Capitolo Sette.

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Se c'è una cosa che proprio non sopporto è il dover affrontare conversazioni in prima mattinata.
Dovrebbero essere considerate illegali.
Nella mia vita ho sempre avuto a che fare con due tipi di persone: quelle che vorrebbero solo dormire, ignorando la sveglia e quelle che, al contrario, non vedono l'ora di aprir bocca per dare sfogo ai loro pensieri, proprio come Emma.

Emma mi segue e continua a parlarmi insistentemente, anche se io non le dò particolari attenzioni. La sua voce più squillante del solito fa voltare chiunque, mentre a passo svelto cerchiamo le nostre aule.
« Ho una cotta per quel ragazzo da mesi, anzi, da anni, da quando gli sono caduta addosso alle medie e gli ho sporcato la felpa di pittura. E tuo fratello ci è amico, Aly, capisci? » Continua. « Dobbiamo per forza organizzare qualcosa. Potremmo andare al bowling tutti insieme! »

Sherlin accanto a lei sospira e, rassegnata, si passa una mano sul viso pulito.
« Certo, d'altronde per far colpo su un ragazzo bisogna dimostrargli come maneggi le palle. » Il mugolio che sento uscire dalle labbra della bionda è un chiaro segnale del suo imbarazzo.
« Scherzavo. Però ti prego, no. Il bowling no, ormai non lo sopporta più nessuno. »

« Allora potremmo organizzare un party in casa mia. Oppure potremmo andare in discoteca! Fanno sempre quelle serate per minorenni. Alyssa, che ne pensi? »
Non riceve alcuna risposta, a causa della mia distrazione. Le mie dita picchiettano contro il bicchiere di caffè che ho tra le mani, in modo compulsivo, mentre il mio sguardo vaga in ogni angolo dell'istituto e la mia gonna volteggia ad ogni movimento. Passano solo pochi millesimi di secondo prima che io mi senta richiamare.
« Terra chiama Alyssa, mi stai ascoltando? » Le sue falangi si poggiano sulla mia spalla, pizzicandola e costringendomi a voltarmi verso di lei.

« No. No, Em, scusami. Dicevi? »

« Ma perché sei così distratta? » Mormora ed io resto in silenzio, con gli occhi fissi nei suoi, brillanti come al solito. Se dicessi quello che mi passa per la testa in questo momento probabilmente finirebbero entrambe col fraintendermi e non credo sia il caso.
La mia amica non insiste e continua con il suo discorso.
« Comunque, dicevo. Tuo fratello conosce Kyle, no? Potremmo invitarli in discoteca con noi, ci sono delle serate apposite per i ragazzi più giovani. »

Il mio sopracciglio si inarca leggermente.
« Spero tu non stia facendo riferimento a quelle serate stile baby-dance piene di dodicenni. »

Sherlin fa un lungo sorso e beve la tisana alla rosa canina che ha comprato precedentemente all'Havana Beach Club, prima di proferire parola.
« Non so come siate abituati voi in Francia ma no, non è una serata baby-dance. » La sua risata le illumina il volto, facendo apparire le solite fossette sulle guance. « È una serata qualunque, solo che finisce un po' prima e non sono accettati soggetti al di sopra dei ventun'anni. Ah, ovviamente si bevono solo analcolici. »

« In teoria. » La ragazza al mio fianco borbotta, spostandosi i capelli chiari dietro le spalle in un movimento fluido.
« In pratica invece si trova sempre qualche drink più pesante. Dopotutto i ragazzi non vengono controllati nei supermercati, comprano qualsiasi cosa. »
La mia espressione confusa spinge Sherlin a svelarmi di più.
« Riempiono quelle mini bottiglie che si trovano su Amazon di alcol e se le infilano ovunque. Nelle scarpe, nei reggiseni, sotto le parrucche. »

« Si dice in giro che l'anno scorso una tizia se le sia infilate in un posto non troppo consono e che sia finita in ospedale, perché non riusciva a tirarle fuori. » L'appunto di Emma mi fa rivoltare lo stomaco ed istintivamente porto una mano sulle mie labbra, pronta a scappare nella toilette, ma non c'è bisogno.
Sospiro di sollievo quando capisco si tratti solo di un falso allarme, dopodiché lascio andare nuovamente il braccio lungo il mio fianco.

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