« Quindi ricapitolando: hai litigato col tizio che vive con te di fronte a tutto l'Auditorium. » Jacques parla dall'altro capo del cellulare e cerca di riorganizzare le informazioni, facendomi ridere per il tono incredulo che utilizza.
È la prima volta in cui riusciamo a sentirci telefonicamente dopo giorni e non potrei esserne più felice.
Mi ha spiegato di essere stato assente a causa dei troppi impegni a scuola e di aver preferito lasciarmi dello spazio i primi giorni lontana da casa, per darmi modo di ambientarmi. Gli ho creduto, ovviamente, poi ho iniziato a spiegargli tutto.
« Era vuoto l'Auditorium! C'erano solo alcuni professori e le mie amiche. » Mi affretto a correggerlo, mentre lascio che il mio corpo rotoli sul materasso, da una parte all'altra del letto.« La mia ragazza è così aggressiva, quando ti ho lasciata quattro giorni fa all'aeroporto ricordo fossi proprio l'opposto. Un angioletto. » Sospiro al pensiero e chiudo gli occhi, provando ad immaginare ancora una volta la sensazione delle sue braccia intorno al mio corpo esile.
Mi sentivo così bene.
« Lo so ma te lo giuro, mi sta facendo uscire fuori di testa. »« Vorrei essere lì per distrarti un po'. »
Bisbiglia, probabilmente a causa dell'orario. Strano pensare che in Francia ora sia mezzanotte inoltrata, quando qui a San Diego il sole è nel pieno del suo splendore e l'orologio punta le proprie lancette sulle tre. Sorrido mentre mille scenari mi riempiono la testa, ma so che non può vedermi.« È insopportabile, ma non preoccuparti per me. So gestire queste situazioni. »
« Lo so, tu sai sempre gestire tutto. Quindi, mi stavi parlando delle reazioni delle tue nuove amiche, no? » La sua voce assonnata mi procura dei sensi di colpa e per questo gli chiedo se vuole andare a dormire, ma lui mi incita nel continuare il mio racconto ed io finisco per accontentarlo.
« Emma e Sherlin non potevano credere ai loro occhi. Mi hanno seguita per tutto il corridoio in silenzio, ma quando siamo arrivate nel cortile sono scoppiate ed hanno voluto sapere tutti i particolari. » Blocco il telefono tra la spalla e l'orecchio, iniziando a giocare con il bordo del lenzuolo, fresco di lavatrice e profumato.
« Ci fissavano tutti perché loro non smettevano di urlare. È stato piuttosto imbarazzante. »« Tu non sei mai stata tipa da troppe attenzioni, in effetti. »
« Già, qui però è difficile passare inosservati, soprattutto quando inizi a partecipare alle lezioni a distanza di un mese dall'inizio del semestre. Comunque mi hanno rimproverata per non aver detto niente su questa strana convivenza.
Emma si è anche lamentata perché, sue esatte parole "ha passato il mio primo giorno a far gossip sul mio coinquilino, dandogli nel frattempo dello stra bono e neanche lo sapeva". »« Quindi immagino tu sappia già vita, morte e miracoli su sto' qua, no? »
Scorgo un cenno di fastidio nella sua voce e questo mi diverte parecchio, ma non voglio dargli ulteriori preoccupazioni.
« In realtà no, non ho ascoltato granché mentre parlavano di lui. »« Sarà. »
La porta della mia camera si apre improvvisamente ed il moro, di cui parlavo fino ad un secondo fa, entra senza neanche chiedere il permesso. Sarà pur casa sua ma la privacy esiste in ogni caso: avrei potuto essere nuda o in procinto di fare qualcosa di imbarazzante. Evito però il discorso e gli faccio una domanda coincisa per liberarmene nel minor tempo possibile.
« Logan, cosa stai facendo esattamente qui? » Sento uno sbuffo proveniente dal telefono, seguito da vari borbottii e rumori. « Parli del diavolo e spuntano le corna. Lo fa apposta. » Jacques è infastidito e lo capisco. La nostra prima chiamata è stata interrotta da un cretino che lamenta tanto le intrusioni, per poi comportarsi allo stesso modo. Parlo prima di mutare il mio microfono.
« Amore, scusa, dammi un attimo. »
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Le Pont Des Amours.
RomanceAlmeno una volta nella vita tutti si sono domandati se fosse giusto che capitassero a loro le disgrazie, ma quasi nessuno ha una risposta a questa domanda. Alyssa non dà la colpa a nessun Dio e sa solo di voler evitare le sue perché non è pronta ad...