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𝑣𝑖𝑐𝑡𝑜𝑟𝑖𝑎
3 ore prima dell'arresto

mi alzo dal letto e trovo il telefono intasato di messaggi da parte delle mie migliori amiche,vedo l'orario e sono le 12:00
cazzo,mi sono completamente dimenticata che dovevamo vederci per pranzare insieme,così scatto subito dal letto e mi dirigo verso il bagno per prepararmi.
ieri per l'ennesima volta ho litigato con mio padre perché si vergogna di me,di quello che sono,che non mi piace tutto quello schifo.
ormai non le do nemmeno più ascolto,so che è perso ormai,è solo un burattino della camorra, ed è il più temuto perché abbiamo un "codice di leggi" -ma vaffanculo-
mentre sono persa nei miei pensieri mi arriva una chiamata da lisa
-vic sei pronta?-
-omh,due minuti e ci sono -in realtà ero ancora a zero
-bene,siamo sotto casa tua,scendi-
-arrivo- dico mentre mi vesto velocemente,devo ancora truccarmi,potrei anche non truccarmi,ma non scendo mai di casa oltre ad andare a scuola e per una rara volta che scendo vorrei essere "presentabile", spruzzo tre litri di profumo e finalmente sono pronta a scendere.
-ciao io vado- dico mentre prendo la mia borsetta e le chiavi di casa
-aro vaij?- esce mio padre dalla cucina in modo minaccioso
-con la mia comitiva,perché?- so che mi vuole chiedere un favore per un suo affare,magari trasportare la droga,oppure fare altre cose di quelle lì,deve farmi intossicare anche oggi
-tu e fa vré che sij na de rosa- esita mentre caccia letteralmente una pistola dalla tasca e me la pone -famm vré quant t faij rispttà-
-t l'agg ritt già,ij sti cos nun e facc,ij nun song comm a vuij,nun ta rong sta soddisfazion,sit sul burattin ra camorr,vi sentite tanto forti perché vi rispettano tutti ma dentro siete can e pecr- a quelle parole mi sferra uno schiaffo fortissimo,che mi fa cadere a terra,mi inizia a bruciare la guancia,ma non gliela do vinta,mi alzo e faccio capire quanto non mi fa paura
-nun m faij paur,e nemmen mal- mi sono sfogata,liberata di un peso finalmente,lui mi guarda e sorride,quel sorriso del cazzo,mi viene voglia di sferrargli un pugno e di fargli cadere tutti i denti.
prende la pistola e me la infila nella mia borsetta -va a sparà a chillu strunz e ezio di salvo,si po non o faij t cacc e cas- dice con quel sorrisino sui denti,non rispondo,mi giro e me ne vado.

-finalmente,stiamo qui da mezz'ora- dice lisa con aria di rimprovero con le mani incrociate sotto al seno
-lisa nun c rompr o cazz pur tu- saliamo in macchina e saluto tutte -domani non vorrei venire a scuola- dico sbuffando mentre mi accendo una sigaretta e la porto alle labbra.
-ueue vedi di venire che poi ci manchi- dice aurora mentre mi ruba la sigaretta per fare un tiro -anche quest'anno ho perso la testa dietro ai malesseri napoletani-
-ueee auró cerca di calmarti che t staij a sntì cu chillu toporagn- la rimprovera giulia
-maró verament ma arò l'è acchiappat a chillu cos brutt- aggiunge rosaria
-brutte troie perché io non sapevo niente- dico rimproverandole,tutte mi guardano di scatto e iniziano ad insultarmi tutto l'albero genealogico -ueue calme so che ultimamente non rispondo più,e sono poco attiva sul gruppo, l'ho detto per farvi incazzare-

finalmente siamo arrivati a posillipo mi innamoro ogni volta che la vedo,l'unica cosa che mi rende "triste" è che è sotto il comando di papà e quindi qui mi temono tutti
andiamo in un bar fantastico molto "vintage", ci accomodiamo e prendiamo i nostri ordini.
-e quindi chi è questo toporagno?-domando con aria curiosa,quasi quasi ho paura della risposta perché ad aurora piacciono quelli brutti.
-credo che lo conosci,ezio di salvo- a quelle parole sbianco e spalanco gli occhi,lei non sa chi é,e nemmeno quello che fa,ho paura per lei
-aurora ascoltami- gli dico con aria preoccupata -lui non fa per te,tu non sai cosa f- mi blocco appena lo vedo dietro di lei,ora veramente sono nei guai
-guarda chi si rivede,victoria de rosa,da quanto tempo- esita prima di dire l'altra frase -cré papino ta luat o biberon?- dice con quella faccia da cazzo che ha
-uaglio piglt poc cunfrenzij,chest é zona e papà ,picció vir e fa o brav- vedo la sua espressione provocatoria,infondo è questo quello che voleva,farmi innervosire
-nun teng paur e na femmn,pur pcché sij na de rosa- si avvicina a me e vede che sono intimorita -cré tien paur?-
-statt zitt che faij rir'r e mosc- a quella frase vedo la sua espressione cambiarsi e farsi seria,si questo volevo,renderlo nervoso,così per fargli capire che non mi importa e non ho paura di lui
-ric n'ata cos e chest e m scord ca si na femmn- dice con aria minacciosa,cosi mi alzo in punte di piedi per arrivare al suo orecchio e gli sussurro -par o pesc a bror-
a quelle parole lui mi sferra uno schiaffo,non ha capito niente,non mi faccio mettere i piedi in testa da mio padre figuriamoci da lui,gli do un calcio al suo membro e si piega in due per il dolore.
-mo me rutt o cazz zoccl- mi prende per i capelli e mi trascina fuori,intanto il suo gruppetto di amici erano tutti lì intorno a me così da formare un cerchio -ij nun t prmett e m mancà e rispett e capit?- mi da un calcio in pancia, resisto anche a questa botta,mi alzo e caccio la pistola. mi iniziano a "rimbombare" in testa tutte le cattiverie dette da mio padre,non posso farlo,non sono come loro,perché ho questa cosa in mano non mi appartiene.
-famm vré quant val na de rosa- e si mette a ridere -ezio jamucenn chest è zona lor ja- dice l'amico intimorito -ma cré francé tien paur e na femmn?- quelle parole non ci vedo più mi sta irritando.
-so femmn ma teng chiù pall e te- spalanca gli occhi e si avvicina correndo da me e cacciando anche lui una pistola e me la punta in fronte.
-si pront a murì?- dice urlando
-mongoloid- sentiamo una voce provenire dietro di noi ci giriamo di scatto ed era rosaria
-pigliatell cu me si tien e pall,tu e sti pisctiell re cumpagn tuoij nun sit nisciun- a quelle parole si avvicina di scatto a rosaria prendendola per il collo,finquando rosaria non respira più e diventa tutta rossa,non sapevo cosa fare,inizio a tremare e a sudare freddo,mi stava venendo un attacco di panico,però non potevo lasciare rosaria lì da sola,quindi prendo la pistola in mano,e nella mia testa iniziano a crearsi delle domande "se sparo pensano che sono come gli altri" "mi rovinerebbe la vita cliccare quel grilletto" "dopo poi non avrò più futuro"
dovevo muovermi,non potevo permettere che un mongoloide bastardo uccidesse la mia migliore così mi alzo e sferro due colpi uno allo stomaco e l'altro alla gamba.
era lì,steso per terra pieno di sangue
ero lì,rannicchiata per terra,delusa da me,e anche consapevole che adesso mi vedranno come un mostro,ma come la mia famiglia,l'ultima cosa che volevo era questa,che mi vedessero come loro.
le ragazze corrono verso di me urlando e piangendo,non capisco niente,mi si offusca la vista e vedo tutto nero per poi vedere i colori blu e rosso e sentire le sirene.

mi risveglio in una specie di cella, la prima cosa che vedo è mio padre fuori che mi guarda.
-nné t sij sctat finalmente- mi dice con le lacrime e con la vergogna negli occhi.
-aro stong,che cazz c facc ca dint- inizio ad agitarmi non voglio stare lì,è legittima difesa perché io si e lui no.
-é colpa mij scusm a papà- dice abbassando la testa triste,non ci credo ha anche il coraggio di venire qui e chiedermi scusa...tutto vittimismo io lo conosco,lui è felice che sono qui perché adesso sono uno di loro.
-papà vavatten,nun m fa alluccà e vir e t n ij- non lo sopporto più, per miracolo lo sto chiamando papà,non si merita nemmeno di questo, mi dispiace solo per mamma che lo deve sopportare,non gli è bastato le mani addosso che gli metteva quando ero piccola.
-comm vuo tu- si alza e se ne va,che uomo senza palle mamma mij.
più tardi mi addormento guardando le stelle,mi piace tanto lo spazio, mi affascina molto infatti da piccola volevo diventare una astronoma,ora però è cambiato tutto,frequento una scuola di moda e il mio sogno è quello di diventare una modella e stilista studio duramente ogni giorno per poter realizzare il mio sogno,ho paura che andando in carcere non si realizzi.

nisciun t vo comm t vuless ij//micciarellaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora