Cornrow.

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<< Fammi capire lo hai lasciato andare via senza chiedergli il numero? >> ripeté per la quarta vola Federico.

<< Te l'ho detto che è un coglione! >> confermò Mario, ancora una volta.

<< Non era il momento giusto.>> aggiunsi per perorare la mia causa.

<< Perché esiste il momento giusto per fare una cosa così semplice? >> rincarò la dose Mario.

<< Io credo che sia romantico...stare lontani ma pensarsi, attendere il ritorno con trepidante attesa...>> si inserì Veronica.

<< Io non lo sto mica aspettando. >> mentii a tutti i presenti, me compreso.

Tutti si voltarono nella mia direzione, si affacciò dalla cucina anche Mirella, che stava preparando delle patatine.
Era un martedì sera e mancavano ancora nove giorni al ritorno di Ettore, ma chi li contava. Dovevo ammettere che quella riunione urgente, che Mario aveva richiesto, era a causa mia perché nell'ultima settimana ero distratto, confuso, trasognante a tratti, a tal punto da invertire gli appuntamenti, ero stato in procinto di fare una tinta biondo platino ad una signora anziana che voleva solo uno shampoo. Mario ne era pieno fin sopra i capelli e non potevo dargli torto, ma in realtà non era la sua mancanza a distrarmi quanto la mia reazione all'ultimo incontro avuto. Avevo percepito la speranza rinascere e non ero ancora convinto nel volerla alimentare, né tanto meno come, ma nonostante i tanti dubbi lo aspettavo.

<< Perché non chiedi a Petra il numero?>> urlò Mirella dalla cucina.

<< Mancano pochi giorni al matrimonio non posso mettermi a disturbarla per delle cazzate. >> le risposi in tutta onestà, avevamo concordato tutte le acconciature nei tempi previsti proprio perché volevo lasciarla libera di godersi i giorni prima del grande evento.

<< Ludovico è venuta nel tuo negozio esattamente cinque giorni fa perché voleva farti vedere delle scarpe che aveva comprato. >> ricordò ai presenti Mario, come se fosse stato possibile dimenticare la sua entrata gloriosa e vittoriosa.

<< Scusa ma tu da che parte stai? >> lo accusai sbuffando, la sua sincerità a volte era una rottura del cazzo.

<< Io? Dalla parte di chi non vuole chiudere il negozio perché tu sogni ad occhi aperti! >> concluse mettendo fine al dibattito, stravinto da lui.

Fortunatamente a smorzare il buonumore intervenne Mirella con la cena, eravamo nel loro nuovo appartamento per inaugurarlo, ma spargere le ceneri di Mario non rientrava nel rito. A stomaco pieno la discussione si riaccese, o meglio Mario ritornò sull'argomento sempre senza peli sulla lingua.

<< Lo sai che sei uno dei miei migliori amici, ma non metterò a repentaglio il lavoro che abbiamo fatto. Lo sto proteggendo anche per te, quindi o torni a lavorare con la testa sulle spalle o ci racconti cosa cazzo ti passa per la testa e cerchiamo di venirne a capo.>> il resto del gruppo non fiatò ed il loro silenzio diede manforte alle parole di Mario.

Il problema era che nemmeno io riuscivo ad inquadrare bene il fulcro della questione, se la mia reazione fosse solo frutto di una serie di ricordi che tornavano a galla sotto nuova luce o qualcosa di nuovo.

<< Beh allora sicuramente parte del problema è il suo ritorno. >> disse Federico con la bocca piena, beccandosi uno schiaffo leggero dalla sua fidanzata.

<< Siamo sicuri che sia un problema? E se la questione ruotasse tutto attorno a quello che provano l'uno per l'altra? >> propose Veronica, spalmata sul divano accanto a Mario.

<< Uhm non sono così sicuro che provino già qualcosa...o sì? >> chiese quest'ultimo a tutti, tranne che al sottoscritto.

<< Forse è legato al passato.>> si inserì Mirella << Intendo dire che secondo me, in modo diverso eh, ma all'epoca entrambi già si piacevano, forse non era il momento. E ora che Ettore è tornato alla carica, perché non possiamo dire il contrario, lui si sente un po' spaesato perché...beh l'ultimo ricordo era ben diverso. >>

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