III. Un foglio di carta mi predice il futuro

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Sabato 22 dicembre 2035

VITTORIO
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Il Monte Acuto si trovava nel comune di Perugia ed era stato scelto come casa dei semidei italiani perché a valle scorreva il Tevere, il fiume che scendeva fino a Roma. Era un luogo situato al centro dell'Italia e, a livello teorico, ciò avrebbe dovuto permettere a tutti di fare un viaggio con una lunghezza sostenibile, ma, a livello pratico, arrivare lì non era facile, perché la stazione più vicina si trovava a Perugia, il che non era proprio comodo.

A poche centinaia di metri sotto la vetta, si trovava il Campo Italiano, protetto da una barriera nata da una delle pigne del pino di Thalia Grace, intrisa della stessa magia dell'albero originale.

In quel periodo dell'anno non c'era mai nessuno, quindi io e Niv percorremmo i sentieri e camminammo attraverso gli alberi con le valigie in mano, prima di arrivare al Campo. Davanti a noi, si ergeva l'entrata, composta da due colonne corinzie in marmo bianco, su cui si trovavano l'architrave e il fregio, composto da due bassorilievi raffiguranti alcune divinità anonime e "Campo Italiano" scritto sia in greco antico che latino.

Attraversammo l'ingresso e subito entrammo nel Campo. Davanti a noi, una stradina fatta di mattonelle di colore simile a quello del marmo ci guidava verso le varie zone del luogo. Ma noi non avevamo bisogno di guide. Entrambi avremo potuto girovagare per quel posto ad occhi chiusi ed arrivare comunque dove volevamo andare: alla Casa Grande, al centro del Campo Italiano.

... Non prima di aver fatto un salto nelle nostre cabine per lasciare le valigie, perché nessuno dei due aveva voglia di girare con quelle per tutto il Campo.

Io e Niv ci dividemmo: lui andò nella cabina di Afrodite (o Venere), io in quella Eros (o Cupido) e Psiche. Sì, la mia era una delle poche cabine ad essere stata costruita in onore di più di una divinità, e la ragione era che mio padre aveva chiesto che essa fosse dedicata anche alla moglie. Io e i miei fratelli avevamo sempre trovato la cosa estremamente romantica: nessuna divinità aveva mai fatto una cosa del genere prima di allora, ma immaginavo che non si potesse aspettare nulla di diverso dalla personificazione dell'amore stesso.

Poi, i ragazzi della cabina sei avevano detto che Eros lo aveva fatto solo perché alcuni figli suoi e di alcuni mortali erano anche figli di Psiche (robe complicate da divinità, avevo smesso di pormi domande a riguardo da un pezzo). Magari era vero, ma mi piaceva continuare a pensare che mio padre lo avesse fatto soprattutto per il forte amore che prova per la moglie.

Mentre mi incamminavo verso la mia cabina, avevo ben notato tutte le decorazioni natalizie sparse in giro: ghirlande, stelle cadenti, nastri colorati, e anche qualche Babbo Natale. La Casa Grande era l'edificio più addobbato, con addirittura un albero finto posto al lato dell'entrata, pieno di palline e con la stella in cima.

Ammetto che fosse un po' ironico addobbare per Natale, una delle festività cristiane più importanti, un campo che ospitava i figli di divinità greche e romane, ma molti di noi appartenevano a famiglie credenti e, in ogni caso, era quasi una tradizione in Italia, quindi non era per nulla strano che il Campo Italiano fosse pieno di decorazioni.

Gli unici edifici lasciati nudi erano le cabine. Da quando andavo lì, non le avevo mai viste decorate e mi avevano spiegato che tempo fa. quando avevano decorate il Campo per la prima volta, avevano decorato anche le cabine, ma agli dei (leggersi Zeus) non era andata molto giù, quindi avevano smesso. In ogni caso, credo sia meglio così: oltre al fatto che sarebbe un po' blasfemo per entrambe le religioni, le cabine sono già belle decorate, non serve aggiungere altro.

Quando arrivai davanti alla mia cabina, il familiare profumo di rose mi riempì le narici. Era un odore che per me, ormai, significava essere tornato nella mia seconda casa.

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 05 ⏰

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(1)I Flagelli degli Dei, L'Arco di ApolloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora