Capitolo 34 🌶️

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Nicholas 

Evie vorrebbe passare la notte con me, e io temo che una notte sola non mi basti più. Voglio le mattine, i pomeriggi, le sere, gli inverni e le estati con lei. La guardo e la vedo nel mio futuro, e questo mi fa paura.
Più la faccio mia più il rischio di perderla si alza. Ma qualcosa dentro di me ha deciso di ignorare il pericolo, e semplicemente non pensare a niente. Carpe diem, dicono. Ma gli attimi possono essere più sfuggenti del vento. 

Quando arriviamo al ranch, scendiamo dal pick up e, senza staccare le nostre labbra, ci dirigiamo al cottage. Le mie mani sono ovunque su di lei, e le sue su di me. È tutto sbagliato abbastanza da apparire tremendamente giusto. 

Mi stacco solo per guardarla mentre mi sbottona la camicia. Mi tocca il petto e gli addominali, scendendo sulla cintura che viene tolta anch'essa. Evie non si è rimessa i jeans, non erano necessari. 

La fermo appena abbassa la zip dei miei pantaloni e la faccio girare, la sua schiena contro il mio petto. Le tiro giù lentamente la lampo del corpetto che indossa, gettandolo poi a terra. 

«Non toglierti le scarpe», le ordino sussurrandole all'orecchio. 

«Pensavo non ti piacessero», dice sorridendo. Io alzo gli occhi al cielo pensando che non sono ancora disposto a mollare il mio orgoglio e ammettere apertamente che invece, su di lei, tutto mi fa impazzire, sempre. Fin dal primo giorno

«Ti spiace se saltiamo i preliminari?», le domando facendola voltare di nuovo verso di me. 

«Hai fretta, cowboy?», ribatte sedendosi sul letto e togliendosi le mutandine. Mi libero dei jeans e dei boxer e la raggiungo gattonando. Il suo sguardo cade sulla mia erezione e si morde il labbro. 

«Apri le gambe, Evie», mormoro sulle sue ginocchia. Lei esegue beandomi di una vista mozzafiato. Immergo il viso tra le sue cosce e mi fermo a pochi centimetri dal suo centro più sensibile. La sua pelle è di un rosa intenso, lucida, segno che è tremendamente bagnata, e gonfia. 

«Avevi detto niente preliminari», mi fa notare Evie in difficoltà. Io alzo lo sguardo incontrando il suo, e mi apro in un ghigno.
«Ho cambiato idea», rispondo affondando la lingua nella sua carne e strappandole un grido. 

Per quanto mi riguarda potrei passare tutta la notte con la faccia immersa tra le sue gambe, e i suoi gemiti di piacere nelle mie orecchie. Quando sento che sta per venire, mi allontano – di malavoglia, s'intende – beccandomi una sua occhiataccia. 

Non le do il tempo di ribattere: appoggio le sue gambe sulle mie spalle e mi spingo dentro di lei cogliendola di sorpresa. È così stretta, e in questa posizione riesco ad affondare completamente. «Oh mio Dio, Nick», urla stringendo le lenzuola mentre mi muovo concentrandomi sul suo punto più profondo. 

Senza fermarmi le accarezzo il polpaccio sulla mia spalla e le bacio la gamba, buttando un occhio sui suoi tacchi. È la posizione più erotica di sempre, e quante volte mi sono immaginato Evie esattamente così. 

«Nick, così, ti prego», grida Evie gemendo ad ogni mio affondo. Aumento la velocità delle spinte fino a che non sento le sue pareti contrarsi lungo la mia lunghezza. Le sue gambe tremano mentre si arrende all'orgasmo. Mi ci vuole tutta la forza di volontà per non venire insieme a lei.

Sempre contro voglia esco dal suo corpo e mi stendo supino, lasciando che Evie si metta sopra di me. Si appoggia al mio petto mentre la guardo affondare sulla mia erezione. Dapprima si muove piano, ma poi comincia a saltare su e giù ripetutamente, mandandomi in completa estasi. Le afferro la vita, guidandola nel movimento. 

«Cazzo, Evie, sei fantastica», gemo facendola sorridere. Si appoggia le mani sui seni, rendendomi geloso persino del suo stesso tocco. Mi alzo a sedere e le afferro i glutei spingendomi sotto di lei. Le prendo un capezzolo tra i denti, mordendolo e succhiandolo, mentre la sento venire sopra di me. 

La Valle dei SospiriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora