«Ci sarà una festa a casa di Calum sta sera.»
Era stato Michael, il ragazzo dai capelli lilla, a parlare subito dopo essersi comodamente stravaccato sul divano di casa Hemmings e aver adagiato i piedi sul tavolino di vetro. Luke, dal canto suo, se ne stava appoggiato al davanzale della finestra. Sigaretta in bocca e schiena rivolta verso di loro.
«Va bene.»
Una risposta ferma e concisa. Un classico. Quando fumava si esternava in un altro mondo. La sua mente viaggiava a trecentosessanta gradi, senza rendersi conto di finire in uno stato di trance per i troppi pensieri.
Ma Rosaleen non ci dava più peso, perché dopo aver consumato quel sottile tubicino di carta e tabacco, ritornava il Luke di sempre.
Con il solito sorriso stampato in volto e le sue battute pessime a rallegrarti la giornata.
Si avvicinò all'amico, si passò le mani sulle pieghe della gonna cercando di mantenerla il più lunga possibile e con un lieve slancio si sedette sul davanzale. Era alquanto buffo come, anche se sedeva su un rialzo, Rosaleen risultava sempre più bassa di lui.
E per questo una risata cristallina e divertita fuori uscì dalle sue labbra, invadendo il salotto e ravvivando quel piatto silenzio che si era andato a creare.«Rosy, è tutto okay?», le domandò Luke - sopracciglia aggrottate e le sottili labbra stese in un mezzo sorriso -mentre spegneva la sigaretta ormai finita nel posacenere.
Annuì con il capo lei, incastrando lo sguardo negli occhi azzurro cielo del ragazzo. Poi una voce, quella di Michael, la riportò alla realtà.«Vieni anche tu?»
Rosaleen si inumidì le labbra, non sapendo cosa dire. Non era un tipo da feste, lei. Si sentiva estranea a quel "mondo", troppo confusionario e caotico, troppo diverso e in contrasto con la sua personalità. Erano tante le volte in cui Luke aveva provato a convincerla, ma come ogni volta aveva declinato l'offerta. Scosse il capo quindi, abbassando lo sguardo sulle punte delle scarpe. Non voleva fare la figura della pappa molle, ma non avrebbe di certo cambiato idea solo perché un ragazzo carino - perché sì, Rosy ne era affascinata - glielo aveva proposto.
Michael scoccò la lingua sul palato, alzandosi dal divano e stirandosi la schiena come se si fosse appena risvegliato da un sano riposino pomeridiano. I capelli erano lievemente spettinati sul davanti e appiccicati sul dietro a causa dello schienale di pelle al quale si era appoggiato, ma agli occhi di Rosy risultava ancora più attraente di quanto già non era. Sorrise sotto i baffi lei, nascondendo poi la fila di denti bianchi con la mano destra.«A quanto vedo abbiamo qui tra noi una tutta casa e chiesa,» si rivolse a Luke questa volta, appoggiando la mano sulla spalla del biondo con un rumore sonoro, «Hai fatto proprio un bel affare.»
A quelle parole, Rosaleen smise di sorridere.
«Dai Mike, piantala,» sbuffò l'altro ragazzo, scostandosi la mano di dosso, «E solo che non le piace il casino, tutto qui.»Michael rise, guardando poi la ragazza negli occhi. Erano così simili ai suoi, di quel verde particolare che attira più di una calamita. Un verde del tutto da scoprire, pieno di sfumature. Un verde quasi impercettibile alla luce del sole, così delicato da non capirne il colore.
«Beh, sarà per la prossima. Io vado Luke, » annunciò Michael al biondo, la porta d'ingresso spalancata e giubbotto di pelle in mano, «Ci vediamo stasera.»
Concluse uscendo, richiudendosela alle spalle.«Coglione,» bofonchiò lei, incrociando le braccia al petto per il nervoso. Chi diavolo si credeva di essere per denominarla in quel modo? Nessuno, ecco chi. Non la conosceva affatto e si prendeva pure il privilegio di insultarla così apertamente. Che poi, non era proprio un insulto, ma era comunque un affermazione sgradevole alla sua persona. E questo, Rosaleen, non lo digeriva.
«Mi spieghi perché conosci solo deficienti?», quasi urlò mentre con passo pesante e deciso si diresse in cucina. Lui, d'altro canto, la seguì a ruota.
«Eddai Rosy, non te la prendere», dichiarò lui circondando la vita della ragazza con le sue lunghe braccia, attirandola poi a se e appoggiando il mento sul capo di lei, «Fregatene di cosa dice, sappiamo entrambi che non è vero. »E con quelle parole, Rosaleen si rasserenò. Non doveva dimostrare niente a nessuno, tanto meno ad un coglione come Michael. Lei era quello che era, e di sicuro non una "suora".
«Sei il migliore,» dichiarò con un sorriso, stampandogli un bacio a fior di labbra. Lo facevano spesso, era una cosa normale tra di loro e nessuno aveva mai fatto domande.
«Avevi dubbi?,» scherzò lui ammiccando alla ragazza.
«Cretino.»E detto ciò si diresse verso la porta.
Si sistemò i capelli, e prima di uscire si rivolse a Luke.
«Ci vediamo domani, e ricorda di non bere troppo.»
«Non ti fidi di me?»
«Ciao, Luke.»[ . . . ]
Appena arrivata a casa si era rintanata in camera sua, consapevole che non ci sarebbe stato nessuno ad aspettarla. Sua madre sarebbe tornata tardi per via del suo lavoro, era un chirurgo e come tale aveva il dovere di prestare servizio in ospedale, e l'ultima volta che aveva visto suo padre era stato durante il suo dodicesimo compleanno. Aveva vinto un gratta&vinci e non era più tornato. Che vigliacco.
Balzò giù dal materasso sul quale si era sdraiata, raggiungendo quindi il bagno e sbuffando ad ogni passo. Si spogliò dei suoi abiti giornalieri, rimanendo a contemplare la sua figura davanti allo specchio. Era cambiata rispetto all'anno passato: i capelli le erano cresciuti sino ad arrivare fin sotto il seno (a differenza della sua altezza, che da anni era ferma al metro e sessantacinque), mentre la carnagione aveva assunto un colorito più scuro.
Si struccò, insaponandosi e sciacquandosi il viso a dovere, si pettinò i capelli dopo averli liberati dalla presa infernale quale era la treccia e si diresse verso il letto.
Ma appena appoggiò il capo sul cuscino, il telefono si illuminò.( Whatsapp: )
AussieBoy : Non ci sei alla festa. M.
LittleRose🌹: Non mi piacciono.
AussieBoy: E vuoi privare questo ragazzo di godere alla tua vista? M.
LittleRose🌹: Perché continui a scrivermi queste cose?
AussieBoy: Perché vorrei tanto scoparti. M.Rosaleen scosse il capo, schiudendo di poco le labbra. Era di sicuro qualche ragazzo che si prendeva gioco di lei, a nessuno era mai interessata. Perché mai adesso?
AussieBoy: Sei morta? M.
LittleRose🌹: Vaffanculo.Spense il telefono e si fasciò il corpo con le lenzuola color porpora. Aveva appena mandato a quel paese uno sconosciuto. Era soddisfatta.
Ed ecco a voi il secondo capitolo! Lo so che ho impiegato un sacco ad aggiornare, ma il mio cervello era in modalità stand-by, quindi chiedo perdono per l'attesa. Gli altri personaggi arriveranno nel prossimo capitolo, per ora accontentatevi dei Muke e della nostra bellissima Rosaleen. Vi si ama ❤️
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Sunflower ➳ m.c. [ 5sos ]
FanfictionRosaleen ha diciassette anni e non ha mai avuto un fidanzato. Non ha mai provato l'ebbrezza del primo bacio o la sensazione delle farfalle nello stomaco. Un giorno però, mentre cammina per strada, le arriva un messaggio da un numero sconosciuto. L'a...