PRIM'S HUNGER GAMES

4

Mi sveglio con un colpo di cannone.
Rue sta ancora dormendo, ma Dasy si è arrampicata su un albero della foresta. Ieri ci siamo tornati, per dormire sicuri. Come si possa essere sicuri nell'Arena.
-Ho un piano- annuncia lei -Sveglia Rue.
Io obbedisco.
Dasy ci spiega il piano più suicida che sia mai stato inventato.

I rifornimenti sono protetti da un campo minato. Ci sono ben sei favoriti e sta nel punto più in vista dell'Arena.
Rue fa il segnale convenuto: accende un fuoco nel bosco.
I favoriti sembrano accorgersene, e scompaiono quasi tutti nel folto. Resta solo il ragazzo del 3.

Dasy si avvia verso la montagna di cibo. Si avvicina di soppiatto al ragazzo, poi estrae un coltello e lo uccide. Mi esce un grido dalla bocca. Non che tenessi al ragazzo, ma la facilità con cui Dasy ha l'ha ucciso mi ha impressionata. Il cannone spara la morte del tributo. Lei mi guarda storta, poi fa uno strano balletto-evidentemente sapeva dove erano state messe le mine-e raggiunge la montagna di cibo.

Ruba qualcosa a praticamente tutto, poi rifà il "balletto" e torna indietro. Spara un altro cannone. Rue.

Nooo, penso.
Dasy mi raggiunge.
-Andiamo- dice, e ci incamminiamo verso il punto in cui dovrebbe esserci Rue.
Troviamo il fuoco acceso e il corpo del ragazzo del distretto 10 accanto.
Almeno lei è viva.

Rue scende da un albero.
-Come è andata?- chiede?
-Male- risponde Cato.
Cato?
Una lancia sbuca fuori dal nulla nella mia direzione.
Mentre capisco che sto per morire un ragazzo esce dal folto e si mette nella mia traiettoria. È Peeta. La lancia gli trafigge lo stomaco.

Marvel, Clove e Lux si rivelano, tirano coltelli e lance. Un coltello colpisce Rue su un braccio.
Dasy tira il suo coltello e svelta trafigge Lux.
Marvel tenta di colpirmi, ma stavolta mi abbasso e schivo la sua lancia. Mi metto a correre, mentre un cannone spara. Dasy mi segue.
-Prim- urla Peeta con un ultimo sforzo -Dì a Katniss...
Cato estrae la sua lancia dal suo stomaco e lui sussulta.
-Dì a Katniss che la amo- dice con un solo, l'ultimo fiato che gli rimane.