Capitolo 2

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Andrea's POV

Nessuna delle due riesce a staccare gli occhi di dosso dall'altra. Il tempo sembra essersi fermato a tanti anni fa.
Una mano si poggia sulla mia spalla, la Gagliazzo, mia professoressa di storia, mi sorride come penso non abbia mai fatto. Sono molto sorpresa di trovarla qui, pensavo fosse già andata in pensionez
Ricambio il sorriso e le stringo la mano con fare deciso. Mi ha fatto penare al mio primo ed unico anno in questa scuola.
Alexandra riprende parola dicendomi che tutti gli studenti mi attendono in palestra.
Mi incammino lungo quei corridoi che mi riportano in mente tanti ricordi.
Mi fermo poco prima di varcare la porta che mi separa da quel giovane pubblico.
"Non so esattamente come si svolgerà l'incontro, è la rima volta che faccio una cosa del genere."
"Farò un discorso iniziale io dove ti presenterò e spiegherò l'importanza di saper conciliare sport e scuola per poi passarti la parola; tu dovresti darmi ragione anche se magari non sei totalmente d'accordo."
Mi accompagna la schiena con una mano sorridendo vistosamente vista la presenza della Gagliazzo che non pensa sicuramente che io fossi una studentessa modello.
"Ho fatto semplicemente degli errori di percorso nella mia adolescenza. Sono cresciuta adesso."
La faccia di Alex si incupisce, non avrà mica pensato che mi riferissi alla nostra relazione?
Entriamo in palestra e delle urla riempiono il luogo, non mi aspettavo tanta accoglienza; mi fa sempre un certo effetto essere riconosciuta dalle persone.
La preside richiama l'attenzione con aria autoritaria, la temevamo noi anni passati quando era solo una professoressa, non immagino l'effetto che faccia adesso.
Inizia il suo brillante discorso per poi passarmi parola; io saluto tutti con fare un po' impacciato per poi parlare dell'importanza dello studio.
"Quando avevo la vostra età e frequentavo proprio questa scuola ho fatto un errore colossale: pensare di tralasciare lo studio per giocare a calcio. Sono andata a vivere a Firenze quando ero a mala pena in secondo superiore e mi sono ritrovata davanti una realtà che credevo inimmaginabile. La società pretendeva che io a scuola andassi bene, che mi impegnassi e soprattutto che imparassi. Sapete perché? Nello sport e soprattutto nella vita serve intelligenza, serve cultura e soprattutto tanto impegno. Adesso, a 25 anni, dopo essere stata bocciata 2 volte nel corso della mia adolescenza, ho una laurea e vivo della cosa che più mi piace al mondo: giocare a calcio. Vi dico questo per farvi capire che si può sbagliare, si può fallire; l'importante è rialzarsi, lottare sempre e soprattutto imparare dagli errori. Arrivare a questa conclusione stato anche possibile grazie alle mie due vecchie insegnanti che mi hanno cresciuta ed insegnato delle basi per affrontare la vita: la professoressa Gagliazzo e la preside Bianchi che credetemi, hanno davvero perso la testa con me come alunna."
Un sogghigno spontaneo nasce sia in me che alle due donne che ho a fianco; Alexandra prende parola chiedendo ai suoi studenti se qualcuno ha qualche domanda. Rispondo a tutti cercando di mantenere la serietà ed essere comunque da esempio verso loro che saranno presto degli adulti.
Una ragazzina che potrà avere massimo 5 anni in meno di me mi chiede se posso palleggiare un po' ed io ne rimango spiazzata.
"Mi servirebbe un pallone però."
Immediatamente mi viene passato e mi diletto un po'; ho sempre amato palleggiare e qui è stato uno dei luoghi in cui più spesso li facevo.
Dei fischi provengono dagli spalti dopo avere effettuato qualche giochetto un po' più particolare; lancio la palla in aria per poi controllarla a terra e fermarmi.
Un applauso nasce negli spalti ed io non posso fare a meno di sorridere. Mi viene chiesto di fare una foto di gruppo ed io accetto molto volentieri. L'assemblea viene sciolta e tutti gli studenti sono invitati ad andare in classe. Qualcuno mi si avvicina chiedendo una foto, altri mi chiedono di firmare diari o pezzi di carta ed io sono molto felice di accontentarli.
Alexandra richiama la mia attenzione quando ormai la folla sta scemando ed io sono a parlare con alcuni dei miei vecchi insegnanti. La stessa ragazzina che mi ha chiesto di palleggiare é davanti a me con gli occhi lucidi e lo sguardo basso.
La guardo con molta tenerezza sapendo che probabilmente la timidezza la sta bloccando, mi avvicino a lei e mi viene l'istintivo di abbracciarla nonostante non sia molto da me questo gesto. Non appena si appoggia al mio petto la sento quasi singhiozzare.
Guarda Alex preoccupata ma lei mi fa cenno che é tutto okay.
"Va tutto bene?"
La sento annuire nel mio abbraccio.
"Stiamo così tutto il tempo che vuoi, non mi muovo ma devi promettermi che mi dirai qualcosa."
Sorrido avendo capito la situazione.
"Era il mio sogno incontrarti, ti seguo da anni, ho chiesto io ad Alexandra di farti venire qui."
Noto come la abbia chiamata per nome e rimango un attimo spiazzata.
"E lo so che in tv sembro più bella, più alta e più forte ma non pensavo di fare così tanta paura."
Cerco di sdrammatizzare un attimo.
"Ma sei stupenda, che dici."
Si stacca dal mio petto guardandomi finalmente negli occhi. Io le sorrido.
"Non mordo giuro, puoi dirmi e chiedermi tutto ciò che vuoi."
Parliamo del più e del meno fino a quando non si calma. Mi chiede di fare una foto e di firmarle le scarpette di calcio ed io la accontento molto volentieri.
Mi viene in mente di fare un'ultima cosa per lei. Prendo il telefono dalle mani e glielo passo.
"Iniziati a seguire su Instagram, per qualsiasi cosa ci sono, puoi scrivermi sempre."
Un sorriso a trentadue denti nasce in lei, con le mani tremanti fa quello che le ho chiesto per poi salutarmi con un abbraccio.
Sta per correre in classe ma torna un secondo indietro per dare un bacio sulla guancia ad Alexandra che poi mi si avvicina.
Il minimo dubbio che il loro rapporto non sia solo professionale nasce in me e questo mi crea quasi fastidio.
"È una ragazzina speciale ed in gamba, penso che farà strada proprio come te. Siete molto simili in molte cose e non posso negare di trovare una somiglianza tra voi. Mi ha stressato così tanto negli ultimi anni per portarti qui che alla fine ho ceduto e l'ho accontentata."
"Sembra proprio scaltra. Avete un rapporto speciale immagino."
Non posso fare a meno di alludere a quel qualcosa che avevamo noi due e penso che lei lo noti,
"Ti da fastidio la cosa?"
Mi soffoco con la mia stessa saliva al sentire quella frase.
"No assolutamente, mi fa capire però il tuo essere recidiva."
"Non capisco cosa tu stia dicendo." Mi guarda con il suo solito fare altezzoso.
"Lo sai bene Alex, immagino sia un tuo fetish allora."
Lo scazzo nasce in me quasi senza che io me ne renda conto e mi allontano a passo spedito dalla sua figura.
Mi corre dietro e mi afferra il braccio.
"È la figlia di una mia cara amica, niente di più. Tu sei stata l'unica cosa folle della mia vita."

Spazio autrice:
Ei raga avrei bisogno di qualcuno che mi aiuti un secondo perché sto scrivendo già il 3 capitolo ma ho troppi vuoti di memoria e non ho il tempo per rileggere il primo  libro e non vorrei ci fossero buchi di trama. Chi pensa di conoscere bene il primo libro mi scriva, un bacio 🖤

Yo Te Quiero Prof 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora