❝ corri e salta dietro un pallone,
finché in rete non andrà! ❞
◜DOVE
› Anni dopo la separazione da suo fratello, Nicole Swift ripiomba nella sua vita come una bomba ad orologeria, cercando di farsi spazio a suon di spallate.
OPPURE DOVE ﹚
›...
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JUDE SHARP è uno dei cattivi.
Di quelli che ghignano nell'ombra al lato dei poster dei film. Di quelli che l'eroe sconfigge alla fine. Tutto ciò che ha causato è stato dolore.
Ma va bene. Ogni storia ha bisogno di un mostro, altrimenti perde di significato.
«Tutto bene là sopra?» chiede, un sopracciglio alzato e le braccia imperiosamente incrociate al petto. Non che gli interessi.
Da dove si è arrampicata fino al soffitto degli spogliatoi della Raimon, tastando il soffitto con una mano mentre con l'altra cerca di tenersi aggrappata al mobile, Nicole Swift ride nervosamente.
«Ma si certo, è uno scherzetto! Sto bene! Sto bene!» e poi, più piano, forse pensando che lui non la senta, «Sto per morire»
Jude sospira, sconfitto. «Dai vieni giù. Non c'è nulla lì.»
«Dio grazie» Nicole ansima, prima di lasciarsi cadere, atterrando col sedere per terra perché Jude si rifiuta di provare a prenderla.
«Lo sai, è divertente,» lei dice, una volta che è riuscita a tirarsi su. «Alla fine potrebbe non esserci niente davvero.»
Jude le lancia un occhiataccia. Il rumore della folla batte contro le pareti, scivolando sotto la porta mentre esce.
Hanno pensato di tornare qui in caso a Dark fosse venuto in mente di cambiare qualcosa mentre i giocatori erano già in campo, così da prenderli di sprovvista durante l'intervallo.
Una perdita di tempo.
«Oh andiamoo» Nicole si lamenta, come di bimba dell'asilo, camminando all'indietro per guardarlo in faccia. «Tu lo stavi pensando, io l'ho solo detto.»
«Tieni bassa la voce.» sibila Jude, che lo stava assolutamente pensando, ma a darle ragione preferirebbe gettarsi in una vasca di piranha. «E cammina normalmente, mio Dio. Sei un animale.»
Non è sicuro se si aspetta che quel commento la faccia offendere, ma non è così, lei ride e basta.
Jude Sharp è uno dei cattivi, e l'arroganza ha sempre fatto sì che si sentisse più grande di quanto non fosse, con un'intensa e fredda fiducia che si irradiava da lui.
Bastava uno sguardo a per capire che era stato cresciuto per essere qualcuno. Tutto ciò che faceva sembrava intenzionale, la spina dorsale dritta, il mento sollevato.
«Senti, e se chiedessi agli organizzatori di rimandare la partita?»
«Non si rimanda il Football Frontier.»
«Mamma mia, certo che siete proprio fanatici.»
«Non sprecheranno soldi, tempo e allenamenti per i dubbi di un quattordicenne.» Jude agita la mano in aria, «Secondo te perché Smith non è ancora intervenuto?»
