Tre anni e nove mesi primaIl campo da golf su cui Simone e Manuel si trovano è una distesa d'erba di un verde brillante. Fa caldo e, sebbene non sia sera, si riesce ad udire il lieve frinire delle cicale.
Simone guarda distrattamente un gruppo di uomini attempati, con i loro foulard legati intorno al collo, giocare. Chiacchierano con una certa serietà, quasi che ogni cosa di cui stiano parlando abbia un'importanza raramente trattata prima. Si mostrano a vicenda il cinturino dei loro orologi. Uno di loro apre la bocca in una O sorpresa e Simone si sorprende a chiedersi cosa avrà mai di tanto speciale l'orologio dell'altro signore rispetto al suo.
"Mbè, che me dici?" chiede Manuel, riportando alla realtà Simone. Indica fieramente il campo come se l'avesse costruito lui.
"Che dovrei dire?" domanda l'altro, prontamente. Cerca di non sembrare infastidito dal fatto che Manuel abbia interrotto la sua importantissima indagine sui cinturini dei signori.
"Che ne so, te piace?"
"È un campo da golf, Manuel. Il posto preferito di ricchi di mezza età che non hanno bisogno di lavorare per mantenersi." sentenzia Simone, alzando le spalle. Sente Manuel sbuffare.
"Che palle ao! 'O sai che 'sto posto è famoso perché ce organizzano un sacco de matrimoni?" ritenta, deciso a portare avanti perlomeno una parvenza di conversazione.
Simone ride: "Ma c'hai la fissa te, per i matrimoni."
"In che senso?"
"Prima la casa di mia madre, ora il campo da golf. Per te ogni posto è buono per organizzare matrimoni."
Manuel alza gli occhi al cielo, stanco dei tentativi del fidanzato di sottolineare e indagare su ogni cosa che dice, per il solo gusto di farlo uscire di testa. Simone lo nota, e sorride divertito al fastidio causatogli. Con una lieve spallata lo desta dalla seccatura di cui è artefice. "Eddai, non fare così. Mi hai portato qui per giocare o per guardare gli altri giocare?" domanda, deciso a mettere da parte il pregiudizio per fare contento Manuel, che su questo campo ce l'ha praticamente trascinato.
"Veramente t'ho portato qua perché laggiù ce sta il mio ristorante preferito. Fanno la meglio carbonara de Roma." dice, e alza il mento fieramente.
"Pensavo la facessi tu la meglio carbonara de Roma." ribatte Simone, scimmiottando la voce dell'altro.
Manuel si lascia sfuggire una risatina "C'hai raggione. Allora la loro è la seconda." decide, strappando un'ultima risata a Simone.
"Comunque ti conosco da sempre e non mi risulta proprio che quello sia il tuo ristorante preferito."
"Da sempre, addirittura..." poi conta mentalmente: "Sette anni."
"E in sette anni che ti conosco non hai mai detto che quello è il tuo ristorante preferito."
"T'o sto dicendo mo. La vuoi o no 'sta carbonara, Simò?"
"È un appuntamento?" chiede Simone, stuzzicandolo. Appoggia le braccia alle sue spalle per fronteggiarlo e un sorriso di scherno gli colora le labbra. È divertito. Giocare con Manuel, prendersi in giro come se ci fosse ancora bisogno di flirtare, lo diverte. Lo mantiene giovane, sempre in forma, e gli fa credere che il loro amore possa non invecchiare mai. Fin'ora ha funzionato.
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PARLI ORA (o taccia per sempre)
FanfictionLa verità la sa, e non si avvicina minimamente allo scherzo di questo gioco: se Simone dovesse sparire dalla sua vita, oggi, domani, tra sei mesi o un anno, la sua mancanza colpirebbe Manuel come un proiettile nel cuore. E sente che sarà per sempre...