La luce del mattino filtrava attraverso le tende della camera di Aurora, mentre il suono delicato della porta aprirsi annunciava l'ingresso di sua madre.
<<Aurora, ti sto chiamando da mezz'ora è pronto il prando.>>
Disse sua madre.
Aurora, ancora sotto le coperte mugugno qualcosa di simile ad un "arrivo"
<<Dai Aurora, tuo padre è molto arrabbiato con te... a che diavolo di ora sei rientrata ieri?>>
Aurora, sbadigliando le disse
<<Mamma, non lo so... Non puoi farmi queste domande di prima mattina... saranno state le due, forse le tre...Non posso avere i miei orari a vent'anni?>>
Madre, preoccupata: <<Non è solo una questione di orario, Aurora.>>
Aurora: <<Mamma, sono a stata con Rachele a casa di Gabriele.>>
Sua madre sospirò<<Finirai questo discorso con tuo padre... il pranzo è pronto.>>
Aurora si sedette a tavola con la sua famiglia mentre il profumo invitante del pranzo riempiva l'aria.
<<Aurora, posso sapere dove sei stata fino a tardi ieri sera?>>
Suo padre non si risparmiò di iniziare subito con il caziatone.
Aurora, abbassando lo sguardo sul piatto
<<Sono stata fuori con Rachele, papà. Sapevo che sarei tornata un po' più tardi del solito.>>
<<Questa casa non è un albergo, Aurora! Hai vent'anni, non sei più una bambina. Sei responsabile dei tuoi orari e delle tue azioni. Cosa ti fa pensare che possa tornare a casa a quell'ora?>>
Continuò lui, con tono aggressivo.
Aurora, alzando lo sguardo, contraccambiò l'aggressività del padre
<<E cosa dovrei fare, tornare a casa alle dieci come una ragazzina?>>
<<Qui ci sono i miei orari e se non ti piacciono, allora trova un altro posto dove stare. Non mi importa se sono gli orari di una ragazzina, non dovresti tornare così tardi.>>
suo Padre, stringendo i pugni era visibilmente arrabbiato.
Aurora, alzando la voce continuò
<<Sto lavorando per prendere una casa tutta mia, perché non voglio più restare in questo mattatoio!>>
Sua madre Rosa, seguiva la conversazione o meglio il litigio visibilmente scocciata, così cercò di cambiare argomento.
<<Per favore, calmatevi. Parliamo di altro... Come sta il gatto, Aurora?>>
<<Il gatto sta bene, mamma. Come se ne va, torna. È sempre lo stesso.>>
le rispose lei con noncuranza.
Aurora si era stufata di quella conversazione, così con aria decisa si alzò, prese il suo piatto e lo adagiò sul lavello, poi prese una sigaretta e uscì, evitando i commenti che fece suo padre, cose del tipo: "ma dove vai? torna subito seduta!".
Mentre tirava una boccata di fumo, sentì la porta finestra dietro di lei. Era sua madre, che si avvicinò silenziosamente.
<<Aurora, posso chiederti come è andata l'uscita di ieri sera con Rachele e gli altri? Ti sei divertita?>>
Aurora, con noncuranza, le rispose
<<È stata come al solito, niente di speciale. Abbiamo passato del tempo insieme, chiacchierato, scherzato. Nulla di eccezionale.>>
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Acqua tonica || Jannik Sinner
FanfictionMa di amore si muore Tu lo sai bene, mi provochi Un gin con l'acqua tonica Mentre mi guardi ipnotica A me non dire no Aurora e Jannik si intrecciano in un turbine di emozioni. Aurora, con occhi luminosi e spirito libero, incanta; Jannik, misterios...