Quando Marta entrò al Carpe Diem, Rebbi la stava già aspettando al tavolo più imbucato di tutto il locale. A giudicare dai due cadaveri di bicchieri davanti a lei, Marta pensò che la stesse aspettando da un pezzo. Mise il cappotto sullo schienale della sedia e si sedette davanti a lei.
«Scusa il ritardo.»
«Tranquilla, sono appena arrivata.»
Marta spostò lo sguardo dagli occhi dell'amica ai due bicchierini vuoti.
«Ora sono seriamente preoccupata.»
«Tranquilla, ho preso l'autobus.»
Marta bloccò il cameriere e ordinò una coca cola col limone, mentre Rebbi chiese soltanto "un altro".
Rebbi la guardò strano. «Una coca?»
«Così ti porto a casa io.»
Marta notò in quel momento gli occhi di Rebbi, gonfi e arrossati e aggiunse: «E se mi dici di nuovo di stare tranquilla ti faccio internare.»
Rebbi accennò un sorrisetto e tornò seria, abbassando gli occhi sul tavolo e passando le unghie nei graffi sul legno. Restò in silenzio.
Marta si guardò intorno cercando il cameriere che sembrava non arrivare mai: sentiva il bisogno di avere un bicchiere da rigirarsi tra le mani. Poi decise che da qualche parte bisognava partire.
«Ieri ho visto Marco.»
«Gian» la corresse Rebbi.
«No, no. Marco, il figlio di Alex.»
Rebbi sollevò il viso e la guardò con occhi sgranati. «E?»
«E niente, non ti racconto nulla finché non mi dici perché siamo qui e cosa succede.»
Rebbi portò le mani davanti alla fronte e si appoggiò sui gomiti.
«Okay, senti, io non vorrei che tu mi giudicassi male. Io non avrei mai pensato... cioè»
Marta le posò una mano sulla sua.
«Rebbi, ti conosco da una vita. Metti da parte la tua idea di voler sempre essere perfetta e vieni al punto.»
Il cameriere portò loro le bevute e le due donne restarono in silenzio aspettando che si allontanasse, poi fu ancora Marta a rompere il silenzio.
«Sei incinta e il bambino ha dei problemi? Stai male? Ti hanno licenziato? Oddio.» Marta portò una mano davanti alla bocca. «Hai ucciso qualcuno sotto i ferri? Magari per negligenza? Lo sai che tutti sbagliano Rebbi, non puoi voler sempre...»
«Ehi, frena!»
Rebbi seccò alla goccia lo short, poi cominciò a parlare abbassando gli occhi sul tavolo.
«Gian ultimamente lavora molto, lo sai. Mi ha sempre dato fastidio scoprire la sera stessa quando non torna a casa perché ha una cena coi clienti o si attarda in riunione o fa saltare un'uscita fuori porta.»
Marta la osservava succhiando la coca cola dalla cannuccia.
«Scusami se ti ho messo fretta ma, se non ne parlavo con qualcuno esplodevo!»
La voce di Rebbi si spezzò e Marta le prese di nuovo una mano. «Sono qui. Parlami quanto vuoi. Pensi che Gian ti abbia tradito?»
Rebbi scosse la testa e deglutì.
«No, lui no. Sono io che ho tradito lui.»
Marta lasciò cadere la cannuccia dalla bocca aperta fissando Rebbi con occhi sgranati, che proseguì parlando a velocità raddoppiata.
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Il vestito blu
RomanceL'attesissimo seguito de Il vestito rosso (ma storia indipendente) Marta è sbocciata: ha trovato l'amore e avviato la sua attività. Ma tra lei e Alex si insinueranno presto Leonardo, un pittore d'altri tempi che nasconde qualcosa, e Sara, la ex di...