𝟎𝟐. ❝𝐂𝐇𝐀𝐏𝐓𝐄𝐑 𝐓𝐖𝐎❞

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𝐀𝐁𝐈𝐆𝐀𝐈𝐋
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IL PRIMO RISVEGLIO DELL'ANNO SCOLASTICO era il più difficile di 365 risvegli che subivo ad ogni moto di rivoluzione, soprattutto se a svegliarmi erano gli urletti striduli di Mary McDonald e Lily Evans; Alice Prewett, la quinta ed ultima componente della nostra stanza, non era mai fastidiosa, e la sua presenza molto spesso non mi pesava nulla, o anzi, era piacevole. Marlene invece era già stordita di suo, quindi iniziare a saltellare come una tarantola che deve fare pipì di prima mattina non era una delle sue attività preferite; proprio per questo motivo, anche se mi mettevo concentrata e mi impegnavo con tutta me stessa, non riuscivo a capire perché una ragazza come lei fosse amica di quelle due svampite.

Non aiutava il fatto che James -sì, proprio il mio migliore amico James- avesse una cotta epocale proprio per Lily Jane Evans da ormai sei anni. E da bravi amici quali siamo, ci mettevamo a litigare ogni volta che l'argomento "pel di carota" saltava fuori. Avevo iniziato ad etichettarla così quando durante un pomeriggio qualsiasi di fine anno, circa quattro anni fa, ero entrata nel nostro dormitorio per recuperare il mio anello e la vidi mangiucchiare nervosamente una carota seduta sul suo letto, in preda al panico che precedeva gli esami di fine anno - da lì decretai che Lily Evans e le carote fossero una cosa unica.

Insomma, James continuava a dire quanto fantastica fosse quella ragazza, io invece continuavo a ripetere quanto fosse stupida e antipatica. Remus la difendeva dicendo che non la conoscevo così bene. E aveva ragione, cavoli! Insomma, mica ci ho condiviso una stanza per sei anni, no? In fondo sei anni sono solo due minuti...

Col cazzo, Remus Lupin.

Voglio davvero bene al mio amico lupacchiotto, ma certe volte è così gentile che mi viene solo voglia di prenderlo a suon di frustrate. Gentilmente però, sennò poi si offendeva.

Dopo questo breve riassunto su quanto sia bella la vita qui nelle camerate femminili di Grifondoro, direi che posso tornare a quando Lily e Mary urlavano eccitate per Dio solo sa cosa.

Non appena iniziai ad essere cosciente e le mie orecchie iniziarono a sentire quei latrati da cani disperati, presi immediatamente il mio cuscino e me lo misi sopra la testa. Forse con quel gesto speravo anche di soffocarmi, con quel cuscino... chissà. O perché no, infilare tutta l'imbottitura nelle bocche delle due ragazze urlettanti. Sarò anche esagerata, ma il mio odio per Evans e McDonald è superiore a qualsiasi altra cosa, in certi momenti.

Devo fare una rivelazione: il mio nome intero è Abigail Impazienza Blake. Esatto, non Jennifer, ma Impazienza. È quindi un po' inutile dire che la mia soglia di sopportazione è molto bassa, e dopo solo due minuti dopo da quando mi ero premuta il mio cuscino rosso sul viso stanco e gonfio, non ce la facevo già più. Alzai il busto dal materasso, mettendomi seduta.

𝐓𝐑𝐎𝐔𝐁𝐋𝐄𝐌𝐀𝐊𝐄𝐑,   𝗃𝖺𝗆𝖾𝗌 𝗉𝗈𝗍𝗍𝖾𝗋Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora