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T/N'S POV

Giorni. Sono passati giorni, forse settimane dall'ultima volta che ho parlato con qualcuno che non fosse Koutaro. Vado a scuola, sì, è un ottimo modo per distrarsi, in fondo, ma al club non mi presento dal ritiro. In classe non parlo mai, non per rispondere ai professori, non per parlare con kenma di un nuovo videogioco.

A volte per a Kout. Lui mi capisce, anche se non sembra. Forse è perché è mio fratello, forse è una specia di anima gemella platonica, ma di sicuro non si arrabbia quando sono giù, lui non mi costringe a fare cose che non voglio fare, a meno che non siano fondamentali e non farle sia pericolo, come mangiare e fare un minimo di attività fisica, ma non faccio più di quello.

Non rispondo ai messaggi, quello no. Non di Kout, non di Tetsuro, neanche dei miei amici in Italia.

Non sono in ansia, non sono triste. Non mi pento di niente, ma non perché non abbia nulla di cui pentirmi, ma perché non sento niente. Per quanto possa suonare come un clichè, è la verità. 

A volte però, quando guardo fuori dalla finestra e incrocio lo sguardo con Tetsuro, sento qualcosa. Pena? no, non mi fa pena. Tristezza? forse, ma è un termine molto generico. No, quello che provo è un fortissimo e struggente senso di colpa, un peso sul cuore, come se quei suoi occhi fossero tanto sofferenti quanto belli, e quello sguardo dritto nella mia anima fosse accusatorio, sì, ma anche disperato. 

Stavo proprio guardando fuori dalla finestra, con lo sguardo perso nel vuoto e la mente altrove, quando per l'ennesima volta mi squilla il telefono. Tetsuro.

Sono in dubbio. Non ho il tempo di pensare se rispondere o continuare a fingermi un fantasma, o perderò la chiamata e risponderà la segreteria telefonica.

Se rispondo, cosa gli dico? Come gli spiego tutti i pensieri sconclusionati che mi turbinano in testa? Cosa gli dico? Mi scuso? No, è meglio continuare a ignorarlo.

Oppure no, forse non mi detesta del tutto e magari capisce il mio punto di vista e- ma poi.... com'è il mio punto di vista? perché lo sto ignorando? cosa mi ha fatto reagire così male, quel giorno? ho almeno un motivo, anche minuscolo, da usare come scusa per il mio comportamento? no, no, non ho alcun motivo di fare così, eppure...

Gli rispondo.

No, no è meglio lasciare che squilli.

"...pronto?" sussurro, portandomi il telefono all'orecchio. Però, non ricevo risposta, se non la notifica di chiamata persa.

Cazzo. Guardo il telefono con la disperazione più profonda negli occhi.

Non avrò mai la forza di rispondere. Mai più.



Fanculo, io lo richiamo.


Guarda che li ammazzo---Kuroo x readerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora