-1-

47 4 1
                                    

Mi svegliai di soppiatto dopo che la sveglia aveva martellato ripetutamente la mia testa... Continuavo a ripetermi che forse era stata una brutta idea stare su skype fino a tardi con la mia migliore amica,e in più il fuso orario di 10 ore circa non aiutava,beh 8...ma questo non cambia la situazione.
Dopo vari richiami di mio padre,mi alzai dal letto,dire che ero sveglia era un'eufemismo. Mio padre era diventato meno presente ma molto ansioso,faceva sia da madre che da padre; la mamma ce l'ho,solo che é molto lontana...
La mia famiglia è molto particolare,i miei si sono conosciuti in un'università a Firenze,in Italia. Lei italoamericana,lui italiano.
Si sposarono e dopo qualche mesetto hanno avuto mio fratello e poi me. Per questioni di lavoro,la mamma dovette trasferirsi in America dai miei nonni e noi la seguimmo. Passai gran parte della mia vita a Sayreville,in New Jersey.
Pensavo andasse tutto bene e che ormai avrei vissuto qui e,invece no.
Il giorno dopo il mio 17esimo compleanno,i miei mi dissero che ci saremmo trasferiti di nuovo,ma stavolta separati, io e mio padre in Australia e, mia madre e mio fratello in Italia,di nuovo.
Ormai era inutile rimuginare il passato,il "danno" era fatto e non si poteva tornare indietro.

Andai in bagno a prepararmi,evitai il contatto visivo con lo specchio,fino al momento di truccarmi...
Ero la classica ragazza mediterranea,con la pelle olivastra,i capelli castani scuro,gli occhi grandi color nocciola dorati con delle sfumature verde scuro, ho la faccia quadrata,il naso e i denti piccoli,racchiusi da una bocca di media grandezza. A Sayreville ero tra le più alte del mio gruppetto di amiche,con 1.67 cm di altezza beh sorvoliamo sul peso.

Odiavo guardarmi allo specchio m era inevitabile se volevo truccarmi o pettinarmi. Non ho mai avuto molta autostima ma,in questo periodo era calata ancora per via del cattivo umore. Mi mancava tutto,la mia mamma,il New Jersey, lo Starbucks,le gite settimanali fatte a Manhattan con le mie amiche, e pure il mio fratellone 20enne con cui litigavo spesso ma che consideravo il mio migliore amico.

Mi vestii con la roba che avevo preparato la sera prima con l'aiuto della mia migliore amica.
Salutai mio padre e uscii con la mia cartella nera tutta rattoppata con i loghi delle mie band preferite.
Mi aspettava il giorno più lungo della mia vita,il lunedì, che per giunta era il primo giorno nella mia nuova scuola.
Dio solo sa quanto sia dura la sopravvivenza a scuola,sopratutto non conoscendo nessuno.



----------------------------------------------
Scusate gli eventuali errori
Spero vi piaccia😊

Anyone's eyes //Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora