Boxer braids.

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Marechiaro, il piccolo borgo nel quartiere di Posillipo, era il luogo dove avevo sempre vissuto.
Non lo avrei cambiato per nulla al mondo, lo avrei amato con i suoi pregi e i suoi difetti, era l'abbraccio dove avevo sempre trovato conforto e lo stesso fu per mia madre quando decenni prima decise di acquistare la casa dove avrebbe accudito la sua famiglia e cresciuto i suoi figli insieme a papà. Nonostante quest'ultimo abbia poi lasciato dietro di sé tutto quanto, mia madre ed io abbiamo continuato ad amare il nostro paesino, per questo non avevo mai avuto intenzione di lasciarlo. Era grazie al via vai di turisti, oltre dei concittadini, se la mia agenda lavorativa era sempre fitta e nei momenti più caotici o asfissianti avrei potuto fare due passi verso il mare e tutto sarebbe tornato al posto giusto. Non c'era quasi nulla che avrei cambiato, se non quella ridicola gara annuale di acconciature alla quale ogni anno Federico mi obbligava a partecipare. Quell'anno sembrava la volta buona in cui avrei avuto la meglio, perché eravamo troppo indaffarati per occuparci di altro, tralasciando la questione che non avevamo nemmeno cercato una modella che si prestasse per l'occasione.

<< Quindi lascerai perdere? Lo sai che è una buona occasione per gareggiare poi alle regionali! >> insistette Federico mentre eravamo in pausa pranzo.

Chi aveva la fortuna di beccarsi il voto più alto avrebbe gareggiato nella competizione regionale, ma le regole secondo le quali venivano assegnati questi punteggi erano prive di senso. Praticamente i giudici in base al loro gusto personale avrebbero assegnato un voto, ai partecipanti veniva dato un tema da rispettare e per il quale ricreare una acconciatura adeguata. Ogni anno giungevamo nei primi dieci posti, l'anno precedente addirittura nei primi cinque e Federico sperava che ci fosse una successiva progressione.

<< Proverò a lasciar perdere come ogni anno Fede. Non abbiamo nemmeno la modella, per non parlare delle numerose cose da fare...perché dobbiamo complicarci la vita? >> domandai retoricamente.

<< Perché è pubblicità gratis?! >> chiese una voce fuori campo. Ci voltammo tutti verso l'ingresso dove Petra aveva messo piede. Aveva preso la brutta abitudine di presentarsi in negozio senza avvisare, spesso per farsi fare i capelli, ma altrettante volte solo per passare a salutare. Mario le aveva anche domandando il perché della sua costante presenza e lei aveva argomentato la sua risposta sostenendo che aveva piacere a creare un legame con una persona che avrebbe condiviso con lei la settimana più importante della sua vita e che ci teneva a non farmi sentire a disagio, non conoscendo nessun altro se non gli sposi.

Nonostante l'assurdità della situazione apprezzavo la sua gentilezza nei miei riguardi, un po' meno la sua irruenza nei miei affari personali, come quando aveva preteso che le raccontassi del mio appuntamento con Renato avvenuto settimane prima.

<< Vedi? Ci sono solo risvolti positivi...>> le fece da supporto Federico.

<< E poi la modella ce l'avete proprio qui davanti ai vostri occhi. >> continuò Petra sorridendo.

<< Tu?>> chiedemmo all'unisono tutti e quattro. Mario, Veronica e Mirella si tiravano sempre fuori da queste discussioni, dopo avermi voltato le spalle nella votazione su chi avrebbe dovuto candidarsi per l'evento. E la scelta ricadeva sempre su di me.

<< Certo, perché no? >> chiese ingenuamente entrando del tutto in negozio, anche se eravamo in pausa e chiusi al pubblico.

<< Perché hai un matrimonio e non possiamo rovinarti i capelli?! >> mi sembrava irrazionale che le dovessi ricordare dell'evento principale.

<< Dovrai tingermeli? >> continuò accomodandosi sul divanetto accanto a Federico.

<< Beh no, ma- >>

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