5. biscotti e gelato

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Il danno maggiore era stato nel corso di quella nottata a dormire fuori casa, - come al solito, visto che odiava il pensiero d'avere l'odore delle sue scopate occasionali tra le coperte - con la bocca del ragazzo a percorrere il suo corpo e la sua voce a provocarlo mentre le braccia lo stringevano e le mani si prendevano ciò ch'era loro. Non c'era nulla che Manuel non considerasse suo, in quel momento, al punto da abbandonarsi completamente a lui e a quel piacere a fargli gemere tutto ciò che nel corso delle settimane aveva desiderato da lui... con lui.

«Quanto cazzo sei bello...»

Il suo respiro sulla pelle, le sue labbra a baciarlo, il corpo a fondersi col gemello in un'avidità dal sapore complice. Brividi e debolezza, mentre Simone baciava i suoi punti più sensibili e trovava quello perfetto su cui concentrarsi; col suo corpo voltato di spalle e la schiena poggiata al petto, mentre le labbra prendevano possesso d'un lembo tra la nuca e la spalla.
E infine un orgasmo, il braccio a correre all'indietro per cercare la sua mano e le dita a stringersi alle sue mentre annullava la mente all'apice, col suo nome in un sospiro estasiato.

C'era questo nuovo Manuel che sognava Simone nei momenti più indecenti da ormai una settimana e c'era questo nuovo Simone che sul lavoro gli passava accanto con ogni scusa possibile e non poteva fare a meno di toccarlo.

E, come tocco finale, c'era anche questa nuova Chicca che sembrava esser diventata una sorta di migliore amica per Simone e sapeva pure quanti respiri facesse al minuto. Tutte informazioni che, nelle serate insieme, riferiva a Manuel tra un drink e una risata maliziosa nel sapere il suo nome che effetto facesse all'amico.

A quanto pare s'erano anche scambiati l'Instagram e la ragazza non perdeva occasione per mostrargli le sue foto, per leggere negli occhi dell'amico una reazione sufficiente a capire se effettivamente gli piacesse.
E Manuel con lei faceva finta di nulla, però dentro impazziva e una volta a casa cercava nella sua mente il ricordo di quelle immagini, mentre affondando il viso nel cuscino si malediva per quel desiderio così disperato.

Non riusciva a levarselo dalla testa e vederlo ogni giorno non aiutava di certo.

Fatto stava che Chicca gli aveva mandato per messaggio il profilo social del ragazzo, pur avendole lui espressamente detto di non volerne sapere nulla: «che se cambi idea, - gli aveva detto - almeno ce l'hai».

E ora Manuel si trovava in casa da solo, con il televisore acceso su un canale casuale per avere un sottofondo di voci mentre si preparava delle bruschette pomodorini e basilico. Anche se era per lui una passione e un lavoro, odiava cucinare per se stesso e finiva sempre per preparare pasti giusto per riempire lo stomaco senza pensarci particolarmente.
La routine era ormai solita: cucinava e finiva sul divano di casa a guardare qualche programma o un film, giusto per distrarsi mentre mangiava - ché, quando era solo, non riusciva a raggiungere la fame se anche i suoi occhi non venivano intrattenuti. Non eran poche, infatti, le sere in cui andava a letto con lo stomaco mezzo vuoto e solo qualche sigaretta spenta nel posacenere.

La mente continuava a correre su Simone, quella sera, e su quel messaggio di Chicca. Nonostante quel film fosse quantomeno guardabile e la sua cena buona abbastanza da poter definirsi una distrazione decente.
Per questo aveva ceduto con un sospiro prolungato, prendendo il cellulare dalla tasca dei jeans e aprendo quel social su cui si faceva vivo - a esagerare - una volta ogni due mesi.

Odiava far sapere dove o con chi si trovasse, cosa stesse facendo o anche solo l'idea che qualcuno avesse la possibilità di vedere la sua vita... che non era comunque nulla d'interessante e non la definiva adatta a un social simile, dove tutto era perfetto e non esistevano macchie a rovinare nulla. Gli capitava di mettere una foto nelle storie, solo quando voleva farsi notare da qualcuno, per il resto era sicuro che le persone si fossero scordate della sua esistenza.

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