Messo piede fuori dall'ostello mi sfrecciano davanti due ragazzotti della guardia cittadina. So già dove sono diretti: si stanno fiondando a tutta velocità lungo la strada principale, direzione ovest. Nel loro caotico tentativo di coordinare i loro sforzi, si mettono a sputacchiare indicazioni sconclusionate: "intrusi", "agenti Aegis" e "cancello principale."
La cosa non mi sorprende, visto che so esattamente cosa fare e come comportarmi. Seguo i due vigilanti a passo svelto, ma evito di sprecare fiato mettendomi a correre all'impazzata come stanno facendo loro.
A metà strada approfitto della quiete per spingere la schiena in avanti, mettendo in moto tutto il mio fodero meccanico. Il braccio pneumatico rotea in avanti di fronte a me, estraendo la mia lama lunga e piatta dalla custodia in acciaio montata sulla spalla del cappotto. L'afferro mentre il congegno rientra nella sua posizione iniziale e per un momento rivivo quella situazione che per me è diventata routine.
Il mio cuore sta scalpitando, freme come un cavallo pazzo in attesa dei prossimi due o tre minuti di delirio. I miei arti rispondono più o meno come ci si aspetterebbe, tanto da incitarmi a galoppare dietro a quei giovanotti che a malapena sanno maneggiare un'arma, figuriamoci un Miracolo.
Ci vuole tutta la mia pazienza, tutto il mio autocontrollo per non ripetere il loro stesso errore. Nonostante ciò, non mi preoccupo. Almeno so che ce la posso fare.
Stringo entrambe le mani attorno all'elsa della mia spada, le allineo all'altezza della spalla e supero gli ultimi cinquanta metri, i miei stivali contro le pietre troppo lucide della via principale di Nova Arcadia.
Supero l'arco del cancello principale, sconfinando dalla pietra pura e levigata della città alla ghiaia sporca e polverosa delle distese circostanti. Varcando la soglia delle mura principali, capisco davvero perché molte persone vedono questa città come un altro mondo.
Mi metto in guardia e osservo la situazione di fronte a me: c'è una fila di tre persone in casco antisommossa e giubbotto antiproiettile, schierati appena fuori dal cancello in una formazione a malapena degna di tale nome. Non ci vuole molto a capire che sono stati colti alla sprovvista mentre provavano a farla franca.
Ma ciò non gli impedirà di difendersi con le unghie e coi denti.
Uno di loro, quello più robusto, estrae la Beretta dal cinturone e la punta direttamente contro la prima guardia, che balza all'indietro preparandosi per il colpo in arrivo. Partono un paio di boati, il ragazzo si getta sul fianco e si salva per un pelo.
Per un momento la sua immagine si sfoca e diventa trasparente, mentre estrae gli artigli e balza contro il suo aggressore.
Purtroppo essere invisibile non lo rende invincibile. Con un paio di altri scoppi il giovanotto riappare a terra, mentre rantola e si stringe il fianco per bloccare la perdita di sangue.
Ovviamente non funziona.
L'altro membro della guardia non reagisce. Sta lì imbambolato, a fissare il corpo appallottolato del suo collega. Piagnucola e indietreggia a tentoni, in una maniera che quasi mette tristezza persino a me. purtroppo, le sue suppliche di pietà non fermeranno gli agenti Aegis, che gli hanno già puntato contro i mitra.
Non sono spietato, ma non soffro per quel ragazzo.
Questo sangue non farà altro che aggiungersi ad altro sangue. Molto presto.
Sono qui, ma non per scelta.
È solo il mio compito.
Mi spingo in avanti e roteo la spada verso gli invasori. Sfrutto tutto lo slancio e il peso della mia arma per chiudere la distanza, quasi li raggiungo in un singolo fendente.
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Mongrel - Lezioni Di Vita Per Gli Stolti E Gli Inutili
FantasyLe strade della città di Nova Arcadia, luogo in cui eventi e persone straordinarie sono all'ordine del giorno, diventano teatro di un conflitto senza esclusione di colpi: da una parte il nostro mondo, fatto di ordine e logica, dettato dai limiti del...