a passargli una mano sul viso, seguendo tutti i suoi lineamenti. Mentre Mimmo teneva gli occhi chiuso per godersi quel tocco, così delicato e gentile.

————

Verso sera scesero in cucina per cenare insieme agli altri. Si sedettero a tavola uno affianco all'altro e salutarono gli adulti tornati a casa da pochi minuti. Mentre Virginia metteva a tavola i piatti Dante chiese ai ragazzi com'era andata, i due si diedero uno sguardo complice prima di rispondere con un "bene". Manuel invece non rispose e, quando Dante glielo chiede direttamente, bofonchiò un "normale" anche se non molto comprensibile. I cinque cenarono, più o meno tranquillamente, anche se Manuel era più zitto del solito e Simone e Mimmo si lanciavano un po' troppi sguardi.

«Si può sapere che succede?» chiede Dante.
«Succede che me hanno sfrattato pe' scopare!» sbottò Manuel, quasi urlando mentre guardava Simone e Mimmo. Simone provò a difendersi, però Dante lo fermò per cercare di non creare altri casini.
«Adesso calmatevi. Manuel non urlare e Simone tu non portare avanti 'sta faccenda. Okay?»

Entrambi annuirono non guardandosi in faccia l'un l'altro.
La cena riprese più o meno normalmente, si cambiò discorso e sembrò una sera come tutte.
Appena finito di mangiare Manuel tirò Simone da una parte.
«Perché?» gli chiese, cercando di non alzare troppo la voce così che gli altri tre ancora in cucina non sentissero.
«Perché cosa?»
«Perché fai così adesso? hai detto de amarmi, che 'o avresti fatto pe' sempre e ora... ora sei sempre co' 'sto avanzo de galera, come se ti avesse salvato 'a vita mentre in realtà ti sta solo portando nei casini.»
Simone lo guardò dritto negli occhi e incrociò le braccia. «Almeno con lui sono felice. - Disse con un tono privo di emozioni. - Anche tu mi hai messo in molti casini, con una differenza però. Tu mi ci hai buttato in mezzo, con Mimmo mi sono proposto io di aiutarlo. In più lui non mi ha mai fatto stare male, anzi si è sempre preoccupato per me. Tu dove sei stato fino ad ora? A scopare con Nina?»
Manuel fece per difendersi, ma Simone uscì dalla stanza senza ascoltarlo.

————

Arrivò la sera e tutti si divisero per andare nelle proprie camere.
Simone si sdraiò sul letto e Mimmo sul materasso messo a terra a fianco a lui, Dante aprì la porta per dare la buonanotte a entrambi e poi uscì. Mimmo allora si girò verso Simone, «non è che mi presta 'na tua felpa?»
Simone ridacchiò vedendo l'espressione imbarazzata di Mimmo, «certo scemo» disse avvicinandosi all'armadio. Diede un'occhiata veloce e ne tirò una fuori, la passò all'altro ragazzo che la infilò immediatamente. Entrambi si sdraiarono di nuovo, Simone sul letto e Mimo sul materasso.

«Credi davvero di dormire lì tutta la notte?»
«Ca intende?»
«Vieni qua, scemo» disse Simone, alzando la coperta del letto per invitarlo a draiarsi con lui.

Mimmo non se lo fece ripetere due volte e si infilò nel letto di Simone. Appoggiò la testa al suo petto e avvolse le braccia a lui, mettendo pure una gamba su quelle di Simone come per stringerlo ancora di più. Simone sorrise e iniziò ad accarezzare la schiena a Mimmo, mentre chiudeva gli occhi e si godeva la vicinanza con il suo ragazzo.
Mimmo sbadigliò e poi si ri-appoggiò a Simone, con gli occhi che quasi non si aprivano più. Simone gli diede un bacio sulla fronte e gli sussurrò, in modo quasi inudibile, «buonanotte».
«Buonanotte» gli rispose e si addormentò pochi istanti dopo.

Simone non riusciva a dormire, non riusciva a smettere di guardare il ragazzo che dormiva su di lui. Continuava ad accarezzarlo, sfiorando con delicatezza ogni millimetro del suo viso come se volesse essere certo che fosse reale.
Non gli sembrava vero. Dopo tutto quello che avevano passato, vederlo lì sembrava quasi un sogno dal quale non si voleva svegliare. Erano insieme, felici e al sicuro. Nessuno dei due si sentiva così da tempo, ma adesso nessuno gli avrebbe tolto tutto questo.

Nota autrice
(1485 parole)
Tiktok mi ha convinto a pubblicare una fanfiction su di loro, che avevo scritto per i fatti miei ancora prima degli ep. 11 e 12, e quindi eccoci qui. Non so quanto spesso pubblicherò ma giuro che la finirò.

Per Sempre Insieme - SimmoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora