Capitolo 11

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Avvicinandomi a casa sento dei rumori e mi allarmo pensando che qualcuno si sia intrufolato mentre non c'ero. 

Avvicinandomi sempre di più sento delle risate, riconosco chi le sta producendo e un sorriso involontario si fa largo sul mio volto. Non li avevo ancora sentiti ridere così spontaneamente e per un attimo, tutte le nostre divergenze sembrano mettersi da parte. 

Sulla soglia di casa sentii uno strepitoso odore di bacon appena cotto. Amo il bacon e con ancora il sorriso in volto entrai.

"Hey" dissi loro entrando in cucina.

"Finalmente sei tornato" mi rispose Nigan andando poi a lavarsi le mani per abbracciarmi, tralasciai la velata frecciatina in riferimento del fatto che non fossi in casa e decisi di godermi l'abbraccio. Inspirai profondamente il suo dolce odore, mi era decisamente mancato in questi giorni e per un attimo ricordai il campo che avevo sognato. 

Mi rilassai per un pò nel suo caldo abbraccio, poi mi sedetti attorno al bancone aspettando che anche Leon venisse a salutarmi, non volevo essergli d'intralcio nella sua preparazione di quella che credo fosse una crostata, un pò sbilenca devo dire, ma non glielo riferii. 

Era totalmente nuovo tutto quello che stava succedendo tra noi che vederli ai fornelli mi riempii di curiosa aspettativa. Nigan più che cucinare sembrava aver fatto una lotta col fantasma della farina e al pensiero ridacchiai sottovoce, ma non abbastanza perchè lui non mi sentisse e il sorriso che mi regalò in risposta fu meraviglioso. Un attimo che custodii nel mio cassetto segreto dei momenti felici. 

Gli scossi i capelli che se prima avevano un look disordinato da uomo sbarazzino, ora sembravano decisamente un nido d'uccello. 

"Hey, che ne dici di abbracciare anche me ora? O devo diventare geloso del mio stesso fratello?" ci interruppe Leon.

 "Certo che abbraccio anche te" provai un leggero imbarazzo nel rispondergli così.

Le sue braccia mi avvolsero e uno straordinario calore mi pervase. Era sempre stato così bello essere abbracciati? Non che ricordassi...

Appoggiai il mento tra l'incavo della sua spalla e mi godetti anche il suo di profumo mentre non troppo segretamente anche lui faceva lo stesso. Gli carezzai i capelli raccolti in una crocchia disordinata. I suoi riccioli mi avevano attirato fin dal primo momento che li avevo visti, sembravano così morbidi e ora potevo dire che lo erano davvero. Un mugolio soffocato gli uscì tra le labbra e lo presi come un invito a continuare le tenere carezze che gli stavo donando.

 Completamente rapito dal momento, scesi ad accarezzargli la nuca e non mi accorsi subito di una leggera protuberanza che rendeva quel piccolo spazio come un deserto attraversato da dune, ma quando la mia mano si fermò proprio in quel punto, sentii Leon irrigidirsi e questo mi suonò come un piccolo campanello d'allarme. Ripresi coscienza del momento presente e ripassando sulla zona, incominciai a sudare freddo. Un sottile panico mi sussurò tra le sue righe che non mi stavo sognando nulla. 

Quelle dunette che sentivo dietro la nuca di Leon, dovevano per forza essere ciò alla quale stavo pensando; il marchio. 

Un marchio che io non possedevo ma lui sì, un marchio di appartenenza, amore. Amore che loro avevano già condiviso, senza di me. La furia della disperazione si prese possesso del mio corpo, presi Leon per la spalla e facendo pressione lo girai cosicchè potesse darmi le spalle.

"Axe..." il suo debole avvertimento non mi toccò minimamente.

Gli alzai le ciocce sfuggite alla crocchia e lo vidi, lì, un marchio senza tempo, consolidato nella pelle, frutto di un amore che non mi aveva aspettato. Un amore dove io ero solo un plus e non una parte di esso. Un amore in cui io non avrei mai trovato il mio spazio. Tutto ciò vorrticò velocemente nella mia mente, mi resi conto di essere fuggito solo quando sentii il mio lupo prendere il possesso del resto del mio corpo. 

Lo avevo lasciato lì, dove era giusto che stesse, con chi voleva veramente. 

Spensi il cervello mentre le lacrime volavano via col vento e lasciavo al mio lupo, il compito di tenermi in vita, ancora una volta. 



Note d'autrice:

Scusatemi ancora per il ritardo accumulato, vi pubblico subito questo capitolo bomba che non vedevo l'ora di scrivere. Sicuramente ci saranno errori di scrittura in quanto ho appena cambiato la tastiera e devo ancora farci il callo. La revisione seria la farò solo una volta finita la storia, altrimenti la sindrome dell'impostore avrà la meglio su di me, conoscendomi. Inoltre sento di essere un pò fuori forma, vorrei leggere di più per ampliare anche il mio lessico, se avete qualcosa del genere fantasy, boys love o solo quest'ultimo da consigliarmi, ditemi pure. Accetto tutti i vostri consigli di lettura. Tornando alla storia... Che ne pensate del fatto che Nigan e Leon abbiano già consumato il loro amore? Tenete conto che per la storia, il marchio è un qualcosa di veramente eterno e se due compagni si trovano ma sentono di non essere completi, allora dovrebbero aspettare il loro ultimo pezzo mancante. Credo che lo farò spiegare a modo da Axe ma questo ve lo dico giusto per darvi meglio una panoramica iniziale del perchè abbia reagito così. 

A presto, baci :*

Lavanda e VanigliaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora