VERSO IL GIULLARE

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Fanculo, ho scelto i soldi.

Dopo aver discusso le ultime precisazioni con la signora Goldgreen, io e Aline ci siamo incamminati fuori dalla Cittadella, di nuovo all'aria aperta. Non riesco a fare a meno di notare come non ci sia quasi nessuna differenza tra l'aria nella città sotterranea e quella all'aperto.

Non riesco esattamente a capire perché sia possibile, ma... Siamo a Nova Arcadia, c'è sempre da aspettarsi qualcosa di strano e imprevedibile che esce fuori dal nulla.

Ricordo che, quando sono arrivato qui per la prima volta, ho vagabondato per ore e ore in cerca dell'ostello in cui avrei dovuto pernottare. Mi sono accorto che era notte fonda solo quando ho trovato una breccia nel sudario di luce che di notte avvolge tutto questo posto.

Adesso sto di nuovo vagando alla cieca, con l'unica differenza che stavolta devo seguire Aline. Il che non cambia molto le cose, dalla mia prospettiva: in entrambi casi, non ho idea di dove stiamo andando.

La Prodigan sta portando sulla schiena una grossa sacca a tracolla in similpelle. Le macchie di unto e segni di usura si scontrano in maniera rovinosa con il resto del suo abbigliamento sempre elegante.

Da quello che ho capito, le è stato ordinato di sorvegliarmi. Per motivi di sicurezza, ovviamente.

Mentre scendiamo per la strada principale affretta il passo, finendo per avanzare oltre me. Si volta nella mia direzione, continuando a camminare all'indietro come se non avesse bisogno di guardare dove va.

Ancora una volta, lei mi rivolge quello sguardo cospiratorio. "Ditemi, signor Mongrel: avete mai svolto un incarico in compagnia di un collega?"

"Non direttamente. Io facevo il mio lavoro, un altro mi semplificava la vita."

Aline mette in mostra un'espressione che sembra meticolosamente progettata per convincere il resto del mondo che lei è una presenza completamente razionale, imparziale e metodica.

Alza la spalla libera. "A ciascuno il suo, immagino. Ma, visto che vorrei stabilire un rapporto di civile collaborazione tra noi due, immagino sia corretto conoscerci più a fondo."

Procedo con più fretta, nel tentativo di recuperare terreno. "Seriamente?! Potremmo essere sotto attacco da un momento all'altro e VOI volete... andare a prendere il tè o cose così?"

Fa un rapido cenno di testa, vagamente nella mia direzione. "Oh, buona idea. Un tè non sarebbe male. Siamo più o meno al centro della via principale, quindi dovrebbe esserci una casa del tè a qualche isolato a nord da qui."

La sua battuta - sempre se non stesse facendo sul serio - mi fa dubitare seriamente delle nostre possibilità di vittoria. "Davvero? Come fai a essere così tranquilla, sapendo che loro potrebbero essersi nascosti tra noi proprio in questo momento? Voglio dire, non ti preoccupi neanche?"

Mi soffermo sul suo volto, notando una cosa sola: tranquillità. "Sì, Mongrel, potreste avere ragione; eppure, so che non ho nulla da temere. I Mondani potrebbero avere tecnologie avanzatissime, alcune capaci di replicare l'aspetto o addirittura i Miracoli di noi Prodigan... Eppure, non ho paura dei loro inganni. Come avrete ben visto, ho gli occhi d'aquila e le piume di trogone! Non è facile imbrogliarmi, siatene certo."

Il suo modo di parlare suona all'apparenza ingenuo, ma c'è qualcosa di irrimediabilmente placido in esso, a suggerire che non stia sparando balle.

Provo a sdrammatizzare: "A questo punto vi manca solo il becco di gallina."

"E a voi farebbero comodo due grandi zoccoli, visto il vostro nomignolo. Andiamo, credo di sapere dove dirigerci ora."


Mongrel - Lezioni Di Vita Per Gli Stolti E Gli InutiliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora