L'equazione della lavatrice

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!Attenzione!
Consiglio la lettura di questo what if a chi è arrivato almeno al terzo libro della saga.

Contesto del what if: un piccolo spin-off regalo su una coppia che è stata poco esplorata nella trama principale. Adam e Renee sembrano gli opposti e mi piacerebbe raccontarvi che cosa li ha portati a inziare una relazione.
Anzi, lascio che sia Adam a raccontarlo.

Ci sono cose di questa storia che non mi sono chiare.
E più ci penso, più i dettagli sembrano perdersi nella mia mente. Io mi sento perso nella mia mente.

Beep...beep...beep.
Ricordo il suono fastidioso accompagnato da un alternarsi di spie luminose.
In un attimo sono di nuovo lì, incastrato in quella situazione.
L'acqua mi bagna i jeans e per la millesima volta mi assicuro che anche la spina non sia zuppa. Ho fatto un casino, ma almeno non sono tanto stupido da morire folgorato. Anche se è difficile mantenere la concentrazione mentre questo segnale acustico mi violenta le orecchie trenta volte al minuto. Avrei dovuto studiare meglio il libretto di istruzioni, invece che i manuali di termodinamica. Mi succede sempre: vengo trasportato così tanto dai calcoli e dalla teoria, che dò per scontato che possano fare il lavoro pratico al mio posto.
-Si può sapere che sta succedendo!?- una voce stridula mi colpisce dritto sulla nuca, accompagnata dal lamento estenuante dell'elettrodomestico.
La ragazza rimane sulla soglia, la bocca spalancata, non so dire se è più lo stupore o la rabbia.
-Solo un esperimento fuori controllo, per sbaglio per studiare questa lavatrice ho fatto andare in tilt tutte le altre. Devo aver fatto saltare la corrente per qualche minuto, ma come vedi la luce funziona, solo le prese sono il problema- le sue sopracciglia si aggrottano ad ogni parola che esce dalle mie labbra, e adesso la sua espressione è chiaramente furiosa.
-Tutte!?!? Avevo dei vestiti lì dentro!- si sblocca dalla paralisi all'improvviso, precipitandosi verso la lavatrice di fronte. Per un attimo penso che abbia intenzione di travolgermi nella sua corsa, visto che non rallenta. Riesco a togliere la mano destra in tempo, prima che lei possa calpestarla. La osservo aprire lo sportello con urgenza e tirare fuori una massa informe di vestiti colorati.
-Non posso crederci- la sua voce rotta indica che potrebbe scoppiare a piangere da un momento all'altro.
-Hey, ascolta. Mi dispiace per i tuoi vestiti, se vuoi appena sistemo questa qui te li lavo io. Ma dovrai aspettare che finisco almeno le fasi preliminari del test, perché non ho ancora ben capito come questo cavo e questo elemento possano...-
-No ascoltami tu! Sei impazzito forse? Non puoi metterti a smontare lavatrici, in pieno giorno poi!- inizia a gesticolare nervosa, e vorrei arretrare perché sono certo che si sta riscaldando per darmi un pugno.
-In realtà ho l'autorizzazione, mi serve per la mia ricerca su...- mi interrompo quando vedo le sue labbra grandi assottigliarsi fino a diventare una linea retta. Me lo merito di essere picchiato.
Forse dovrei stendermi a terra e lasciare che mi prenda a calci. Non vedo altra via d'uscita.
Io sono seduto, mentre lei torreggia su di me, minacciosa. A giudicare dalla corporatura deve essere un'atleta, i leggings magenta mettono in risalto i muscoli delle gambe.
-Fai delle ricerche sulle lavatrici? Si può sapere che assurdo talento hai?- i suoi occhi scuri balzano dai vestiti bagnati a me, come se non sapesse di che cosa occuparsi prima.
-Oh, in realtà è molto interessante. Mi piacerebbe studiare gli effetti della luce solare se canalizzati in elettrodomestici come questo. Potrebbero rivoluzionarne l'uso o addirittura stravolgerlo! Pensa quanto potrebbe essere utile ai ragazzi di Chimica se...-
-Sono delle lavatrici, hanno già uno scopo: servono per lavare- sospira e sbatte il palmo contro l'elettrodomestico per liberare la frustrazione. Non riesco a non pensare che al posto della superficie bianca abbia immaginato di colpire la mia faccia.
-Scusami ancora, ti assicuro che non volevo crearti dei problemi.- mi sforzo per rivolgere lo sguardo verso di lei, anche se vorrei solo concentrarmi sull'esperimento e scivolare via da questa situazione. La ragazza sospira di nuovo, le braccia rigide e tese poggiate al ripiano della lavanderia. Occupa la stanza senza preoccuparsi di quanto spazio si prende.
Rimane in silenzio ancora per qualche minuto, con le dita indaga sulla montagna zuppa davanti a sé.
-Immagino che anche l'asciugatrice sia fuori uso- la luce a led della lampada fa sembrare l'espressione del suo volto ancora più ostile.
Annuisco e torno al mio lavoro, prima risolvo questo problema prima smetterà di guardarmi come se volesse infilarmi la testa della lavatrice.
-Ci vorrà molto? Ho un allenamento tra poco e ho bisogno che siano pronti in tempo-
La squadro velocemente: indossa già un completo per la palestra, non capisco a che le servano gli altri vestiti.
-Non saprei. Capisco che per voi atleti sia difficile comprendere come qualche piccolo errore sia necessario per andare avanti nella ricerca-
-Piccolo errore!? Per colpa tua i miei vestiti probabilmente sono inutilizzabili, si sono ristretti così tanto che non ho idea di quale sia il buco per la testa! Voi dalle idee folli invece pensate di essere sempre giustificati, qualsiasi stronzata facciate! Non stai trovando un modo per porre fine alla guerra, stai solo smontando una lavatrice!-
Ascolto il suo sfogo in silenzio, nessuna delle sue parole mi ferisce particolarmente, non è niente di nuovo. Sono ancora preoccupato che possa picchiarmi però.
-Potrei dire lo stesso dei tuoi indumenti, puoi prenderne quanti ne vuoi dallo sgabuzzino nel corridoio 32- mi alzo da terra e lei mi segue come un'ombra per tutta la stanza, faccio il possibile per non sobbalzare ogni volta che mi viene vicino. Non mi piace essere scortese, ma c'è qualcosa nel suo atteggiamento che mi spinge ad andare sulla difensiva. Forse mi dà solo fastidio che continui a sottolineare il mio fallimento.
Ho visto un sacco di ragazze spaventose e aggressive nei miei diciannove anni qui dentro, ma nessuna si è mai accanita così tanto contro di me. Ian riderà da pazzi quando lo saprà.
-Hai idea di quanto ci abbia messo a creare quei capi? Non sono le magliette anonime che trovi nello sgabuzzino. Sono la mia collezione, la chiave per la mia popolarità, e adesso ho perso tutto-
Apro il pannello di controllo e tengo il pollice sulla levetta, poi mi volto a guardarla. I suoi occhi sono socchiusi come se si stesse concentrando per non assalirmi adesso che sono ad un passo.
-Se era così importante per te perché hai lasciato le cose qui e te ne sei andata?- e poi sollevo la levetta, ristabilendo la corrente delle prese. In un attimo tutti i macchinari della stanza si accendono in un coro di spie luminose e trilli fastidiosi.
La ragazza vorrebbe ribattere, ma le parole le si bloccano in gola. Alla fine si lascia andare in uno sbuffo seccato e si precipita a mettere le sue cose nell'asciugatrice.

Progetto 27||Broken MemoriesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora