Camminando attraverso il corridoio, mi lasciai alle spalle l'episodio con Sebastian e il suo gruppo. Le risate e le voci si affievolivano, ma la voce misteriosa continuava a ronzare nella mia mente, come un'eco lontana. Arrivai al centro informazioni, determinata a concentrarmi sul nuovo inizio.

"Benvenuta! Come posso aiutarti?" mi accolse la receptionist con un sorriso socievole.
"Salve, sono Ava Spencer. Dovrei avere una stanza assegnata, la 205," risposi un po' nervosa.La signora, una figura paffutella con occhiali quadrati e un'aria bonaria, iniziò a digitare sulla tastiera, scrutando lo schermo con attenzione.

Aveva un aspetto buffo, che mi ricordava una di quelle ziette gentili che preparavano biscotti quando ero piccola. Sperai che l'atmosfera del college fosse altrettanto calorosa e accogliente. Il ricordo aggiunse un tocco di familiarità e conforto alla situazione."Ah, sì, Ava Spencer," esclamò la receptionist, sollevando lo sguardo. "Ecco la chiave della stanza 205. Per arrivarci, prendi l'ascensore, sali al secondo piano e poi gira a sinistra. Sarà la seconda porta sulla tua destra.""Grazie mille. L'ascensore è molto lontano?" domandai, cercando di guadagnare tempo per rilassarmi."No, basta seguire il corridoio e lo vedrai sulla sinistra."Annuii. "Perfetto, grazie ancora."Camminai lungo il corridoio, osservando i numeri delle stanze scorrere davanti a me. A poco a poco, la tensione accumulata si sciolse, ma l'emozione per il nuovo inizio e per quella stanza sconosciuta crebbe. Quando arrivai all'ascensore, premetti il pulsante, riflettendo a voce bassa: "205... chissà cosa mi aspetta là dentro. Spero sia un rifugio tranquillo."

Le porte dell'ascensore si aprirono con un leggero tintinnio, e salii. I numeri sul pannello si illuminavano lentamente, come a scandire i battiti del cuore.Aprii la porta della stanza 205 e mi trovai immersa in un ambiente luminoso e accogliente. La modesta stanza del campus si rivelava semplice ma calorosa, con due letti singoli. Su uno di questi giaceva una quantità di cuscini azzurri, mentre il lato opposto della stanza era tappezzato di riviste di moda e immagini di marche famose, suggerendo che la mia futura coinquilina seguiva con passione le ultime tendenze.
L'altro lato, dove mi sarei sistemata io, era ancora vuoto, una tela bianca pronta a essere dipinta con nuove esperienze. Una scrivania bianca, ordinata e con un tocco femminile, occupava l'angolo vicino alla finestra. Su di essa, alcuni profumi delicati spargevano nell'aria un'essenza di freschezza e fragranze floreali. Mentre ispezionavo la stanza, una sensazione di avventura e aspettativa mi pervase.
Improvvisamente, sentii qualcuno entrare, facendomi sobbalzare.
Alzai lo sguardo e vidi una ragazza alta e magra, con capelli castano chiaro e occhi azzurri penetranti. Il suo viso delicatamente truccato e il suo abito da tennis rosa le conferivano un'eleganza sportiva che contrastava con la mia semplicità.
La sua presenza sembrava emanare sicurezza, e per un attimo mi sentii in soggezione.

"Ciao, sono Ava Spencer. È un piacere conoscerti," cercai di mantenere un tono cordiale.Lei mi studiò per qualche istante prima di rispondere: "Claire Hamilton. Spero che tu sia una buona coinquilina."Mi porse la mano, e il suo sorriso, inizialmente gelido, si addolcì leggermente. La tensione sembrò dissolversi mentre ci stringevamo la mano, e una speranza timida di una convivenza pacifica iniziò a prendere forma. Ero curiosa di conoscere Claire, di scoprire chi ci fosse veramente dietro quell'aria distante.
Claire mi osservò nuovamente. "E tu, Ava? Cosa ti ha spinto a trasferirti qui da sola?"
"Beh, ho lasciato la mia famiglia nel Midwest. Volevo vivere qualcosa di nuovo, e questo college mi sembrava perfetto."
Esitai un attimo, poi sentii il bisogno di raccontarle l'incidente di poco prima. "Sai, prima è successo qualcosa di strano. C'era questo ragazzo, Sebastian, che con il suo gruppetto mi ha presa in giro al centro del campus."
Claire sollevò un sopracciglio, ma il suo tono era rassicurante. "Oh, non preoccuparti troppo per Sebastian. Fanno così con tutte le matricole, è una specie di rito di passaggio. Anche io l'ho subito l'anno scorso. Sebastian è solo il solito ragazzo tanto affascinante quanto stupido, nulla di cui preoccuparsi."Le sue parole, pur avendo l'intento di tranquillizzarmi, non riuscirono a dissipare del tutto la mia preoccupazione. Dentro di me continuavo a riflettere su come avrei affrontato questa nuova fase della mia vita universitaria.
Claire si avvicinò alla mia parte della stanza, indicandomi l'armadio e la scrivania. "Bene, questo è il tuo spazio. Qui puoi mettere i tuoi vestiti e organizzare le tue cose. Abbiamo bisogno di regole per mantenere tutto pulito e in ordine."
"Sì, certo. Farò del mio meglio," risposi, sebbene dentro di me sapessi che l'ordine non era il mio forte.
Mentre continuava a spiegare la dinamica della convivenza, percepivo che, nonostante la sua apparente freddezza, Claire sembrava interessata a farmi sentire a mio agio."Ava, ora devo andare. Ho una lezione di tennis."Annuii con un sorriso. "Lo immaginavo dal vestito. Ti sta davvero bene."Claire sorrise calorosamente. "Oh, grazie!" E in quel momento capii che forse non era così fredda come mi era sembrata all'inizio.Quando uscì, iniziai a sistemare il mio lato della stanza con un misto di eccitazione e nervosismo. Posai con cura i miei libri preferiti sulla scrivania: Orgoglio e pregiudizio e Ragione e sentimento. Quei romanzi, compagni fedeli nei momenti di tranquillità, ora avrebbero occupato un posto d'onore nella mia nuova vita.
Appesi i miei vestiti, modesti ma carichi di ricordi, con affetto. Ogni capo raccontava una storia, e mentre li osservavo, mi resi conto che, anche se non erano all'altezza degli eleganti abiti di Claire, rappresentavano una parte di me. Con un sospiro di soddisfazione, mi preparai mentalmente per tutto ciò che quel nuovo inizio avrebbe portato con sé.

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