Partenza

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Passò una settimana dove io e Riccardo ci vedevamo sempre per recuperare quei giorni che non avevamo passato insieme.

Era domenica mattina e dopo essermi vestita scesi le scale per andare in cucina.

Scaldai il latte e mentre stavo per iniziare a mangiare arrivarono i miei genitori con un espressione felice in volto.

Io gli dissi "Buongiorno!" e loro ricambiarono il saluto.

Si scambiarono un occhiata e poi mi dissero "Abbiamo una buona notizia da darti!"

"Tuo padre ha trovato il lavoro che ha sempre sognato di fare ...l'arredatore però non è in questa città...è a Milano!"

Dopo queste parole mi sentii male, proprio quando la situazione si era stabilizzata c'era qualcosa che la rovinava!

Con la voce tremante chiesi "Quando si parte?" e mia mamma mi rispose"La prossima settimana! Non sei contenta?"

Io le dissi "Per il lavoro si ...ma per il trasferimento no...qui ho tutti i miei amici e non posso lasciarli!"

"Amore dai...ti troverai dei nuovi amici! Sarà bello! Non ti ricordi? Da piccola volevi tanto andarci!"

"Da piccola però!"

"Dato che ormai sono diciottenne e responsabile posso rimanere qui o dai nonni?" dissi speranzosa.

"Non se ne parla nemmeno! Tu verrai con noi!"

Ormai arrabbiata e triste di perdere tutto il mio mondo corsi in camera e chiusi la porta di botto.

Sentii i discorsi dei miei genitori che dicevano "Non l'ha presa molto bene..." "Per niente "

Demoralizzata chiesi alla mie amiche di vederci al parco per dire la notizia.

Mi preparai velocemente e uscii di casa.

Appena arrivai vidi le mie amiche che subito mi abbracciarono dopo aver notato gli occhi lucidi.

"Mari cosa c' è che non va?" "Ragazze ...mi devo trasferire" detto questo ricominciai a piangere.

L'unica cosa che riuscii a vedere con lo sguardo sfuocato per il pianto erano i loro visi sconvolti e allo stesso tempo tristi.

"Dimmi che stai scherzando! Non è un bello scherzo Mari!" "Vorrei tanto che fosse uno scherzo ma sfortunatamente non lo è!"

"Non puoi restare qui ? Tanto sei maggiorenne ormai!"

"Non posso..." dissi tra le lacrime.

Poi si misero a parlare tra di loro e dopo cinque minuti si rivolsero a me dicendomi "Troveremo una soluzione !" .

Io le dissi "Grazie per il vostro aiuto ragazze !Ora andiamo a casa mia cosi magari riuscirete a convincerli di farmi restare ".

Ci avviammo verso casa mia in silenzio ,era un silenzio triste che parlava da solo.

Aprii la porta di casa e corsi in camera mentre Chiara ,Vanessa, Martina e Elena si avviavano verso la cucina dove si trovavano i miei genitori.

Appoggiai l'orecchio alla porta della camera per sentire i loro discorsi e sperando che le mie amiche convincessero i miei genitori a farmi restare a Fano.




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