Giovedì 8 febbraio

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Ore 2:08.
La seconda serata di Sanremo era passata tranquillamente e Laura e Simone erano appena tornati in albergo. Si buttarono sul letto della stanza della ragazza per parlare di lavoro. E quando terminarono, rimasero a farsi compagnia in silenzio per qualche minuto.

"Ho notato che ti sei emozionato durante l'intervista. Mimmo ha parlato della felicità, ha detto qualcosa tipo che tutti possiamo trovarla. Ti ho lasciato stare in quel momento ma mi sono accorta della tua reazione." si girò a guardarlo. "È tutto ok? Sai che con me puoi sempre parlare."

"Si, lo so." le sorrise poi sospirò. Non sapeva se voleva parlarne, se avrebbe finito col piangere e, nel caso, se sarebbe stato in grado di trattenere le lacrime. Continuò a guardare il soffitto ancora per un po'. "No, immagino che non ci sia molto da dire. Solo mi ha colpito. Non mi aspettavo di commuovermi durante un'intervista quindi mi sono sentito un po' a disagio per proseguire. E in colpa perché è il mio lavoro e ho lasciato tutto a te."

"No, va bene. Insomma, anche a me ha toccato tutta la loro storia. Sembrano dei bambini ma in realtà sono molto maturi. Se avessi potuto, li avrei voluti abbracciare." A Simone venne da ridere, ma in effetti era una descrizione accurata di quei ragazzi. "Però dico davvero, è normale emozionarsi quindi non sentirti in colpa. Siamo qui in due proprio per aiutarci, no?". Simone annuì e la strinse in un abbraccio.

Ore 13:32.
Simone e Laura avevano dormito tra le cinque e le sei ore. Erano costretti ad andare avanti a caffè e a sfruttare ogni piccola pausa per riposare. Ma erano felici, gli andava bene così.

Finita la conferenza stampa, era ora di pranzo e decisero di andare in una tavola calda lì vicino. Quando arrivarono, incontrarono i Geocapocchia. Se ne stavano fuori il locale con il loro staff a ripassare gli impegni sull'agenda. Sofia in realtà non stava ascoltando e si guardava attorno, per questo fu la prima a vedere i due arrivare. Li salutò entusiasta raggiungendoli e spingendo via il manager che le stava davanti - non per cattiveria, sembrava proprio che non avesso notato la sua presenza. Era fatta così e infatti il manager non disse nulla.
"Siete qui per pranzare? Unitevi a noi!" Simone alzò lo sguardo e vide Mimmo poco più lontano che gli sorrideva. Erano tutti lì per pranzare, tanto valeva stare insieme quindi accettarono con piacere la proposta.

Si misero seduti attorno al tavolo, Mimmo e Simone uno di fronte all'altro. Anche stavolta, Simone esaminò ogni minimo particolare del ragazzo, dagli abiti che indossava alle espressioni sul suo volto. Riconfermò la sua cotta a ogni suo gesto.

"Stasera dobbiamo riesibirci, quindi il nostro staff ci tiene a non farci stancare." stava spiegando Alice "Non abbiamo molte interviste, per fortuna! La giornata è piuttosto tranquilla, per voi invece?"
"Per noi è sempre piena." scherzò Laura "Passeremo il pomeriggio in teatro a seguire le prove."
"Oh quindi dopo ci rivediamo. È una bella notizia, vero Mimmo?" Sofia, che gli stava seduta accanto, gli diede una gomitata e lui spalancò gli occhi e arrossì un po'. Ridacchiò e annuì. «A questo punto, Simone potrebbe aver capito che mi piace?» si domandava nella sua testa. Le amiche avevano intuito un certo interesse di Mimmo nei confronti di quel ragazzo quasi da subito e lui non aveva di certo smentito.

Sofia intratteneva il tavolo, parlando un sacco e a raffica. Spesso si perdeva nei suoi discorsi, però era piacevole ascoltarla. Quindi Mimmo approfittò della distrazione degli altri per avvicinarsi a Simone e quasi sussurrando gli disse "Non voglio metterti in imbarazzo," a quanto pare Mimmo non aveva la minima idea di quanto il ragazzo si sentisse a disagio in quel momento anche solo a stargli davanti e a dover fingere che non fosse pazzo di lui "ma ieri durante l'intervista ho notato che eri un po' scosso. Spero non sia stato per colpa mia, non lo sopporterei."

Lo guardava con degli occhioni che intenerirono Simone. Talmente tanto che avrebbe voluto semplicemente abbracciarlo e tranquillizzarlo, ma si ricordò che non poteva. Quindi, gli sorrise e scosse la testa. "No, non preoccuparti. Mi è piaciuto molto fare quell'intervista, avete detto delle cose molto belle. Per questo mi sono un po' emozionato."

Mimmo annuì "Anche a me. Fra tutte le persone che ci hanno intervistato in questi ultimi giorni voi siete stati i più educati. Siete davvero bravi nel vostro lavoro." Simone lo ringraziò, molto sorpreso da quelle parole.

Ore 18:15.
I Geocapocchia fecero il loro ingresso nell'auditorium per le prove. Quando uscirono, andarono dritti da quelli che erano ormai a tutti gli effetti i loro nuovi amici. Sofia li salutò dandogli il cinque. Mimmo e Simone si salutarono imbarazzati con un gesto fra una stretta di mano e un abbraccio.

"Vi sentite ancora tesi o esservi già esibiti aiuta a rilassarvi?"
"Io sono tranquillissima." rispose Sofia alzando le mani.
"Io sono agitata come mio solito, ma sicuramente meno della prima sera. Mi sento come se dovessi esibirmi a un qualsiasi nostro concerto."
"La vostra canzone è stata accolta positivamente dal pubblico, è molto ascoltata sulle piattaforme musicali. Come vi fa sentire la cosa?"
"Siamo davvero grati a tutte le persone che ci ascoltano, dai fan che ci seguono da anni a chi ci sta scoprendo ora. Ci hanno detto che sono aumentati gli ascolti anche delle nostre vecchie canzoni. Non potremmo essere più felici."
"Anche stasera dopo l'esibizione andrete a divertirvi?"
"Ce lo chiedete per l'intervista o perché volete venire con noi?" ridacchiò Alice. "Comunque non abbiamo ancora deciso, canteremo molto tardi quindi forse sarà meglio andare subito in hotel."
"Io voto per la festa!" si intromise Sofia. "A qualsiasi ora del giorno e della notte me lo chiedete, sarò sempre favorevole."

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