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Tutto è pronto, gli ingredienti per la preparazione dei biscotti sono posti ordinatamente sul tavolo che aspettano solo di essere usati. Io sono impaziente di iniziare; nella mia comoda tuta e con i capelli raccolti in una crocchia disordinata aspetto solo di indossare il grembiule.
Chi, invece, non sembra della mia stessa idea è Tommaso: pare aver perso tutta la sua spigliatezza dinnanzi i molteplici ingredienti posti di fronte a sé.
Possibile che non mangi alcun tipo di dolce?
Insomma i dolci piacciono a tutti!
<Hai intenzione di aiutarmi o rimarrai nascosto dietro di me per tutto il tempo?>
<La seconda opzione non mi dispiace>
<Dai avvicinati, sono sicura che ti divertirai>
Lui non sembra convinto delle mie parole ma almeno si ravvicina al tavolo, mi volto verso di lui e faccio passare la sua testa nella fessura del grembiule. Per farlo devo alzarmi in punta di piedi <con questo non ti sporcherai>
Tommaso però è dubbioso <non avevi un'altro grembiule?>
<Cosa c'è che non va con questo?> domando, lui spalanca le braccia e gira su sé stesso. <È minuscolo!>
L'osservo attentamente: in realtà ha ragione, il grembiule gli sta davvero stretto e non compre il suo corpo allenato. Non riesco nemmeno a prenderlo seriamente con il tessuto a cuori e la scritta "regina della cucina" ricamato sul petto.
<Non ridere!> mi redarguisce ed io faccio segno di chiudere la bocca con una chiave e di gettarla via. Il mio silenzio, però, non dura molto. Non riesco a non commentare ed infine esclamo: <Non ti sta male... regina della cucina>
<Amanda!>
Alzo le mani in segno di resa.
<Va bene sto zitta. Mettiamoci al lavoro, adesso prepareremo la frolla, secondo il mio calcolo riusciremo a preparare trecento biscotti con due impasti differenti. Potresti pesare lo zucchero?>
Tommaso avvicina la bilancia a sé e agguanta lo zucchero, è più quello che fa cadere sul banco da lavoro piuttosto che quello all'interno del contenitore e ciò mi fa sorridere.
Nel frattempo io prendo un'altra ciotola e verso il burro freddo, Tommaso ci versa lo zucchero all'interno ed io mi affretto ad amalgamare i due ingredienti insieme, aggiungendo anche un pizzico di sale.
<E adesso, per piacere, pesa la farina>
<Ai suoi ordini!>
Intanto mi occupo delle uova; un colpo secco sulla tavola e il primo uovo scivola nella ciotola, seguito poi dai restanti.
<Mi raccomando sii preciso nel pesare. È uno dei due requisiti per la buonuscita di un dolce>
<Quale è l'altro?>
<Seguire fedelmente ogni passaggio della ricetta>
<Credevo che i dolci migliori riuscissero sbagliando>
Rido a quell'osservazione. <Mi dispiace ma non è così, quello succede solo nei film. Nella vita reali butti il dolce e sprechi il tempo> gli prendo dalle mani la farina pesata e la setaccio nella ciotola.
<Bene è il tuo momento!> trillo entusiasta.
<Di fare cosa?>
<Di impastare la frolla>
Lui mi guarda come se sulla mia fronte fosse appena sbucato un terzo occhio, poi indietreggia scuotendo la testa in segno di dissenso. <Te lo scordi!>
<Non fare il fifone e avvicinati, serviranno le tue belle braccia muscolose>
Cala il silenzio. Il gelo in cucina.
Cosa cavolo ho appena detto? Come mi è venuto in mente di dire quella cosa?!
Adesso vorrei solamente che uno squarcio si aprisse sotto i miei piedi e che la terra mi inghiottisse per sempre... invece non succede nulla.
Eppure non mi sono mai soffermata sull'aspetto di Tommaso quindi non capisco come io abbia potuto dire una cosa del genere.
Non guardargli le braccia!
Non guardargli le braccia!
Le ho guardate... e cavolo che bicipiti!
Complice anche la maglietta a maniche corte che non lascia nulla all'immaginazione.
Ok, devo ammettere che l'ho guardato in questi giorni ma solo perché è un bel ragazzo. Mi accorgo che il mio sguardo è ancora fisso sulle sue braccia.
Guarda altrove!
Amanda guarda immediatamente altrove!
E così do ascolto alla vocina nella mia testa e distolgono l'attenzione dalle braccia di Tommaso, rivolgendo il mio sguardo al suo viso.
Mi sta osservando; l'aria soddisfatta e un sorriso furbo sul suo volto. Ovviamente ha sentito ciò che ho detto e non fa nulla per nascondere il suo compiacimento. Pallone gonfiato!
<Sono felice che ti piacciano le mie braccia> si burla di me.
<Stai zitto e vieni ad impastare> borbotto e la sua risata riecheggia per tutta la cucina.
Tommaso mette le mani nella ciotola e inizia ad impastare la frolla. <È tutto appiccicoso>
Prendo la busta della farina e gliene cospargo un po' sulle mani.
<Meglio?>
<Si, grazie>
<Non si impasta con le dita ma con il palmo delle mani, aspetta...> slitto sotto di lui e mi trovo imprigionata fra le sue braccia. Verso l'impasto sul tavolo e gli prendo le mani, facendo intrecciare le sue dita alle mie e lo guido nei movimenti.
La frolla è pronta, abbiamo smesso di impastare eppure le nostre mani sono ancora avvinghiate. Il suo respiro arriva caldo sul mio collo nudo e mi fa perdere la lucidità, mi volto verso di lui incontrando i suoi occhi vispi.
Basterebbe così poco per... aspetta!
Per cosa? Baciarlo? Uno sconosciuto?
Mi ricompongo lasciando le sue mani calde e mi avvicino al pensile della cucina, recupero la pellicola.
<Adesso dovrà riposare nel frigorifero e noi abbiamo il tempo di ripulire il tavolo e iniziare a preriscaldare il forno>
<Possiamo prima aprire quel pacco? Sono curioso>
Giusto il pacco!
È arrivato questa mattina e l'ho ordinato solamente ieri sera. Per questo preferisco acquistare su Internet invece che passare le ore a vagare nei negozi. La mia amica , invece, non la pensa come me e per questo sono costretta a seguirla in tutti i negozi del centro commerciale ogni sabato. Dice che si diverte e riesce sempre ad acquistare qualcosa, al contrario di me. Non parliamo di quando ci sono i saldi, diventa ingestibile. Mai scorderò quando ha litigato con una ragazza per un paio di tacchi a prezzo stracciato.
<Va bene, prendilo così lo apriamo>
E Tommaso non se lo fa ripetere un'altra volta, agguanta il pacco e lo poggia su una sedia poi, con l'aiuto di un coltello, taglia lo scotch e ne rivela il contenuto.
Diversi stampi per biscotti sono incelofanati e posti ordinatamente nella scatola, ho selezionato i migliori che ho trovato sul sito e sono impaziente di coppare i  biscotti e di vedere come verranno gli stampi.
<Non sono stupendi? Potremmo creare tanti biscotti diversi. Decorare è la parte preferita del mio lavoro>
<Siccome adori questo momento, credo proprio che farò un passo indietro e ti lascerò questo lavoro>
<Scordatelo! Anche tu decorerai i biscotti> e detto questo inforno la prima teglia di biscotti.

È pomeriggio inoltrato quando anche l'ultima teglia di biscotti viene sfornata; l'odore dei dolcetti riempie la cucina mentre le prime gocce di pioggia si riversano su Firenze.
Mentre cuocevo le ultime teglie ho iniziato a preparare la ghiaccia per la decorazione dei biscotti; è già stata suddivisa e colorata e aspetta in frigorifero di essere usata.
<Ti mostro come decorare un pan di zenzero> prendo la saccapoche e mi avvicino ai biscotti ormai freddi <bisogna fare poca pressione e accompagnare la ghiaccia. Così possiamo creare una faccina sorridente al nostro biscotto>
<Fai sembrare tutto così semplice, anche quando non lo è>
<Sono sicura che ci riuscirai>
<Ne dubito...>
Aveva ragione Tommaso, non riesce proprio ad utilizzare la saccapoche; è riuscito a decorare due soli biscotti - e quei poveri pan di zenzero sembrano siano stati investiti più volte da un camion - ma, in compenso, ha fatto scoppiare due saccapoche riversando la ghiaccia sul tavolo e su se stesso.
<Mi sento tutto appiccicoso!> borbotta stizzito quando l'ennesima saccapoche gli scoppia fra le mani.
<Ok, forse avevi ragione tu. Vai a darti una sciacquata, continuo io qui> aspetto che esca dalla cucina prima di abbandonarmi ad una fragorosa risata. Agguanto la ghiaccia reale celeste e mi avvicino alla teglia contenente i biscotti a forma di fiocco di neve, li decoro e passo ai successivi. Sono rapida e precisa mentre adorno i biscotti a forma di bastoncini di zucchero, alternando la ghiaccia rossa e quella bianca e, prima ancora che Tommaso ritorni, anche gli altri biscotti sono stati decorati.
Mi appoggio al muro e osservo il lavoro terminato, sono stupendi! Profumati e colorati, sono sicura che domani andranno a ruba.
Prendo il cellulare dalla tasca dei pantaloni e inizio a scattare qualche foto. Mi fermo davanti ai biscotti decorati da Tommaso e fotografo anche quelli.
<Eccomi, possiamo continuare>
<Non c'è bisogno, ho finito io> mi sposto di lato, mostrando il lavoro al ragazzo.
<Sei stata velocissima e sono stupendi>
<Grazie, ma i miei preferiti rimangono questi> sorrido, prendendo i due pan di zenzero malridotti.
<Mi stai forse prendendo in giro?>
Scuoto la testa. <No, dico la verità. Mi ricordano i primi biscotti che decorai con mia nonna. Erano terribili, proprio come questi. Eppure all'epoca mi sembravano perfetti e fui molto orgogliosa della mia decorazione>
<Sono felice ti piacciano>
<Peccato che ora vadano mangiati>
<Ma io non mangio dolci>
<Non ripetere questa frase di fronte a me o potrei avere un mancamento>
<Ma è la verità>
Addento il braccio di uno... povero pan di zenzero, eppure sei così gustoso, ben cotto e zuccheroso. Addento anche l'altro braccio. <Visto, sono buonissimi e non rovineranno la tua linea> mi prendo gioco di lui.
Mi sono sempre sentita in colpa a mangiare gli omini di pan di zenzero, da piccola piangevo imbronciata perché pensavo sentissero dolore ad ogni mio morso, eppure non smettevo di mangiarne. Ricordo che quasi tutti in famiglia ridevano di me e questa cosa non faceva che aumentare il mio senso di colpa. Tutti tranne la mamma che asciugava le mie lacrime e mi consolava con una fumante tazza di latte e cioccolato.
Il sapore del biscotto diventa più amaro ricordando i tempi andati, butto a fatica il boccone e cerco di concentrarmi su Tommaso. Gli tendo il biscotto ma lui indietreggia. Avanzo verso di lui.
<Stai forse scappando?> domando quando arriva con le spalle al muro.
<No, cosa te lo fa pensare?> chiede lui sul vago, guardandomi dritto negli occhi.
Un'altro passo verso di lui; siamo ormai vicini, di fronte l'un l'altro. Mi alzo in punta di piedi accorciando ancora di più la distanza, ciononostante non riesco ancora ad arrivargli al viso.
<Fai il bravo, apri la bocca e assaggia il biscotto>
E lui fa come gli dico, addenta un morso e mastica lentamente, faccio di tutto per non osservargli le labbra sottili e mi concentro sul tocco della mia mano con il suo braccio.
<Buono?>
<Buonissimo> ammette, abbozzando un sorriso. Mi afferra la mano e addenta ancora il biscotto. Siamo un'altra volta pericolosamente vicino e non capisco come sia possibile. Magari tutto questo zucchero mi ha addolcito e dato alla testa?
Tommaso continua a guardarmi, ha ancora la mia mano stretta alla sua e sento la pelle ardere al suo tocco. I suoi occhi celesti sono persi nei miei, così chiari, sembrano quasi trasparenti. I nostri respiri si mescolano e sento i nostri volti sempre più vicini.
Stiamo per baciarci quando, ad un tratto, mia nonna sbuca da dietro la porta con un sorriso beffardo sul volto e asserisce: <vedo che siete passati direttamente al dolce voi due!>.

Ciao a tutti! Ecco a voi il quarto capitolo!
Scusate il super ritardo fra una pubblicazione e l'altra ma il mio computer è rotto, l'ho portato ad aggiustare a febbraio e ancora non è pronto. Sarà mai pronto o dovrò comprarne un'altro? Si accettano scommesse ahaha
Non avendo il computer sono stato super lento nello scrivere con il cellulare, spero però che il capitolo vi piaccia.
Buona giornata e a presto!

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 28 ⏰

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