Un pomeriggio caotico

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"Il cambiamento è il processo col quale il futuro invade le nostre vite."
~ Alvin Toffler
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Si accorse subito che c'era qualcosa che non andava. Sua madre stava facendo le valigie.
"Chris, tesoro, vieni in cucina un attimo."
La donna e sua figlia si sedettero al tavolo rotondo di marmo che occupava gran parte della stanza. La ragazza si tolse gli occhiali spessi e appoggiò il mento su una mano, con i gomiti sulla superficie fredda.
"Ha chiamato papà. Gli hanno dato un lavoro."
Il padre di Chris era stato licenziato una settimana prima da una grande società di elettrodomestici. Aveva mandato il suo curriculum a tante aziende, ma solo una aveva risposto, e aveva chiesto un incontro di lavoro: era un'azienda di videogiochi che cercava programmatori esperti.
"La Cobyte?"
"Si."
"E dove?"
"In California."
"Ma noi possiamo restare qui, giusto?"
"No. Domani arriva la ditta dei traslochi. Il tuo volo é fra due ore."
E l'universo di Chris esplose.
Milioni di domande le balenarono nella mente: come avrebbe fatto con la scuola? Non avrebbe potuto vedersi con Monet... Niente più pomeriggi da Manzia! Niente più chiacchierate con Ralph, niente corso di giapponese... Come avrebbe fatto?
"Vai a fare le valigie Chris, prendi vestiti presentabili, il trasloco è domani, come il tuo primo giorno di scuola."
"Mamma, non posso volare fino alla California da sola, arrivare in una casa mai vista, passarci la notte e poi andare a scuola il giorno dopo! É pura follia!!"
"É l'unico modo. E poi te la caverai. Hai 16 anni dopotutto..."
L'adolescente si alzò, corse nella sua stanza e si accasciò sul letto. La sua vita era stata sconvolta in solo 4 minuti. Tutto quello che aveva vissuto in 16 anni e mezzo era stato cancellato in 240 secondi. E lì avrebbe dovuto ricominciare da zero. Nuovi amici, nuovi professori, una nuova casa, nuovi ambienti... e in più doveva cominciare tutto da sola, sua madre doveva rimanere 24 ore per sistemare la casa dopo il trasloco. Si sentiva sprofondare dall'ansia e dallo shock. Si alzò lentamente e barcollando andò in bagno. Si spruzzo dell'acqua ghiacciata sulla faccia, alzò la testa e si guardò allo specchio. Vide una ragazza di 16 anni con i capelli castani e folti, raccolti in un nodo disordinato sulla testa tenuto insieme da una biro nera mordicchiata. Vide dei grossi occhi marroni con due macchie verdi in ciascuno di essi. Delle ciglia lunghe e nere, e delle guance invase dalle occhiaie di notti passate su internet, dalle sue innumerevoli lentiggini e dal trucco nero sbavato di quella mattina. Vide delle labbra carnose ma non troppo, e un mento leggermente quadrato. Non si vedeva bella, si vedeva insignificante. E doveva cambiare. Si fece una doccia veloce, e si asciugò velocemente. Andò nel suo armadio. Tra tutti i vestiti comodi e morbidi prese un vecchio paio di jeans strappati che le stavano troppo stretti e una felpa rossa bordeaux con la zip. Si infilò di nuovo le Converse nere e, dopo essersi ritruccata con la matita nera (sta volta molto pesantemente) e essersi alzata il cappuccio andò in cucina.
Prese i suoi occhiali dal tavolo e andò a cercare sua madre.
"Mamma mi servono dei soldi. Devo comprare della roba per il viaggio."
"Capisco di averti dato una brutta sorpresa ma non c'è bisogno di trattarmi così male... Calmati!"
Così le diede 50$ (molto più di quanto Chris si aspettava) e la ragazza uscì dalla casa, sbattendo il cancelletto del giardino e dirigendosi verso il centro e i negozi. Le arrivò un messaggio dalla madre:

Ti porto all'aeroporto fra 1 ora. Cerca di essere pronta... TVB xx

Certo. Sarebbe stata più che pronta.

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