Il marchio

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Le ragazze, soddisfatte, decisero di prendersi un'altra breve pausa e in seguito tornarono a slegare Davide, scaraventandolo a terra. Il ragazzo, sfinito ed esausto, iniziò a strisciare come un verme e a gattonare per eseguire l'ordine di ritornare in soggiorno, coperto dallo scherno delle tre ragazze. Durante il tragitto, che sembrò infinito, Davide pensò a quello che gli stava succedendo, dolorante e ammaccato, per la prima volta si sentì totalmente castrato moralmente, seppur con le palle ancora attaccate, ma non sapeva per quanto.

Arrivati in cucina Venere prese Davide dai capelli e lo poggiò con la pancia sul tavolo, le altre due si affrettarono ad assicurare le braccia e le gambe ai piedi in modo da fargli assumere una pericolosa posizione a 90°. 

A quel punto le tre ragazze tirarono fuori dallo zaino che avevano portato con se degli strani aggeggi, delle cinture con davanti dei grossi cazzi. Le infilarono in poco tempo, con fare deciso, di chi sapeva esattamente come si fa e iniziarono a lubrificarli. A quel punto Davide capì che stava per essere profanato. Probabilmente finiva in quel momento il suo essere considerabile uomo, ancor prima della castrazione.

Le ragazze iniziarono a penetrarlo senza fretta ma con decisione incredibile, ripetutamente, alternandosi senza lasciare riposo al povero ragazzo che mugugnava quasi meccanicamente. Gli insulti ricevuti si sprecavano, erano costanti e pungenti, Davide era ferito nell'animo ma allo stesso tempo eccitato dagli orgasmi delle ragazze, che in un primo momento non si spiegava ma poi capì, una volta finito, che all'interno della cintura era presente un piccolo dildo che penetrava le ragazze e le stimolava ad ogni loro colpo, giustificando l'enorme passione messa dalle tre nel profanarlo.

A quel punto, nuovamente soddisfatte e stanche, le ragazze si presero l'ennesimo mento di relax, utile a Davide per riprendere fiato ma che allo stesso tempo lo lasciava immerso nei suoi pensieri, costretto a rendersi conto di quello che gli stava capitando. Improvvisamente però il ragazzo sentì le sue carnefici confabulare, senza capire molto di quello che dicevano, fino a quando Venere non esclamò: "E' arrivato il momento più importante di tutta la notte, caro Professorino, il momento di lasciare il segno" e contemporaneamente prese le mutande umide di tutte e tre, poggiate da tempo sul divano, le appallottolò e le mise in bocca al ragazzo aggiungendo:  "Adesso sarebbe sconveniente se ti sentissero urlare".

Dallo zaino, lo stesso che aveva a scuola e da cui aveva tolto gli strap-on in precedenza, tirò fuori uno strano aggeggio, un lungo bastone con qualcosa attaccato all'estremità. Capì dopo che glielo ebbero parato davanti, era una sorta di timbro con la scritta "5B". In quel momento Davide iniziò ad agitarsi e a provare ad urlare. Gli fu chiaro che era tutto programmato sin dall'inizio, che stavano per marchiarlo con il nome della classe e che forse non erano solo loro tre le pazze, ma sotto c'era qualcosa di più grosso, qualcosa in centrava la classe intera. Nel frattempo Ginevra e Carola si alternavano a tenere il marchio sul fuoco della cucina acceso e quando fu abbastanza caldo lo diedero a Venere, che assunse un ruolo da cerimoniere, come una Sacerdotessa di una strana setta e si avvicinò al sedere esposto e tremante del giovane professore, e in coro, tutte e tre le ragazze esclamarono: 

"Con questo marchio noi ti rendiamo per sempre schiavo della Classe 5B,con questo marchio ti togliamo il diritto di giudicarci, con questo marchio ti avvisiamo ufficialmente che ogni ulteriore errore comporterà la castrazione di netto e senza anestesia mediante coltello, con questo marchio diventerai per sempre proprietà della Classe 5B, con questo marchio ti togliamo per sempre la possibilità di essere considerato Uomo, con questo marchio diventi un oggetto di nostra proprietà"

Appena finita la frase, messa una mano a testa sul bastone, premettero fortissimo sulla natica destra del maschio e lasciarono per sempre il marchio della Classe 5B. I gemiti furono fortissimi, il ragazzo si divincolava senza possibilità di fuga e a un certo punto cedette, svenuto, marchiato per sempre.





Il supplente - Storia FemDom (FINITA MA IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora