Mi trovavo con Claire nella mensa della scuola, circondata dal chiacchiericcio vivace dei nostri compagni del campus. Mentre mangiavamo il nostro panino, raccontai a Claire dell'incontro con Mia stamattina, evitando accuratamente di menzionare la scena imbarazzante di ieri sera. Claire, come sempre, non mancò di condividere i suoi acuti commenti contro Mia, e la sua schiettezza mi fece ridere, alleviando leggermente la tensione che avevo accumulato durante la giornata.
Poco dopo, mentre ancora ridevamo delle battute di Claire, Sophia si avvicinò con il suo solito sorriso contagioso. Mi annunciò che avremmo avuto una riunione del giornalino alle 4, e subito sentii un brivido di preoccupazione corrermi lungo la schiena. Come avrei fatto con Leonard? La riunione era importante per il nostro progetto fotografico, e non volevo rinunciare ad essa. Guardai Claire, sperando che avesse qualche suggerimento da darmi, ma la sua espressione rifletteva la mia stessa incertezza.
La mente mi si riempì di pensieri frenetici mentre cercavo una soluzione al mio dilemma. Dovevo trovare un modo per partecipare alla riunione senza lasciare Leonard da solo, ma le opzioni sembravano limitate. Sentii un nodo formarsi nello stomaco mentre riflettevo su come conciliare i miei doveri di babysitter con il mio impegno nel giornalino.
Decisi di cercare Ethan, anche se dopo stamattina non aveva molto voglia di parlargli. Dopo averlo cercato un po', lo trovai nel luogo dove l'altra volta mi aveva aiutato con il compito su Shakespeare, accanto al muretto. Il ricordo di quel momento mi fece sorridere, offrendo un breve attimo di leggerezza nel mezzo della tensione che circondava la nostra interazione.
La sua figura imponente era avvolta da una polo che accentuava la sua virilità, mentre i pantaloni, impeccabilmente indossati, delineavano la sua figura atletica. "Signor Mitchell," lo chiamai, la voce appena percettibile. Con un dito tremante, lo toccai lievemente sulla spalla, facendolo voltare verso di me. La scena sembrava scorrere in slow motion nella mia mente, catturando ogni dettaglio dei suoi lineamenti. I capelli all'indietro, gli occhiali da sole appoggiati con noncuranza sul naso, la fronte corrugata in un'espressione di concentrazione.
"Dimmi, Ava," rispose con tono fermo e deciso. Cercai di rafforzare la mia voce, nascondendo quanta ansia mi stava provocando quella conversazione. Spiegai la mia situazione con Leonard e la riunione al giornalino, sperando che lui potesse capire la mia difficoltà.
"Vede, questa sera ho la riunione al giornalino, e Leonard non ha nessuno che possa badare a lui. Non so proprio cosa fare."
"Capisco la situazione. Anch'io sarò alla riunione. Posso vedere se Maria può fermarsi per un po', ma non può diventare una soluzione abituale."
Forse rimasi troppo a lungo in silenzio, incapace di guardarlo negli occhi.
"Ava, tutto ok?" Chiese, togliendosi gli occhiali. Fu allora che incontrai i suoi occhi, profondi e intensi, neri come la notte ma pieni di emozioni inesplorate. Erano gli occhi di un uomo che nascondeva molti segreti, e non potevo fare a meno di sentirne il peso addosso.
"Sto bene, signor Mitchell," risposi con voce flebile, voltandomi per andarmene. La mia unica fuga, la mia unica speranza di evitare ulteriori confronti con lui. Me ne andai, ma potevo sentire il suo sguardo bruciante sulle mie spalle, un peso che portavo con me
mentre mi allontanavo.Alle 4 mi presentai al giornalino, avvolta dall'atmosfera vivace e frizzante della sala. Sophia mi venne incontro con un sorriso luminoso, i suoi occhi brillavano di entusiasmo. "Come stai Ava?" chiese, avvicinandosi per abbracciarmi. "Bene, grazie," risposi con un sorriso, sentendomi subito a mio agio in quella compagnia. Anche se avevo trascorso poco tempo con lei, avevo già capito quanto fosse una persona genuina.
Poco dopo, anche Jake fece il suo ingresso, e non ci volle molto prima che si avvicinasse a me. Le sue attenzioni mi imbarazzavano leggermente, ma non potevo fare a meno di notare quanto fosse carino. Dopo la litigata con Ethan, era evidente che non fosse proprio entusiasta di partecipare, e mi chiedevo il motivo dietro a quella scena.
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PASSIONE PROIBITA: l'intrigo dell'età
RomanceAva Spencer, 19 anni, si trasferisce da una piccola cittadina del Midwest a New York City per iniziare il suo primo anno al college grazie a una borsa di studio. Dolce, solare e timida, si trova spaesata in un mondo frenetico e distante dalla sua vi...