XVIII
La volta perenne del cielo
Io vivo nella possibilità,
una casa più bella della prosa,
[...]
Ha stanze simili a cedri,
impenetrabili allo sguardo,
e per tetto la volta
perenne del cielo. [...](E. Dickinson)
Il Natale portò con sé venti implacabili e tempeste di neve che spazzarono via la maggior parte dei propositi degli studenti di Hogwarts per le vacanze. Rese impraticabili le strade e per nulla invitante l'ambiente esterno, quindi i Serpeverde rimpiazzarono le uscite mancate a Hogsmeade con partite di carte nelle aule deserte e lunghi pomeriggi a godersi il calore della Sala Comune.
Len e Oliver erano gli unici davvero intenzionati a sfruttare i giorni di festa per mettersi in pari con lo studio e Karen fingeva interesse per i compiti solo per avere una scusa per unirsi a loro. Pete e Steven, invece, preferivano impiegare il tempo giocando a Spara Schiocco con un mazzo di carte che Oliver aveva privato della capacità di esplodere quando avevano disturbato il gruppo di studio.
Scorpius aveva tirato fuori la scacchiera Babbana ricevuta al compleanno e aveva chiesto ad Albus di insegnargli a giocare. Lui era stato più che felice di accontentarlo e con pazienza stava condividendo con l'amico tutta l'esperienza accumulata negli anni grazie agli incontri con zio Ron.
«No, non ha senso che tu protegga quel pedone con un altro pedone.»
«Perché? Così se mangerai il mio, io mangerò il tuo e saremo pari.»
Albus considerò con una punta di orgoglio la rapidità con cui stava apprendendo le strategie di base. «Ma nel frattempo avrai sprecato due mosse senza avanzare. È una scelta troppo passiva. Se invece fai così», suggerì prendendo il suo cavallo e schierandolo davanti alla fila di pedoni, «tirerai fuori un pezzo d'attacco ottenendo comunque di proteggere il pedone.»
«Se tu mangerai il mio, io farò altrettanto con il tuo, ma allo stesso tempo avrò portato avanti un pezzo più importante di un pedone.»
Albus sorrise. «Esattamente.»
Un lampo di luce rossa sorvolò le loro teste e finì contro la parete. Insieme si voltarono a fronteggiare la minaccia, entrambi con le bacchette alla mano, solo per scoprire che Pete e Steven si erano stancati di giocare a Spara Schiocco con carte sabotate e avevano pensato bene di allenarsi a duellare.
«Siete impazziti?», li rimproverò Oliver, allertato dai rumori della battaglia in corso.
Nessuno dei due ragazzi parve toccato dal rimbrotto del più grande.
«Expelliarmus!», tentò Steven, ma sotto l'evidente effetto di una Fattura Tarantallegra, il movimento irrefrenabile delle sue gambe gli impedì di colpire con precisione.
Pete non ebbe alcuna difficoltà a evitare l'incantesimo, che finì dritto nel camino, alimentando per un istante le fiamme.
Albus e Scorpius si scambiarono un'occhiata, intuendo senza sforzo di essere dello stesso avviso.
«Faccio io con Steven», si offrì Scorpius, seguendo con la punta della bacchetta un bersaglio in movimento ben più scomodo da colpire.
Albus annuì. Lanciarono in contemporanea l'Incantesimo di Disarmo, centrando i due ragazzi nello stesso istante. Riscosso dalla loro iniziativa, anche Oliver mise da parte l'incredulità ed estrasse la propria bacchetta.
«Finite Incantatem», pronunciò all'indirizzo del fratello, permettendogli finalmente di interrompere la scomposta danza indotta dalla magia dell'avversario.
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Anima Nuda
Fanfiction[Harry Potter fanfiction - Nuova Generazione - Albus/Scorpius] Cosa c'è di più difficile di esporsi agli altri, mettendo la propria anima a nudo e rischiando di perdere tutto per una verità che è solo vergogna e imbarazzo? Scorpius è troppo abituato...