Quando qualche ora fa sono andata a aprire la porta pensando che dall'altra parte ci fosse qualcuno che volesse entrare nell'attico, non avevo considerato la possibilità che avrei trovato un Alex alticcio e con il corpo ricoperto di lividi.
E sicuramente non avevo considerato che lo facessimo quattro volte di seguito dopo la volta sul marmo del lavandino.
Soprattutto poggiati alla ringhiera di ferro battuto delle scale -da provare, credetemi.
Non pensavo fosse possibile reggere così tante volte.
Non hanno una sorta di resistenza limitata in questo senso gli uomini? Ma Alex a quanto pare no. E i miei muscoli -piacevolmente- indolenziti sono testimoni della magia che è Alex Rendel.
Onestamente, non voglio pensare alle conseguenze per ora.
Non voglio pensare a domani, ai se e i ma.
Ora siamo solo io e Alex.
Una donna e un uomo che si desideravano e sono scoppiati come due scintille in contatto tra loro.
Il suo respiro caldo delicato è sulla mia schiena e si alterna a baci a stampo su ogni centimetro della mia colonna.
Le sue dita ruvide disegnano piccoli cerchi sulla pelle nuda di braccia, petto e stomaco. E io sorrido tra me e me perché è l'unica cosa che riesco a fare.
«Non hai idea di quanto ti desiderassi, Kate», mormora ad un certo punto, fermando il movimento delle mani e posando la fronte sul retro del mio collo.
Non dirlo a me, Alex.
Sospiro e mi volto verso di lui. Il cielo dei suoi occhi è fisso su di me quando allunga una mano oltre il mio fianco e mi attira al suo petto, come se non potesse starmi troppo lontano.
Non sono una donna timida, ma il livello di tensione che mi trasmette quest'uomo è sempre qualcosa di inaspettato. Distolgo lo sguardo quando sento che diventa tutto troppo intenso.
Per un brevissimo istante socchiudo gli occhi per bearmi della sua presenza.
Poi li riapro e a mia volta poso una mano sul suo petto che si muove a ritmo regolare.
Il battito del cuore rimbalza sul mio palmo e il mio cuore, che pensavo ormai fosse spento, suona all'unisono con il suo.
Come se fossimo una perfetta sintonia incapace di interrompersi.
Non diciamo niente, i nostri occhi si scontrano e si incontrano, analizzando la situazione. Assorbiamo ogni nostro dettaglio in un silenzio piacevole che ci abbraccia nel buio di una notte newyorkese qualunque.
Faccio scivolare la mano dal petto fino alle sue costole, attenta a non fargli male.
Il gonfiore si è attutito e i lividi sembrano aver apprezzato il ghiaccio e la pomata di qualche ora fa.
«Posso dormire qui?», domanda, seguendo i miei movimenti. Giocherella con una ciocca dei miei capelli, mentre io sbircio la coda del serpente con gli occhi e traccio i limiti della testa con l'indice.
Ammetto che a primo impatto non immaginavo che una persona dall'aspetto impeccabile e sofisticato come il suo potessero nascondere un tatuaggio del genere.
Ma come dice il detto? Sono sempre i più silenziosi a nascondere le sorprese.
«É casa tua», replico, stringendomi nelle spalle. «Non devi chiedermi il permesso, Alex». Ridacchia e si sporge, baciandomi dolcemente sul naso. Giusto un accenno di labbra.
«E invece, sì. L'ultima cosa che voglio è che pensi mi stia approfittando della situazione. Tu mi piaci sul serio, Kate. Non voglio metterti a disagio. Tu ora vivi qui e...Non voglio che tu te ne vada, Kate».
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Unthought of Love
ChickLit«Chi sei, tu?» «Credo che in fondo tu lo sappia, Kate» «Mi hai mentito!» «Bugia, omissione. Semantica. Quello che conta, 'loca', è che ho vinto, io». «Hai vinto, si. Ma a che prezzo?» ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~ Lei era uno degli avvocati...