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Take you like my last breath
Took me that's the first step
Closer with the silk dress
Feeling your warm embrace
Devil always tempting
But who gon' end the sentence
We're not meant to blend in
Blended with all your friends
Push and pull to get closer, closer

We tried again
Said I wouldn't lie
But I lied again
Mama told you
Don't reply to him
This ain't right
Who's wrong again
We been tired
Restart again
Negative and the positive
Bringing us

Closer

                                                 ~Closer To You, Jungkook ☆











Ero al quinto, forse sesto bicchiere della serata e già mi trovavo con la testa china sul tavolino, dolente e palpitante. Cominciava a girarmi tutto intorno, però era una sensazione di cui avevo sentito troppo la mancanza. Era desiderio, volere, e voglia di sentire il calore, il fuoco dell'alcool bruciare dentro il sangue e donare quell'estrema ed improvvisa vitalità di un giovane ragazzino desideroso di volare sulle ali del mondo.

La musica assordante, rimbombava nel mio cuore e nelle mie orecchie, forando l'anima. Non conoscevo nemmeno il motivo per cui mi trovavo lì, ero a conoscenza soltanto della sua possibile presenza in quel luogo putrido, pieno di persone marce dentro, ferite, in cerca di un divertimento che deprimeva e non faceva altro che rattristare l'animo. Mi ero ripetuto e promesso più volte che avrei smesso di cercarlo, eppure mi risultava quasi impossibile.

Sollevai il capo per provare a guardarmi intorno e cercare una via di fuga da quel lurido posto. Ragazze bellissime in tutine e vestiti succinti, aderenti, quasi del tutto inutili sui loro corpi; ragazzi ubriachi, in cerca di qualcuno con cui dare sfogo alla foga vorace di una notte intensa o soltanto di una serata poco impegnativa, con il gusto del saper passare il tempo divertendosi.

Dovevo stare seduto sul mio letto, non a questo tavolo. Dovevo essere con la testa sui libri, non tra le mie mani. Dovevo avere la mia penna e i miei libri tra le mani, non quel bicchiere di Vodka. Quelle persone non dovevano esserci, e nemmeno quella musica frastornante. Avrei dovuto navigare nel silenzio e nella concentrazione dello studio, non scavalcare le onde di una marea di giramenti di testa, conati di vomito. Che poi, il problema più grave non erano le conseguenze fisiche dell'alcool, bensì era ciò che, dopo un goccio, il cuore cominciava a segnalare al cervello.

L'alcool era la debolezza dei cuori martoriati e degli animi vagabondi. Solo una persona su cinque era ubriaca perché aveva voglia di strappare le regole e abbandonarsi al divertimento senza uno scopo preciso, differentemente da quelli come me, distrutti e massacrati dal pentimento, da quella maledetta forza che credeva di essere persino superiore.

Sto parlando dell'amore.
Quello che è capace di accecare, farti sognare, e lasciarti andare dalla corrente fluida e contorta di esso, pronto a scatenare guerra non appena tutto fosse troppo stabile e quieto.
Volevo fosse lì, avevo un disperato bisogno di vederlo apparire in quel fottuto locale di merda e scatenare l'apocalisse dentro di me. Come una dipendenza, come un narcotico di cui non puoi fare più a meno.

Era più grande di me di almeno dieci anni. Era un impiegato di grande successo, aveva abbastanza soldi per tapparsi le orecchie e la bocca ogni volta che ne aveva bisogno. E, considerando che ero uno studente di ultimo anno di liceo, la situazione mi sembrava grave. Per carità, avevo raggiunto la maggiore età, ma tutto quello che avevo fatto e che stavo facendo mi faceva sentire un ragazzino di tredici anni che non si è mai innamorato.

Closer To You [Larry Stylinson]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora