!Attenzione!
Questo capitolo è collegato al what if precedente: "La Violenza dei Giorni di Pioggia".
Buona lettura.Non faccio in tempo ad aprire la porta che sento quel tornado di mia figlia correre per il corridoio alle mie spalle.
-Zio Ian!- urla lanciandosi sul nostro ospite, che non si trattiene dal prenderla al volo e sollevarla in aria. Detesto che Ian le stia tanto simpatico, ma vederla ridere dopo il nostro litigio è comunque un gran sollievo. Da sempre quel ragazzo è riuscito a conquistarsi il suo affetto con una naturalezza che può essere solo derivata dal suo talento. Non c'è altra spiegazione.Sono costretto ad appoggiarmi allo stipite e tenere le dita strette intorno alla maniglia per controllare il fastidio. La stringe tra le braccia e la fa strillare di gioia come se fosse sua. E ogni tanto mi chiedo se lui non sarebbe stato migliore di me in questo ruolo. Più di ogni tanto in realtà. Penso a come sarebbero andate le cose per Jane se quel giorno l'avessi lasciata andare con lui.
-Eccola qui, la mia bambina preferita- le schiocca un bacio sulla guancia e poi la riporta a terra, quando si piega il suo lungo cappotto elegante striscia sul pavimento. Ogni fottuta volta viene a trovarci vestito come il protagonista di un film di spie, con le giacche di seta e le scarpe lucide. Anche mio padre aveva una predilezione per questo tipo di abbigliamento, passione che ho sempre trovato ridicola. Spendeva una marea di soldi per un completo che poi inevitabilmente avrebbe dovuto buttare: il sangue non è mai stato facile da rimuovere in lavanderia. Ma forse il piacere stava tutto lì.
-Jason- mi saluta con un cenno del capo e quel piccolo sorrisino bastardo sul volto. Sa che non posso dire nulla davanti a mia figlia, quindi tira la corda con molta incoscienza. Non l'ho mai autorizzato a chiamarmi per nome, non gliel'ho mai proprio detto. Alexa era l'unica, oltre ai miei genitori, a conoscerlo. Ma immagino che lavorando con la polizia e i servizi segreti gli sia venuto facile scoprirlo.
-Ian- borbotto a denti stretti. Mi sono già pentito di averlo chiamato.
-Zio Ian! Vuoi vedere il lavoretto di Natale che ho fatto a scuola?- mia figlia saltella emozionata, non vede l'ora di aggiornarlo su tutto quello che si è perso. Non è che se l'è perso, è che lui non dovrebbe proprio esserci nella nostra vita.
Eppure questa volta sono stato io a chiedergli di venire. Non potevo aspettare una delle sue visite bimestrali.
-Certo, sono qui per questo. E anche per darti una cosa...- tira fuori da una tasca interna del suo costosissimo cappotto un regalo, incartato con tanto di fiocco dorato. Gli occhi di Jane diventano subito più grandi e brillano, quasi potessero riflettere i glitter verdi della carta. Ha la bocca spalancata, non riesce nemmeno a parlare. Mia figlia si aggrappa alla sua gamba e insieme tra un passo incerto e l'altro si dirigono verso la sua stanza. Non c'è nulla da fare, anche lei, come sua madre, è cotta di lui.
Mi rintano in cucina, uno dei pochi posti in questa casa minuscola dove le loro risate arrivano quantomeno ovattate. I miei pensieri invece trovano un'acustica fertile per riprodursi. Affondo le mani nell'acqua gelida del lavandino e finisco di lavare i piatti della cena. Devo tenermi occupato, è l'unico modo per non lasciare che mi mangino vivo. Ho sempre detestato quando il mio ruolo viene messo in discussione. Soprattutto l'etichetta di padre, che è stata forse la più difficile da conquistare, e sono sicuro di aver rotto ossa per affronti minori dei giochetti di Ian.
Alexa è stata uccisa da una delle guardie della Base durante l'incursione decisiva. Ha aiutato Ian e il suo gruppo a infiltrarsi e a smantellare la loro stessa prigione. Ha tradito suo padre e tutto quello in cui fingeva di credere. Non dovevano sparare per uccidere, quelli non erano gli ordini. Almeno, erano tali fin quando Arthur non si è reso conto di potersi sbarazzare di sua figlia senza nuocere al bambino. Portare Jane in grembo è sempre stata la più forte assicurazione sulla vita che Alexa abbia mai avuto.
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Progetto 27||Broken Memories
ParanormalRaccolta di one-shot sulla trilogia "Progetto 27" Che cos'è il tempo? Chi è il tempo? Quante linee temporali si diramano da una nostra scelta? "Voglio farti un regalo, Alexa. Voglio concederti di accedere al tempo e trattarlo ogni volta come se f...