Ricontrollai per la milionesima volta lo zaino con tutto l'occorrente, Petra mi aveva garantito che nello chalet c'erano tutti i comfort necessari e non dubitavo che sarebbe stato così. I ragazzi erano già a lavoro nonostante fossero appena le nove del mattino, ma quel sabato avevamo una lista fitta di clienti per questo non potevamo perdere tempo ed era questa la ragione che mi faceva sentire tremendamente in colpa. Nonostante loro fossero sereni perché sarei stato via per lavoro, mi dispiaceva privarli delle mie mani che in quella giornata sarebbero state utilissime. Speravo solo che avremmo finito per pranzo, così nel pomeriggio avrei potuto dare il cambio a qualcuno di loro.
Il clacson di un auto mi ridestò, ci affacciamo tutti alla finestra che dava sulla strada. Sull'altro lato una Audi Q8 nera catturava gli sguardi dei passanti, realizzai chi fosse solo quando il passeggerò abbassò il finestrino mostrando il volto sorridente di Petra.<< Ma quanto cazzo sono ricchi questi due? >> disse nel mio orecchio Mario facendomi sobbalzare. Non mi ero accorto della sua presenza alle mie spalle o lo avrei spinto via prima che il suo alito mi entrasse nel timpano. Mi allontanai afferrando la valigia, salutai le persone presenti e alzai un dito medio in direzione di Mario che sogghignando se ne tornava a fare la piega.
Era un'auto eccezionale, mio fratello avrebbe voluto acquistarla anni fa ma era esageratamente cara e tra le bambine e alcuni lavori in casa decise di accontentarsi di una utilitaria. Non vi ero mai salito sopra, né mi ci ero mai avvicinato così tanto, mentre la fissavo come un ebete Bruno scese dall'auto per aiutarmi con la valigia piena di attrezzi da lavoro. Ci salutammo cordialmente, per poi salire in auto dove scambiai qualche veloce battuta con Petra, che era ancora più euforica di quanto ricordassi.
L'auto era tenuta in uno stato impeccabile: pulita, profumata, quasi nuova. Scattai qualche foto con il consenso dello sposo e le inviai a mio fratello per suscitare la sua invidia. Era da martedì sera che mi teneva il muso perché Emma aveva condiviso la notizia prima con me, ma sapevo che era un finto malumore. Avevano fissato la visita ginecologica il prima possibile, così come tutte le analisi classiche del caso, quindi non sarebbe rimasto arrabbiato ancora per molto. Di certo le foto aiutarono a smorzare l'alterazione perché mi rispose con una raffica di domande a cui feci rispondere Bruno, perché non avrei saputo cosa dirgli.
Petra era emozionata, non riusciva né a stare zitta, né a tenere le mani ferme, continuava a voltarsi verso il sedile posteriore come se pensasse che potessi scappare dall'auto in corsa. Cercai di rassicurarla, di convincerla nel godere della esperienza che avrebbe vissuto e per distrarla mi feci spiegare la posizione della location, come era giunta a quella scelta e così via. Parlò per tutto il tragitto, ma non fui capace di registrare mezza informazione perché il panorama attorno divenne sempre più spettacolare. Ci eravamo immersi nella natura, ovunque guardassi vi erano alberi e radure verdi, erano stati fortunati a beccare un giornata soleggiata a discapito della pioggia insistente che si era abbattuta sulla città nelle ultime settimane.
Giunti sul posto ci accompagnarono nello chalet, interamente fatto di legno. Una piccola dimora, capace di soddisfare ogni esigenza, che si ergeva nel bel mezzo di una foresta. Il silenzio circostante, smorzato solo dalla fauna locale, era suggestivo e mi chiedevo se fosse previsto anche un mini video oltre le foto, perché lo scatto non avrebbe potuto immortalare la pace circostante e speravo inoltre che la nostra presenza non disturbasse la quiete del posto. Mentre Petra fu sequestrata dalla stilista, Bruno sparì in un'altra camera, io mi accomodai sul comodo letto e attesi che la sposa fosse pronta per l'acconciatura. Per fortuna i tempi furono brevi, quando uscì non potei non complimentarmi per la sua semplice bellezza. Visualizzai dinanzi ai miei occhi il lavoro completo e sarebbe stato spettacolare.
Senza perdere tempo mi misi all'opera, il fotografo voleva sfruttare il sole e la luce naturale, quindi non potevamo perdere tempo. Mentre le intrecciavo i capelli, la truccatrice svolazzava con i suoi arnesi, le ondulai poi le ciocche libere dandogli una forma naturale. Quando terminammo restai senza fiato: il trucco leggero e le ciocche bionde che le ricadevano sulla schiena le donavano un'aura da fatina. Le scattai qualche foto che avrei poi postato sui social, ma dovevo ammettere che il mio lavoro risultava impeccabile perché già la base era ottima. Li seguimmo tutti all'esterno per eventuali ritocchi di trucco o all'acconciatura, Bruno era già fuori avvolto in un abito a due pezzi blu scuro. Probabilmente non avrei visto mai più niente di così mozzafiato e meraviglioso per gli occhi, la coppia riunita sprigionava luce propria da far invidia ai raggi di sole che timidamente facevano capolino tra i rami. Agli sposi fu chiesto di posare in modo più naturale possibile e loro, come due modelli professionisti, eseguirono le indicazioni.
In realtà durante il primo incontro ufficiale la sposa mi aveva rivelato che Bruno era un rinomato chirurgo plastico, mentre lei era una wedding planner, quindi del tutto lontani dal mondo della moda. Il servizio fotografico andò avanti per circa un'oretta, era per fortuna previsto anche una ripresa dell'evento, una specie di backstage che il fotografo avrebbe modificato a suo piacimento. Io e la truccatrice intervenimmo un paio di volte per alcuni ritocchi, nel frattempo ci godemmo il relax e la pace assoluta. Solo quando la squadra di foto e video fu soddisfatta potemmo rientrare nello chalet ed riporre tutto il casino nelle rispettive borse. L'esperienza fu utile per rendermi conto quale prodotto avrei dovuto portare in futuro e quale era stato superfluo così mi sarei potuto organizzare meglio, evitandomi sforzi inutili. Una volta impacchettato tutto rientrammo nelle rispettive auto, cercai di fare mente locale per fornire un orario di rientro a Federico, ero sollevato nel sapere che non sarei stato via tutta la giornata.
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Style my heart.
ChickLitPer Ludovico, parrucchiere per passione, le acconciature sono una cosa seria. Rendere le donne magnifiche e sicure di sé è sempre stato il suo sogno fin da ragazzino ed ora coltiva questo desiderio con i suoi amici, nel negozio in cui lavorano assi...