11. fragole e zucchero

807 60 66
                                    

3 anni prima:
Aveva posato le chiavi di casa sul comodino dopo esser rientrato, senza neppure guardare davvero a dove la mano puntasse, poi s'era chiuso la porta alle spalle mentre la giacca scivolava dalle spalle e cadeva sul pavimento in un arrendevole gesto di sconfitta. Manuel era esausto e sperava solo che quei turni lavorativi diminuissero o per lo meno che diventassero meno pesanti col tempo.
Voleva solo toccare il letto e dormire, spegnere la mente e fingere che il mondo esterno non esistesse, senza nemmeno curarsi di non esser riuscito a mangiare un pasto decente. Voleva dormire, ne aveva un bisogno matto, perché era ormai l'una del mattino e lui era appena rientrato dal turno serale e, se non si fosse buttato subito nel letto, era sicuro che avrebbe urlato per la frustrazione.

Era andato in cucina e aveva frugato nel frigo, poi nelle dispense: nulla. Un sacchetto vuoto col logo di Glovo se ne stava sul tavolo e lo guardava, trionfante, per ricordargli che il suo ragazzo avesse mangiato senza comprare nulla per lui e senza neppure prendersi il tempo di buttar via o pulire ciò che aveva usato. Ovviamente, aveva pensato, però se n'era stato zitto e s'era limitato a posare nel lavello piatto e stoviglie per poi buttare le confezioni di cibo.

«Ivan!» L'aveva esclamato in uno sbuffo di stanchezza, per farsi sentire, mentre camminava verso la camera da letto e tentava poi una seconda volta: «Amò, so' a casa!»

I piedi trascinati sul pavimento e un mugolio prolungato, per lamentarsi della mancata risposta. Il televisore nella sala degli ospiti lasciava sentire le voci di quello che doveva essere un film e Manuel, ormai sicuro di trovare il suo ragazzo addormentato sul divano di casa - come d'abitudine - s'era sporto verso la stanza.

Non c'era nessuno, il divano era vuoto. Ivan aveva lasciato il televisore acceso senza curarsi di spegnerlo prima di mettersi a letto, ovviamente, ché «tanto poi ce pensi tu» era solito dirgli.
Aveva preso il telecomando in mano e l'aveva spento, con un sospiro, senza lamentele.
Un suono simile a quello d'un gemito gli aveva fatto aggrottare le sopracciglia, ma non ci aveva dato peso: era troppo stanco per giocare all'agente segreto. Aveva continuato a camminare per casa, quindi, con l'unico obiettivo di toccare il profumo delle sue lenzuola e chiudere gli occhi.

Un paio di jeans chiari se ne stavano abbandonati sul pavimento, senza padrone e probabilmente anche nuovi visto che non erano suoi e che addosso a Ivan non li aveva mai visti. Aveva questo vizio di spendere soldi senza che ve ne fosse necessità, il ragazzo, ch'era cresciuto in una famiglia molto più che benestante e non conosceva il limite del risparmio— Manuel, al contrario, non comprava mai nulla per se stesso e osservava i suoi sperperi col capo a dissentire, sicuro che prima o poi avrebbero pagato entrambi le conseguenze di quel suo lato immaturo. Comprava solo per sé, Ivan, aveva smesso di fargli regali ormai da mesi - se non anni - e capitava anche che si dimenticasse delle date importanti, ma Manuel lo giustificava perché sapeva che la vita da lavoratore sapesse essere tanto soffocante da dimenticarsi perfino del proprio nome.

Un urlo scandito da una voce sconosciuta l'aveva riportato alla realtà. Era il nome di Ivan, eppure non stava uscendo dalla sua bocca. Manuel s'era bloccato sul posto, cogliendone un altro subito dopo, fino alla realizzazione più spaventosa.
Era corso nella sua stessa camera da letto e aveva spinto la porta con così tanta rapidità da rischiare di romperla, sbarrando gli occhi verso quelli ch'erano due corpi velati da un lenzuolo... il suo lenzuolo. Ivan sopra e l'altro sotto.
Per un istante s'era sentito come pietra, bloccato sulla soglia d'una stanza che gli apparteneva ma che non riusciva più a sentire sua.

«Manuel... Oh, cazzo, sei tornato prima!»
«Hai il ragazzo? Non lo sapevo!»
«Amore, posso spiegarti, non... non è come sembra... Cazzo! Pensavo davvero che avresti tardato, io—»
«Perché non m'hai detto d'avecce il ragazzo?!»

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 26 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

déjà-vu de saveursDove le storie prendono vita. Scoprilo ora