Lunedì 5 febbraio

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Serendipity: trovare qualcosa di buono senza cercarlo.

Ore 8:30.
Simone era ancora a letto. Si stropicciò gli occhi sbadigliando, ancora assonnato. Il letto era piccolo ma molto comodo, aveva dormito benissimo. Si stiracchiò un po' prima di alzarsi, poi aprì la finestra. Si affacciava sulla strada, il panorama non era un granché ma poteva sentire il profumo del mare. Quindi rimase qualche minuto assorto nei suoi pensieri, inebriato da quell'odore. Gli piaceva molto il mare.

Prese l'agenda e ripassò il programma della giornata. Conferenza stampa, interviste, eventi vari. Aveva tanto da fare. Fece un sospiro cercando la forza per affrontare la giornata. Poi si preparò per uscire.

Durante la conferenza stampa - piuttosto lunga - non si era annoiato per niente. Lui e Laura si erano appuntati sul pc quanto era stato detto e per l'ora di pranzo il loro primo articolo sanremese era stato pubblicato.

Ore 19:45.
Simone aveva passato la giornata a lavorare, ma la parte importante arrivava la sera, con il green carpet. Il piano d'azione era appuntarsi quante più informazioni possibili sui look degli artisti e cercare di intervistarli brevemente. Laura e Simone si misero in postazione, tirarono fuori il materiale e iniziarono a tremare dall'ansia. Cercavano di calmarsi e farsi forza a vicenda. Dovevano rimanere tranquilli o non avrebbero concluso niente.

Presto si aprirono le danze e i cantanti iniziarono a sfilare uno dopo l'altro. Laura riusciva ad appuntarsi come erano vestiti e cosa facevano sfilando abbassando di rado lo sguardo sul quadernetto che teneva in mano. La cosa aveva sempre inquietato Simone, ma in questi casi si rivelava essere un talento molto utile. Mentre lei scriveva, lui scattava foto e faceva video e cercava di bloccare gli artisti per fargli domande veloci.

Stava sfilando una cantante. Teneva in mano un mazzo di fiori colorati che andavano in contrasto col suo abito nero. Camminava fiera su dei tacchi altissimi e salutava il pubblico con la mano libera. Era bellissima e lo sapeva. Simone riuscì a bloccarla e a chiederle "Cosa indossi?" e lei rispose con il nome di uno stilista e prima che potesse andarsene, Simone le chiese se era emozionata. "Molto." disse prima di allontanarsi del tutto.

Simone si voltò verso i prossimi che dovevano sfilare. E rimase impalato a fissare quel gruppetto. Erano i componenti di una band indie emergente che si era classificata al secondo posto a Sanremo Giovani e ora si ritrovava a gareggiare con i big. Si chiamavano i Geocapocchia. «Nome assurdo per una band» questo era stato il primo pensiero di Simone quando li aveva sentiti nominare per la prima volta. Nei giorni precedenti alla partenza, aveva cercato su internet qualche informazione riguardo ogni artista in gara. Di loro aveva scoperto che erano tre giovani napoletani - Alice, Sofia e Mimmo - che si erano conosciuti ai tempi della scuola e che da quel momento avevano iniziato a fare musica insieme. L'anno precedente avevano pubblicato un album. A quanto aveva letto, a Napoli erano molto noti mentre nel resto d'Italia ancora dovevano farsi conoscere e Sanremo era secondo loro la giusta occasione.

Ad ogni modo, in quel momento nella testa di Simone non ci fu nessun pensiero. Niente di niente. Il ragazzo - che in base a quanto aveva letto online, era il il chitarrista della band - aveva attirato completamente la sua attenzione. Non sentiva più nulla attorno a sé e nella sua testa suonava una melodia dolce, che seguiva il ritmo dei passi di quel ragazzo. Era alto, ma non più di lui. I capelli biondi fluttuavano nell'aria a ogni suo movimento e risplendevano come oro. Aveva un orecchino d'argento nel lobo sinistro. Indossava un lungo cappotto blu dallo stile streetwear, ma risultava comunque molto raffinato grazie alla delicata decorazione floreale bianca. Avanzava saltellando lungo il tappeto con le due ragazze ai suoi lati, si girava a guardarsi attorno, ogni tanto si avvicinava al pubblico e sorrideva gentilmente alle telecamere. Sembrava un po' emozionato. Praticamente era un bambino al parcogiochi. Poi si fermò e regalò il suo mazzo di fiori a una signora nel pubblico, un gesto molto dolce e gentile da parte sua. Non appena fu abbastanza vicino, Simone notò i suoi occhioni blu. E se prima pensava che sarebbe riuscito a riprendersi da quel fascino, beh ora sapeva di sbagliarsi di grosso. Quegli splendidi occhi lo avevano stregato. Non riusciva a distogliere lo sguardo da lui e si sentiva un po' patetico.

Fu riportato a Terra solo quando Laura gli diede una gomitata. "Simo, che succede? Ti sei imbambolato, hai notato qualcosa?"
Simone sbatté le palpebre un paio di volte e rispose "No, è tutto ok. Solo un..." cosa doveva dire? Mancamento causato da un eccesso di bellezza? "...un po' di ansia." concluse.

Laura annuì e lo invitò a bere un po' d'acqua. Gli sembrò una buona idea, quindi afferrò la bottiglia e prese un sorso. Non appena si voltò si ritrovò il ragazzo dagli occhi blu a qualche passo da lui. Quando i loro sguardi si incrociarono, gli sorrise gentilmente, come aveva già fatto con il pubblico dietro le transenne. Simone si ricordò che era lì per lavoro e non per cadere vittima degli incantesimi di ragazzi affascinanti, quindi cercò di risultare calmo e per fortuna in mezzo a tutto quel casino riuscì a essere credibile.

"Cosa indossate?". Alla sua domanda rispose Alice, la cantante. Lui continuò "Siete emozionati? Questo è il vostro primo green carpet."
"Si, moltissimo. Ci sentiamo un po' goffi a stare qua. Però è divertente." continuò lei. Aveva la voce delicata, sembrava una ragazza alla mano.
Ringraziò il gruppo mentre andava via e con la coda dell'occhio seguì il ragazzo allontanarsi. Prima di essere troppo lontano, questi si voltò per concedergli un ultimo sorriso. E Simone fu certo di aver perso un battito cardiaco.

Qualcosa di buonoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora