L'intervista

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"Com'è stato salire per la prima volta su un palco così importante?"

"Una cosa assurda! Non ci eravamo mai esibiti davanti a un pubblico così ampio, ero molto nervosa. Sai, una delle mie paure più grandi era non riuscire a cantare a causa della tensione. Ma alla fine credo sia andata bene."

"Avete letto qualche commento degli amici oppure sui social?"

"Ci hanno scritto degli amici per farci i complimenti, ci ha fatto molto piacere. Sofia è la più social fra noi, ci ha letto un paio di commenti dei fan, una volta fuori dal teatro."

"Si, ho letto delle recensioni piuttosto positive. Ce ne erano anche alcune negative, ma in generale ci possiamo dire soddisfatti del risultato. Siamo ancora giovani, puntiamo a migliorare sempre di più in futuro."

"Quello che ci ha colpito di più della vostra esibizione è stata la vostra capacità di conquistare il palco nonostante la giovane età. È un talento naturale o l'avete imparato col tempo?"

"Credo che gli anni di esperienza siano stati fondamentali per riuscire a padroneggiare completamente il palco. Ai primi live suonavamo in periferia e avevamo il terrore di risultare troppo appariscenti. Questo ci bloccava e rimanevamo impalati sul posto tutto il tempo. Tranne Sofia, lei si è sempre scatentata. Ora ci sentiamo liberi di muoverci, ballare e di esprimerci con testi più forti e arrangiamenti originali."

"Anche il look è una parte integrante del vostro trionfo."

"Immagino di si. Ora indossiamo con orgoglio outfit stravaganti e spesso androgini. Un giornale ci ha definiti trasgressivi e provocatori per come eravamo vestiti ieri sera. Personalmente l'ho trovata un'osservazione antiquata. Se ci si scandalizza per dei semplici abiti - forse anticonformisti ma nemmeno troppo, se devo essere sincera - significa che non si riesce a guardare più in là del proprio naso."

"Questa domanda sicuro ve l'hanno già posta, ma perché avete deciso di chiamarvi Geocapocchia? A cosa è dovuto questo nome?"

"Oh, si ce lo chiedono ogni volta, ma non rispondiamo mai! Possiamo rivelarvelo solo se giurate di non scriverlo nell'intervista." promisero curiosi, quindi Alice spiegò "A uno dei nostri primi concerti dovevamo andare in un locale che non conoscevamo e si trovava lontano. E mentre cercavamo di raggiungerlo ci siamo persi e non capivamo più dove andare. Io ero disperata, totalmente in preda al panico, piangevo. Sofia invece dormiva sul sedile posteriore, è praticamente immune all'ansia lei. Mimmo tentava di calmarmi, ma alla fine è uscito pazzo pure lui e giustamente ha proposto la cosa più logica di tutte. Ma l'ha fatto urlando «appiccia sto sfaccimm 'e geocapocchia!». Sofia si è svegliata di colpo, io dalle lacrime sono passata alla risata in un secondo. Il nome praticamente non significa niente, ma è un ricordo di quella sera. In qualche modo rappresenta chi siamo."

"Degli esauriti." commentò Sofia. Poi guardando Simone e Laura precisò "In senso buono, si fa per scherzare ovviamente. Comunque io avevo votato per sfaccimm 'e geocapocchia come nome della band, ma loro hanno optato per la versione breve."

"Solo te è il titolo della vostra canzone, vi va di raccontarci com'è nata?"

"Una sera stavamo tornando a casa e ci trovavamo in stazione. Abbiamo visto un ragazzo scendere dal treno e scontrarsi per sbaglio con un altro ragazzo che invece era in partenza. Si sono guardati e poi all'improvviso sono sprofondati l'uno nelle braccia dell'altro. Tuttora non sappiamo la loro storia, ma era come se si fossero finalmente rincontrati dopo chissà quanto tempo di lontananza, sembrava che quell'incontro di due apparenti sconosciuti e totalmente casuale fosse in realtà voluto dal destino. Tornati a casa, io e Mimmo abbiamo creato questo pezzo. Pensando a loro, e a tante altre coppie. Io ho scritto il testo e Mimmo la musica."

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