Stiles non si fa più vedere per una settimana. Spera così di sentirsi meglio, di schiarirsi le idee, di capire cosa fare, come comportarsi, ma niente. L’unica cosa che sente è una forte mancanza ma nemmeno riesce a capire di chi o di cosa. È appena uscito dall’ufficio quando gli arriva un messaggio.
(Ore 18.13) Ti hanno rapito gli alieni. DH
Solo in quel momento Stiles realizza quanto, nonostante praticamente non lo conosca, gli è mancato Derek.
(Ore 18.15) Mi dispiace deluderti ma dovrai sopportare la mia presenza ancora per un po'. SS
(Ore 18.17) Non mi sembra proprio. Sei sparito. DH
Stiles si sente terribilmente in colpa: ha pensato esclusivamente a se stesso senza ricordare che, anche se non glielo ha mai detto direttamente, Derek contava sulla sua presenza.
(Ore 18.20) Hai ragione, scusa. Mi sono dimenticato di dirti che hanno dimesso nonno. E a lavoro è un periodo di caos. Scusami. SS
(Ore 18.22) Come minimo, per farti perdonare, mi devi una cena. DH
(Ore 18.23) Quando? SS
(Ore 18.24) Stasera? DH
Il cuore di Stiles comincia a battere furiosamente. Troppo.
(Ore 18.26) Stasera mi sembra perfetto. Dimmi dove e a che ora. SS
(Ore 18.28) Sarò tuo ospite. Decidi tu. Aspetto le indicazioni. DH
Stiles impiega un’ora prima di inviare a Derek la posizione del posto in cui vuole cenare. Vieni tra un’ora e mezza, almeno, gli scrive. Derek risponde poco dopo.
(Ore 18:40) Ero un po’ brillo la sera, ma quando sono andato via la mattina ricordo da dove sono uscito. Sarò a casa tua tra un’ora e mezza e sappi che amo il cioccolato. DH
Stiles prepara la cena con le mani che tremano e il cuore che batte forte. Non può fare a meno di chiedersi se quello sia un appuntamento, se abbia fatto bene a proporre proprio casa sua, ma un ristorante gli era sembrato ancora peggio.
Quando inforna il secondo, sente il suono del citofono e, mentre aspetta che Derek salga si guarda allo specchio: ha la felpa logora che usava al liceo, dei jeans strappati e probabilmente puzza anche di soffritto. Si è dimenticato di lavarsi.
Il suono del campanello lo manda ancora più in panico, perché deve anche controllare il secondo in forno, ma apre e si schiaffa sul viso un sorriso che spera possa distrarre Derek abbastanza dal non notare in che condizioni è.
“Sembri ancora più giovane. Ce li hai diciotto anni, vero?” è quello che dice l’uomo appena lo vede, sorridendo.
Stiles sa di essere arrossito, ma allo stesso tempo si sente lusingato da quella domanda. “Perché, che problemi avresti se io non fossi maggiorenne?” chiede, ammiccando giusto un po’, mentre lo fa entrare. “Ero così impegnato a cucinare, che ho dimenticato di cambiarmi. Puzzo anche, vero?” aggiunge, per smorzare quel leggero imbarazzo.
Solo che non smorza un bel niente, perché Derek si sporge verso il suo collo e Stiles può giurare di aver sentito la punta del suo naso sfiorarlo. “Se la cena ha il tuo stesso buon odore, allora dev’essere proprio appetitosa.”
Stiles non sa se Derek ci stia spudoratamente provando, se sia fatto proprio così o se è lui stesso a vedere malizia in due frasi su due che ha pronunciato, ma se fosse per lui la cena potrebbero anche saltarla e si offrirebbe come pietanza principale. “Vuoi darmi la giacca?” chiede, invece, invece di chiederlgi altro.
Derek gli passa la giacca di pelle, poi lo segue in salotto. “Cos’hai preparato, quindi?”
“Per ora ti siedi sul divano e ti offro una birra, perché devo controllare di non bruciare nulla. Mi aspetti qui?”
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Serendipity
FanfictionStiles ha sentito il cuore fermarsi quando l'ha saputo: Carlos non rispondeva a telefono da una settimana ma credeva fosse arrabbiato con lui dopo la furiosa discussione che avevano avuto, non che fosse in coma. Stavano insieme da sei mesi e a parte...