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Una fitta pioggia tintinna sulla finestra disturbando il mio sonno, credo sia mattina presto e nonostante io stia rintanata sotto lo spesso piumone, il fresco del mattino mi fa rabbrividire. Osservo le gocce di pioggia che sbattono furiose sulla finestra e scivolano come lacrime sul vetro, dietro il cielo è cupo e le nuvole nascondono il sole.
In casa tutto sembra tacere ed io ne approfitto per rimanere ancora sotto il caldo tepore delle coperte. Ieri sera ero talmente tanto stanca che sono crollata appena ho poggiato la testa sul cuscino. Ora, invece, mi sento riposata e meno frastornata da tutti gli avvenimenti accaduti ieri.
Ciononostante, ancora sono scioccata per la bugia detta da mia nonna. Smetterò di crederle d'ora in poi e, anzi, vorrò sempre una prova di ciò che dirà. Mentre penso questo, però, sul mio volto appare un sorriso sincero. Sono felice di aver rivisto mia nonna, di averla potuta abbracciare e di aver sentito il suo profumo confortante che mi riporta indietro nel tempo. Ma le chiederò lo stesso una prova ad ogni cosa che dirà!
Ma poi rifletto sui disastri che potrebbe creare col cellulare e desisto dalla mia idea. Perché si, nonostante lei non sappia usare bene il telefono, ha uno degli ultimi modelli usciti e tutti i social esistenti. Lei, fieramente, dice di essere una nonna al passo coi tempi, ma in realtà combina solo disastri su disastri.
Ogni giorno il mio cellulare inizia a vibrare interrottamente per le moltitudini foto che mi invia per augurarmi una felice giornata, o un buon pranzo o, ancora, una buona notte. Il tutto accompagnato da emoji a forma di cuore rosso, faccina che manda un bacino, mani congiunte che pregano. Senza dimenticare la sfilza di domande: "dove sei?", "con chi sei?", "hai mangiato?", "hai pregato", "ti è venuto il ciclo?".
Immagino già la vostra faccia ma sì, mia nonna ogni mese chiede delle mie mestruazioni, ancora non ho capito perché l'argomento le interessi così tanto; vuole forse diventare bis nonna o vuole che arrivi vergine al matrimonio?
Onestamente non le ho mai posto questa domanda e mai lo farò, penso di poter vivere più serenamente non conoscendo la risposta a questo quesito.
Quando mi alzo, non riesco a non notare il mio aspetto riflesso sullo specchio; i miei lunghi capelli color rame sembrano uno di quei nidi che costruiscono gli uccelli sugli alberi, tutti arruffati e annodati. Sulla guancia destra ho stampato il segno del cuscino a ricordarmi quanto io abbia dormito bene. Il cellulare che ho lasciato in carica sul comodino si illumina, informandomi che è arrivata una notifica. È mezzogiorno ed è Tania a scrivermi, la mia vicina di casa e amica.
Una raffica di domande compaiono nella nostra chat, le scrivo che la chiamerò presto per raccontarle tutto nei minimi particolari e ciabatto in corridoio, diretta in cucina e bisognosa di una tazza fumante di caffè caldo.
Appena entro nella stanza, però, intercetto due occhi celesti che saettano sulla mia figura. Tommaso è in cucina e mi scruta attentamente con un sorriso sbilenco stampato sul volto. Ma questo cretino è sempre nei paraggi?
Ho scoperto essere il nipote di Susanna, tornato per le feste da un lavoro a Londra. È un fotografo e, da quel che dice mia nonna, anche molto bravo.
<Buongiorno, dormito bene?> domanda con tono gentile.
<Benissimo> rispondo avvicinandomi alla macchina del caffè. Inserisco una cialda, clicco il pulsante verde e sento l'aroma della bevanda diffondersi per tutta la cucina.
<Mia nonna dov'è?> domando mentre cerco l'unica gioia della mattinata; la Nutella. Scosto la tenda che nasconde la dispensa incastonata nel muro ma non riesco a trovarla. Spalanco quindi due pensili ma tutto ciò che trovo sono solo bicchieri e piatti ordinatamente impilati. Sbuffo.
<Siamo andati al supermercato e tua nonna mi ha chiesto di posare la spesa. Questa mattina voleva svegliarti e portarti con noi ma l'ho fatta desistere da questo pensiero>
<Davvero? Cioè, mia nonna, la persona con la testa più dura e indistruttibile, testarda quanto un povero mulo, ha rinunciato grazie a te?>
<Esattamente>
Tommaso sfoggia il suo miglior sorriso e... cavolo! Ha davvero un bel sorriso. Le labbra sottili mostrano i denti bianchi e un diastema presente fra i due incisivi che lo rendono affascinante.
Distolgo lo sguardo e continuo la ricerca della mia adorata Nutella; è impossibile che mia nonna non l'abbia comprata, sa quanto sono golosa di dolci. Disperata, apro perfino il frigorifero sperando che il barattolo in vetro contenente quella prelibatezza al cacao e nocciole si trovi lì dentro ad aspettarmi. Nulla...
<Cosa stai cercando?>
<La Nutella> sono sicura che stia qui da qualche parte, devo solo cercare meglio.
Lui scuote la testa <Mi dispiace ma tua nonna non la compra più>
<CHE COSA?!>
Sto per sentirmi male, sto per svenire, mi viene da piangere. Come faccio ad iniziare bene senza la mia Nutella?
<La tua faccia è così divertente!> sorride lui, burlandosi di me, poi scosta la busta della spesa dal tavolo facendo sbucare il tanto atteso barattolo <Stavo scherzando, ecco a te>
<Questi non sono scherzi da fare!> borbotto inviperita, recuperando un cornetto vuoto dalla dispensa e un coltello.
<Tua nonna l'ha comprata stamattina dicendo che era di vitale importanza, ora capisco il perché> dice, ma io sono troppo occupata ad aprire il barattolo e a spargere una generosa quantità di cioccolata nel cornetto.
<Non credi di esagerare?>
Fingo di non sentire. Questo qui sarà uno fissato con verdure scaldate e palestra, sicuramente, visto il fisico che si ritrova sotto la maglietta bianca. Io invece non potrei mai rinunciare ai dolci, la mia passione e ormai il mio lavoro. Non sarò come quelle modelle secche e alte come stuzzicadenti ma posso dire di avere tutte le forme al posto giusto.
Decido di prendermi gioco di Tommaso, quindi affondo un'altra volta il coltello dentro il barattolo e spalmo un'altra splendida quantità di crema.
<Ti stai prendendo gioco di me?>
<Esattamente, così la prossima volta eviti di prenderti gioco di me>
La sua risata riecheggia per tutta la cucina. <Va bene, non lo farò più>
In quell'istante arriva mia nonna, infiocchettata come una bomboniera nel suo abito a balse rosa, è sempre stata una donna bella e vanitosa.
<Cosa state facendo?> chiede, spostando lo sguardo fra me e Tommaso, abbozzando un sorrisetto malizioso che per poco mi fa strozzare il boccone che sto masticando. Per fortuna cambia subito discorso: <Amanda, in chiesa si terranno i banchetti natalizi e il ricavato andrà in beneficienza, perché non prepari qualche dolce?>
L'idea non mi dispiace, dopotutto è ciò che meglio mi riesce fare. Dolci, biscotti, crostate e altre ghiottonerie sono il mio mondo e se posso aiutare qualcuno con le mie creazioni sono ben felice di partecipare.
<Volentieri!>
Mia nonna mi lascia uno schioccante bacio sulla guancia e sorride al ragazzo che ho di fronte.
<Mia nipote è bravissima con i dolci, se solo fosse più dolce nella vita e meno acida potrebbe trovarsi un marito>
<NONNA!> lo sapevo, sapevo che non avrebbe chiuso così in fretta il discorso, la domanda di prima e gli sguardi che ha lanciato a me e Tommaso erano un chiaro campanello d'allarme. Ma non pensavo neanche che provasse così spudoratamente a trovarmi marito.
<Che c'è? Ho solo detto la verità> si giustifica lei poi ci lascia soli dopo aver ammiccato ad entrambi.
<Sei una pasticcera?> chiede incuriosito Tommaso ed io annuisco.
<Ora capisco perché ami così tanto la cioccolata>
<A tutti piace la cioccolata>
<A me non piace>
<Rettifico: a tutti quelli sani di mente piace la cioccolata>
<Touche>
Mia nonna rientra in cucina e spero davvero che non voglia vendermi un'altra volta a Tommaso. Invece mi stupisce, parlando del mio lavoro. <Amanda, non vedo l'ora di assaggiare i tuoi splendidi dolci. Sei la migliore e non vedo l'ora che tu possa aprire la tua pasticceria>
<Grazie nonna>
<E vedi che il tuo capo ti ha lasciato venire da me? Tu che hai fatto così tante storie...>
Tutto quell'epilogo era solo per rinfacciarmi che lei aveva ragione. Assurdo, nonostante io la conosca da anni, riesce sempre a stupirmi.
Ma la verità mia nonna non la conosce. Marco me l'ha fatta pagare eccome per la mia partenza. Quello stronzo.
Ma non importa, mia nonna ha ragione; un giorno aprirò la mia pasticceria e ruberò tutti i suoi clienti, lo farò fallire e alla fine sarà lui a comprare i miei pasticcini. Questo è il mio obiettivo... intendo aprire la pasticceria. La vendetta su Marco è una fantasia che mi renderebbe davvero felice se accadesse
Troppo cattiva secondo voi?
<Nonna, sono stata licenziata>
<Cosa?!>
<Ho detto che sono stata licenziata> ripeto, a voce più alta.
<QUEL GRANDISSIMO BASTARDO!>

NATALE AL SAPORE D'AMOREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora