22. ALEX.

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Ceni con me stasera? Le ho davvero detto così?

Alex, fottuto idiota.

La sigaretta brucia sulle mie labbra mentre la nicotina inizia a alleggerire il peso sulle mie spalle man mano che la sostanza si fa largo dentro di me.

Ho una mano sul volante mentre l'altra si muove freneticamente tra le mie ciocche scure in preda al nervosismo.

Non posso credere che è detto quella merda.

Io sono Alex Rendel, il Cacciatore. Io non vado agli appuntamenti. Ma per Kate Anderson? La mia mente è in continuo stato di confusione.

É così sbagliato desiderarla? É così sbagliato voler avere di più?

Mesi fa, quando ho visto le sue foto per la prima volta, avevo già capito che sarebbe stata un problema: lunghi e folti capelli castani, occhi nocciola sopra ad un accenno di piccole lentiggini quasi invisibili sul naso e cosce da capogiro che mi facevano pregare di morire solo per un assaggio.

L'ho studiata, osservata, e ho imparato le sue abitudini a memoria.

Le colazioni con il suo capo - Jeremy - di cui ancora devo capire l'esigenza, mi avevano stregato.

Le sue mani morbide che stringevano la tazza di caffè, Jeremy che diceva qualcosa e lei scoppiava in una risata genuina, buttando la testa all'indietro come se fosse la cosa più divertente che avesse mai sentito.

I lunghi turni a lavoro in cui finiva sempre troppo tardi e prendeva la metro da sola: mi faceva impazzire l'idea e da lì l'abitudine di tallonarla fino a quel suo vecchio appartamento di merda assicurandomi che non mi vedesse e che nessuno la seguisse.

Oltre me, ovviamente.

Lei era mia.

Era la mia preda.

Se c'era qualcuno che avrebbe dovuto spezzarla quella persona sarei stata io.

Dovevo essere io. Quello che per mia sfortuna non avevo previsto era che più la seguivo, più la studiavo, più la volevo.

Più la vedevo seduta nei divanetti del Paradise con quel suo migliore amico Christofer - gay per sua fortuna, altrimenti non sarebbe ancora fra noi - più volevo toccarla.

Ma non potevo. Dovevo stare nell'ombra della sala e limitarmi a osservarla da lontano e prendere appunti sulle sue abitudini per fare rapporto e capire come e quando colpire al momento giusto.

Ma dopo un po' di tempo passato a fissarla, l'unica cosa che desideravo era mettere le sue gambe a cavalcioni sopra le mie cosce e venerarla implorando per il suo cuore.

Cosa farebbe se scoprisse chi sono davvero e cosa faccio? Verrebbe ancora a letto con me?

Accetterebbe ancora di cenare con me questa sera se sapesse che è tutto una bugia? Sento il sangue ribollire e le nocche diventare bianche da quanto stringo il volante.

Sei un mostro.

Questo direbbe, Kate, se conoscesse la verità.

Vattene.

Mi rifiuterebbe.

Mi hai mentito.

Urlerebbe. Annuisco tra me e me.

Sì. Sì, l'ho fatto. Ti prego, non tagliarmi fuori. Immagino una supplica che possa convincerla.

«Cazzo!»

Gli pneumatici slittano nella ghiaia appena fuori dal parcheggio del tribunale riportandomi alla realtà.

Butto la sigaretta ormai quasi spenta fuori dal cristallo laterale e prendo la valigetta di pelle dal sedile passeggero.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 05 ⏰

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