Mercoledì 7 febbraio

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Ore 00:13.
La prima serata di Sanremo era iniziata ormai da un pezzo. Laura e Simone se ne stavano in una sala piena di giornalisti a guardare lo spettacolo. Mancava ancora un po' alla fine della serata e decisero di prendersi un caffè per rimanere concentrati. Non era il primo ma speravano sarebbe stato l'ultimo per quella notte. Laura si alzò per andare a riempire le tazze a entrambi. E proprio in quel momento, vennero chiamati sul palco i Geocapocchia.

Scesero le scale e si misero in posizione: Sofia alla batteria in fondo al palco, Alice al centro davanti l'asta del microfono e Mimmo tra le due con la chitarra. Finita la presentazione, ci furono un paio di secondi di silenzio in cui Simone sentì il cuore palpitare. Chissà perché era agitato.

Poi iniziarono a suonare. La voce di Alice era potente ma soave e si sposava benissimo con il pezzo. Simone ascoltava con attenzione e si segnava le cose che lo colpivano di più. Laura arrivò di corsa con i caffè in mano e si mise seduta accanto a lui per seguire meglio l'esibizione, appuntandosi anche lei alcuni commenti.

Simone cercava di guardare Mimmo, che faceva avanti e indietro tra le due colleghe. Poi verso la fine del pezzo ci fu un assolo di chitarra e l'attenzione della telecamera fu rivolta quasi totalmente a lui. Allora Simone assaporò quel momento e cercò di notare quanti più particolari possibili.

Come, ad esempio, l'outfit di Mimmo che era coordinato con quello delle ragazze. Indossava un'ampia camicia rosa chiaro dalle maniche larghe leggermente sbottonata che scopriva - non troppo - il petto. I pantaloni a palazzo, neri, a vita alta, riportavano una stampa floreale bianca e gli cadevano piuttosto morbidi fino a coprirgli parte degli stivaletti, che avevano qualche centimetro di tacco. Un corsetto gli stringeva la vita sottile, che fino a quel momento era rimasta nascosta agli occhi di Simone. I capelli erano stati sistemati con cura all'indietro, ma solo una piccola ciocca ricadeva in avanti finendo sui suoi magnifici occhi. Quando alzò il capo verso la camera, Simone notò un filo di trucco che metteva in risalto il suo sguardo. Quello fu il momento in cui rimase totalmente estasiato a guardarlo senza più riuscire a processare nemmeno un pensiero. Sperava che quell'assolo di chitarra non terminasse, anche se temeva sarebbe potuto svenire da un momento all'altro. Fu certo di aver perso anche stavolta un battito cardiaco.

"Però, sono bravi!" commentò Laura a fine esibizione. Simone era rimasto a fissare lo schermo ma nella sua testa c'era ancora il filmino di Mimmo e sapeva che lo avrebbe avuto a ripetizione in testa per molto ancora. Sbatté le palpebre per riprendersi, annuì e prese un sorso di caffè, illudendosi che lo avrebbe aiutato a smettere di sognare a occhi aperti.

Ore 1:04.
La prima serata era giunta al termine. Simone e Laura stavano uscendo dalla sala per tornare in albergo. Dovevano svegliarsi presto il giorno dopo. O forse proprio quel giorno. Era troppo tardi per poter pensare a questo tipo di cose.

"Credi che riusciremo a dormire dopo tutti quei caffè?" ridacchiò Laura. La risposta era ovviamente no. Si sarebbero buttati a letto e sarebbero rimasti svegli per almeno un'ora senza riuscire a prendere sonno. Gli venne da ridere poi si ricordarono le parole di Sofia. "Non è passato molto da quando si sono esibiti, potrebbero essere ancora lì. Ti va di andare?" Simone non vedeva l'ora.

Arrivati al locale, si fecero spazio in mezzo alla folla, girandosi di continuo alla ricerca della band. Riuscirono a trovare Sofia che ballava e la raggiunsero.
Dopo averli salutati calorosamente - anche un po' troppo -, li prese per mano e li trascinò verso un tavolo "Sono arrivati quelli dell'intavista!" esclamò agli amici. Mimmo ridacchiò e si voltò a guardare Simone, desiderando le sue attenzioni.
"Mi sa che volevi dire intervista. Forse hai bevuto abbastanza per oggi." disse Alice levandogli la bottiglia dalle mani. Poi si girò verso i due "Comunque ciao, ci fa piacere che siate venuti! Sedetevi pure con noi."
"Devo dirvelo, la vostra esibizione è stata una delle mie preferite!" disse Laura mettendosi comoda. "Considerando che non avete mai calcato palchi del genere, siete stati proprio bravi. E la canzone poi!"

Non appena Sofia toccò la sedia, si accasciò sul tavolo. Alice si accertò che l'amica stesse bene poi ringraziò Laura. Sembrava molto toccata da quelle parole. Mentre le due continuavano a discutere, Simone se ne stava - con le guance rosse e un po' d'imbarazzo - seduto vicino a Mimmo che lo fissava sorridente. Non era certo del perché si sentisse così impacciato accanto a lui, ma in realtà lo sapeva eccome. Era perché sulla sedia di fianco ci stava seduto un ragazzo attraente che si era rivelato anche molto cortese quando lo aveva aiutato qualche ora prima a ritrovare la sua penna. E poi lui non gli toglieva gli occhi - ammalianti, grandi e azzurri - di dosso. Come poteva Simone rimanere rilassato in questa situazione?

Dall'altra parte, Mimmo non sentiva niente di diverso rispetto a Simone. Perché anche lui se ne stava seduto accanto a un ragazzo splendido, che aveva tutta l'aria di essere un tipo brillante e intrigante. Gli poggiò una mano sul braccio e si decise finalmente a chiedere "E tu che ne pensi dell'esibizione nostra?"
"Oh condivido il pensiero di Laura, siete stati bravissimi." rispose timido.

Non reggendo bene l'alcol, Mimmo dopo aver bevuto una sola birra era già alticcio. Quindi, non riuscì a contenersi e si ritrovò pericolosamente vicino a Simone. Poggiò il mento sulla sua spalla e continuando a guardare i suoi occhioni «da cucciolo indifeso» - così li aveva descritti la prima volta che li aveva visti - prese a parlarlgi "Alla fine sei venuto."
"Già..." Simone sentì il cuore battere fortissimo. Che cosa avrebbe dovuto fare? Come poteva mantenere la calma? Impose alla sua parte razionale del cervello di prendere il sopravvento e constatò che tutto quel contatto era dovuto solo e solanto all'alcol. Quel ragazzo non ci stava mica provando con lui.

"Ma quindi cos'è la storia della penna?" chiese tirandosi su.
"Oh, niente niente. Mi è stata regalata in occasione del mio primo viaggio di lavoro e da quel momento non parto senza. È come un amuleto... magari è stupido, ma mi tranquillizza averla con me."
"Non è stupido, o almeno non per me. Guarda." E nel dirlo, alzò la mano e gliela sventolò davanti indicandogli l'anello che indossava all'anulare. "Vedi questo? È il mio anello portafortuna, ce l'ho dal primo live che abbiamo fatto. Da allora, non suono senza. È più difficile perderlo rispetto a una penna perché lo indosso sempre, ma se lo perdessi anch'io mi agiterei."

Simone gli sorrise. "Mi stai dicendo che dovrei indossare la mia penna?"
Mimmo spalancò gli occhi e ironizzò "Faccia lei!". Simone arrossì. Com'era possibile che ogni movimento, ogni gesto, ogni parola di quel ragazzo mettesse così a rischio la regolarità della sua frequenza cardiaca?

"Mimmo, mi sa che è meglio rientrare in hotel. Domani dobbiamo anche svegliarci presto. Scusateci ragazzi." li salutò Alice mettendosi in piedi.
Mimmo si voltò di scatto verso l'amica, annuì e posò una mano sulla spalla di Simone mentre si alzava "Ci vediamo, buonanotte." Poi prese Sofia sotto braccio e uscì con le amiche dal locale. Laura e Simone li seguirono poco dopo.

Ore 8:15.
Andare a dormire alle 2 inoltrate non andava d'accordo con la sveglia sei ore dopo. Simone era combattuto fra il sonno e la sua passione per il giornalismo. Ma dovette per forza far vincere il lavoro, quindi contò fino a 10, poi si preparò.

A colazione, Laura gli elencò gli impegni giornalieri. Simone la ascoltava, ancora distratto dai ricordi della sera precedente. Ma riprese a sentirla con attenzione solo quando sentì nominare i Geocapocchia.
"Come scusa?"
"L'intervista... ma mi stai a sentire quando parlo?" sbuffò Laura. "Ti vedo con la testa fra le nuvole, è tutto ok?" chiese un po' preoccupata.
Simone scosse la testa e si giustificò "È che sono ancora insonnolito, non abbiamo dormito molto..." il che in effetti era vero.
"Si, temo sarà così per tutta la settimana. Comunque ti stavo dicendo dobbiamo fare un'intervista a quella band. Ci incontreremo nel loro albergo oggi pomeriggio."

Ore 15:57.
Laura e Simone si stavano dirigendo verso la stanza d'albergo in cui incontrarsi con i Geocapocchia. Sperava sarebbe stato comunque in grado di lavorare nonostante la presenza di Mimmo lo rendesse così nervoso.

Bussarono alla porta. Aprì un ragazzo giovane, che si rivelò essere un membro del loro staff. Li fece accomodare e sistemare le loro cose. Qualche minuto dopo, la band fece il proprio ingresso. Tornavano, assieme ad altri dello staff e il manager, da un'intervista con un altro giornale.

Mimmo indossava una felpa e un paio di jeans, gli abiti erano decisamente più comodi e casual rispetto a quelli che aveva indossato sul palco la sera prima. Sembrava un'altra persona. Si avvicinò a Simone e gli strinse la mano.
"Un'esibizione magnetica e un pezzo travolgente, eh?" Simone lo guardò confuso. Mimmo ridacchiò e spiegò "È quello che avete scritto nell'articolo. L'ho letto stamattina, è bello."
"Oh giusto. Si, insomma... ve l'avevamo detto, ci siete piaciuti molto."
"Grazie ancora. Mi fa piacere sapere che ti abbiamo conquistato." gli sorrise Mimmo prima di andarsi a sedere sul divanettto accanto alle sue amiche. Poco dopo furono pronti a iniziare.

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