CHAPTER 1 ( VIOLET)

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Nel 2021, le segnalazioni di bambini scomparsi riempivano i registri  , numeri che si susseguivano con una precisione glaciale , come l'ingranaggio di un vecchio orologio che continua a ticchettare senza fermarsi mai . Il 57% dei casi erano fughe, una ribellione silenziosa contro un  mondo oppressivo , ragazzi che cercavano di fuggire da qualcosa di inafferrabile . Il 26% riguardava sottrazione da parte di un genitore ,spesso il risultato di divorzi complicati  , con battaglie legali travestite da gesti d'amore . Il 6% aveva a che fare con la migrazione, giovani vite in cerca di speranza, fuggiti da conflitti e povertà , obbligate ad affrontare strade pericolose e sconosciute . Il 2% dei casi riguardava bambini smarriti o feriti, che si erano trovati lontani dalla sicurezza, finiti fuori strada e abbandonati al loro destino , mentre l'8% Era una categoria indefinita, comprendeva sparizioni misteriose , casi sfuggenti che lasciavano presagire  destini segnati dall'ignoto . E poi c'era quell'1% un dato che raramente emerge , quel terribile 1% che riguardava i rapimenti di natura criminale. Lei era una di quelle bambine , scomparsa nel nulla, senza lasciare traccia , inghiottita da un'abisso di ombre e silenzi . La sua storia era ben diversa da fughe disperate e conflitti familiari . Era una narrazione di paura e vulnerabilità , un capitolo oscuro di un libro che nessuno voleva aprire . Dietro ad ogni scomparsa si celava un mistero, ma nel suo caso il mistero era tutto ciò che rimaneva , a parte quella coincidenza , quella maledetta coincidenza .

Have You Ever Seen The Rain  dei Creedence  risuona  alla radio, Ryan è al volante concentrato alla guida , mentre  il sole illumina la strada , e  dal finestrino entra una leggera brezza che fa ondeggiare i miei capelli e mi scompiglia la frangia . Fisso il paesaggio che scorre fuori , ma la mia mente è altrove , persa nei pensieri ,  quella bambina scomparsa , il suo mistero continua a tormentarmi .   

« Hey che ne dici di un Milkshake ? proprio come quando eravamo bambini » dice Ryan con dolcezza, la sua voce interrompe ogni mio pensiero riportandomi alla realtà.

 « certo! un pò di zucchero mi farà bene » rispondo sorridendogli . Ryan è bellissimo ,con i capelli scuri e disordinati che gli cadono leggermente sugli occhi, creando un'aria di casualità molto  affascinante . Il nocciola dei sui occhi brilla  di un'intensità calda , riflettendo un'anima gentile e comprensiva . Ci conosciamo da sempre , i nostri genitori erano amici d'infanzia , vacanze natalizie vacanze estive , ogni ricordo è legato a Ryan , ha sempre avuto una vena protettiva nei miei confronti , come un faro in mezzo alla tempesta . E' il mio migliore amico e ovviamente il compagno di lavoro ideale.

 « La troveremo ! »disse con voce ferma , cercando di infondere in me una speranza che sembrava brillare come una luce in lontananza . Le sue parole avevano un'energia capace di riscaldare anche il cuore più freddo , ma nel profondo sapevo che la realtà era ben diversa .

 « Non è finita V. » continuò , quella fiducia , per quanto sincera ,mi ferì, riportandomi indietro ai momenti in cui anche io avevo sperato in un finale diverso , tanto tempo fa . Ma l'esperienza mi ha  insegnato che il cammino verso la verità è  sempre tortuoso , il dolore e l'incertezza si intrecciavano in modi che non potevo ignorare . Il silenzio tornò a farsi sentire , ma questa volta era denso di tensione . Ryan tamburellava nervosamente le dita sul volante , cercando un modo per allentare il peso della conversazione  che si era fatta troppo profonda , persino per lui . Era un maestro nel sdrammatizzare i momenti difficili .

 « Sai » esordì con quel tono leggero che riservava quando voleva strapparmi un sorriso, « se continui a pensare così intensamente finirai per fare scoppiare le gomme , e francamente non ho voglia di passare il pomeriggio a cambiare pneumatici con te che ti lamenti .»

 « tu ha cambiare pneumatici ? ma se non sei neanche capace di aprire una bottiglia d'acqua senza fare disastri ! l'ultima volta l'hai fatta esplodere Ryan ,ci ho messo 5 ore per toglierti le schegge dalla faccia!.» Il suono della sua risata  risuona come un campanello in una giornata di sole . Ogni volta che rideva , sentivo la tensione allentarsi , come se le sue risate potessero dissolvere i pensieri pesanti che mi affliggevano .

 « Hei , era stata in freezer troppo a lungo , a chi non è capitato , è stato comunque un'incidente isolato ! e poi ti vorrei ricordare che l'anno scorso hai provato a fare un dolce , ho dovuto chiamare i vigili del fuoco !»

 « Era la prima volta che facevo un soufflè , pensavo fosse più semplice non pensavo si trasformasse in un vulcano di cioccolato in eruzione!» Ryan scoppia a ridere ..

 « E io che pensavo che la cucina fosse un luogo sicuro ! Ogni chef ha il suo momento di gloria , e il tuo è stato .... bhe ,un'evento catastrofico !»  Gli dò una pacca sul braccio , e poi iniziamo a ridere prima piano,  poi sempre più forte è uno di quei momenti in cui non riesci a smettere , un misto di liberazione e divertimento, e quando lo guardo, vedo che ha la stessa aria ironica di quando ci infilavamo in qualche guaio da ragazzi . Ryan rallenta e svolta nel parcheggio del Salem ( la tavola calda dove andavamo sempre da ragazzi ) , Scendiamo dalla macchina e osserviamo l'insegna nuova , le finestre rinnovate ,i tavoli lucidi all'interno , Tutto sembra diverso , eppure c'è ancora qualcosa di familiare .

 « E' cambiato tantissimo , » dice  con una nota nostalgica , « ti ricordi Bob ? , faceva i Milkshake migliori del mondo » Annuisco e non posso fare a meno di sorridere . « Come dimenticarlo . Ogni estate metteva la musica alta e si metteva a ballare dietro al bancone, mentre ci serviva Milkshake come se fossero cocktail d'alto livello .» Ryan sorride . « Si , era impossibile farlo smettere . Ma ora non c'è nessuna traccia di lui ... magari ha venduto l'attività , o forse se n'è semplicemente andato .» Entriamo e scegliamo un tavolo vicino alla finestra . L'atmosfera è cambiata , ma qua e là ci sono ancora piccoli dettagli che ci riportano indietro : il vecchio orologio a muro, qualche poster vintage , un neon stanco in un'angolo . Ci sediamo, e subito iniziamo a raccontarci storie di quegli anni , a ricordare tutte le sere passate qui , nascondendoci dal mondo , ridendo di tutto e di niente .

 « Ti ricordi quando giuravamo che non avremmo mai lasciato questo posto ? » dico , guardando il locale che  ci sembra , ora, quasi straniero . Ryan annuisce . « Si , facevamo promesse come se dovessimo vivere qui per sempre , come se niente potesse cambiare . » Sorrido perdendomi nei miei pensieri . « E forse , in qualche modo, una parte di noi è davvero rimasta qui ... insieme a Bob ai Milkshake e alle risate dietro al bancone .» C'è un'attimo di silenzio tra noi, uno di quei momenti sospesi che capitano solo in posti come questo, tra il ronzio dei neon e le chiacchiere lontane . Alla fine ,decido di cambiare discorso . Forse per alleggerire un po l'atmosfera , forse per semplice curiosità . "Madison come sta ? " chiedo , cercando di non sembrare troppo interessata. Lui sembra sorpreso, come se non si aspettasse quella domanda . C'è un'esitazione appena percettibile, un'attimo in cui si vede chiaramente che non sa bene cosa rispondere . " Eh... Maddy... sta bene , " ma il tono non è cosi sicuro . " Cioè , penso stia bene . " Lo guardo, in silenzio. Capisco che la sua risposta è più complicata di quando voglia far credere . Lui ci tiene davvero ad Madison, si vede. Ma lei è sempre in viaggio, impegnata a fare shooting e servizi fotografici in chissà quale angolo del mondo. Quando lui la chiama al cellulare, lei sembra sempre di fretta, con quella voce distante di chi è fisicamente lì, ma mentalmente altrove. Lui abbassa lo sguardo, gioca nervosamente con la cannuccia del Milkshake , come se cercasse un modo per cambiare discorso senza essere troppo brusco. Eppure, è evidente che per lui questa relazione è importante .Lo vedo nei suoi occhi , nel modo in cui cerca le parole, nel modo in cui cerca di nascondere il disagio. E' come se volesse fare un passo avanti, rendere le cose più serie, ma qualcosa lo trattiene . Forse è la paura che lei non sia davvero pronta , o che in fondo non lo sarà mai. Rimango lì, davanti a lui, senza sapere se spingerlo a parlare o lasciare perdere. Mi viene quasi voglia di dirgli che certe persone sono come il vento , impossibili da afferrare davvero . Ma alla fine non dico nulla , perchè so che lui già lo sa , anche se non vuole ammetterlo. E così restiamo in silenzio , entrambi consapevoli delle cose non dette, qui al SALEM  che sembra sospendere il tempo.

VioletDove le storie prendono vita. Scoprilo ora